Nuovi musei: il mondo perduto dei maestri dell’arte cartaria

Testimonianze dell’archivio Storico Magnani al Museo della Carta di Pescia

Quante storie può raccontare un corso d’acqua che segue l’alternarsi delle stagioni? Infinite! Trotterellando verso il mare, raccoglie talvolta una foglia ingiallita, altre volte il petalo di un fiore schiuso dai primi tepori primaverili. Racconta, anche, storie di uomini e di donne mentre ne segna il tempo – il tempo delle stagioni – in un rapporto simbiotico che diventa risorsa ogni volta in cui l’elemento acqua sia restituito in forma di bellezza, attraverso l’abilità di mani che hanno incorporato la sapienza del fare genuino, distintivo di un’artigianalità unica nel suo genere.

È l’armonia delle piccole cose che sanno di buono, rappresentative di un mondo perduto – o, quantomeno, lasciato andare in letargo – ma pronto a restituirci l’idea del “come eravamo”, per guardare al futuro con rinnovata consapevolezza. Un mondo, quindi, non certo da ricordare in termini nostalgici, bensì da comprendere per recuperare attraverso il suo sapere le abilità che per creatività, spirito innovativo, qualità hanno sempre reso speciali i nostri manufatti: lo ricorda anche il recente rapporto “Artigiani del futuro. Piccole imprese per un’economia a misura d’uomo” (uno studio di Confartigianato, CNA Nazionale, Casartigiani e Fondazione Symbolia, diffuso la scorsa primavera), che dimostra quanto le piccole attività artigiane possano essere risorsa cui riferirsi, per recuperare prestigio che da sempre ci contraddistingue.

Occasione di riflessione è, in questa circostanza la “carta”, una carta speciale realizzata secondo procedimenti che possiamo definire “olistici”, messi in atto come emanazione di antichi saperi, esempi virtuosi di come i processi manifatturieri possano mantenere, se non aumentare, il valore delle cose nel rispetto di quella “economia circolare” oggi tanto evocata, come simbolo di rispetto delle cose e della loro rigenerazione a nuova vita. In questa storia di carta, a essere materia privilegiata di recupero sono gli stracci, che adeguatamente lavorati rinascono diventando una carta di assoluto pregio.

È una storia che parla degli uomini, donne, bambini che per secoli, attenendosi ciascuno a proprie specifiche mansioni, l’hanno lavorata seguendo procedimenti ben misurati secondo tempi e quantità, in una sorta di ritualità nella manifattura il cui risultato diventa meritevole del prestigio con cui le penne e i pennelli del mondo conosciuto, hanno accolto i loro preziosi fogli di carta.

Non da meno, è interessante da ricordare la socialità strutturata all’interno della cartiera, vera e propria comunità che bastava a se stessa, dove tutti condividevano la quotidianità di spazi e affetti. La famiglia era l’elemento di aggregazione del piccolo e operoso mondo, che aveva al vertice il Padrone, seguito dal Ministro che, insieme a lui, si distingueva per la conoscenza e la capacità nel fare tutto: ogni passaggio del ciclo manifatturiero doveva essere perfetto, loro avevano le competenze per controllarlo oltre alla responsabilità del risultato finale. E tutti i membri della comunità lavoravano insieme in totale serenità di intenti, armonia, senso di appartenenza, cementati dalla consapevolezza di contribuire a creare qualcosa che il mondo, nella sua interezza, avrebbe amato.

Oggi tutto questo è raccontato in un museo: oggetti di lavorazione, documenti, testimonianze di tutta la vita fervente nell’alveare cartiera sono raccolti nell’archivio Storico Magnani, al Museo della Carta di Pescia Associazione ETS, nato per valorizzarne il patrimonio culturale. Il Museo – aperto nel 2021 – ha investito e continua a investire risorse ed energie proprio nell’intento di recuperare e restituire alla conoscenza del mondo il valore di cose, di persone, di uno stile di vita che alla cartiera è proprio: i Mastri cartai e la disponibilità di famiglie facoltose che nella loro arte avevano scelto di investire, ma anche il rispettoso vivere secondo dall’alternarsi delle stagioni, che imponeva di adeguare l’arte cartaria ai “capricci” del tempo.

È lungo il corso della Pescia Alta che l’arte cartaria inizia ad affondare le proprie radici intorno alla metà del 1400 (i primi insediamenti sono datati fra il 1427 e il 1481), quando le famiglie autoctone degli Orlandi e dei Turini danno il via all’epopea di un successo che si è via via accresciuto tempo: nel Seicento con la famiglia ligure degli Ansaldi, da fine Settecento quella genovese dei Magnani. Si deve soprattutto questi ultimi il consolidamento del “brand” –  per usare un altro termine di oggi –, peraltro già affermato in molte parti del mondo.

Altrettanto attuale l’esempio che questa realtà imprenditoriale offre rispetto alla collaborazione fra piccole imprese artigiane, come elemento strategico: l’unione territoriale fra Pescia e Villa Basilica, a seguito della istituzione della Provincia di Lucca, comportò la creazione di un polo cartario che in breve tempo divenne il più importante in Italia.

Un polo produttivo di eccellenza, appunto, grazie al quale il mondo poteva nutrirsi di quello che Ugo Ojetti – in una lettera indirizzata a Enrico Magnani – definì il “pane degli artisti”, usando una similitudine del tutto naturale perché, riteneva, che sia del pane sia della carta Magnani si ha «non solo bisogno, ma desiderio e gusto.»

Il Museo della Carta è aperto per essere visitato, e ancor di più per essere vissuto: diretto da Massimiliano Bini con competenza, professionalità e ammirevole convinzione – forte del suo dichiarato onore per aver conosciuto Angelo Vezzani, l’ultimo dei Mastri Cartai alla Magnani di Pescia, prima che la “piena culturale” dei travolgenti anni Sessanta spazzasse via questo mondo magico – il Museo propone infatti molte attività, dedicate con particolare attenzione ai bambini.

Allo stesso modo riserva i propri spazi ad artisti contemporanei, valorizzando le loro opere: sempre nell’intento di restituire alle persone quel piacere del gusto alla bellezza che nella cartiera si assimilava con naturalità.

Il Museo della Carta è uno dei 13 musei che compongono il SIMUP-Sistema Museale Pistoiese, nato per valorizzare il patrimonio culturale nella Provincia di Pistoia allo scopo di esaltarne i luoghi, attraverso una cooperazione di sistemi strategici comuni.

Info: 0572 408432, relazioniesterne@museodellacarta.org

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