Nuove scoperte alla Badia a Settimo, la Pompei medievale

Trovati tra il fango ancora umido più di 20 scheletri di monaci

Quali tesori ancora nasconde la terra intorno l’Abbazia fortificata di Settimo a Scandicci, dopo gli scavi che hanno portato alla luce una vera fortuna? Quanta storia secolare si cela tra i ciottoli e gli anfratti del sottosuolo ancora da scoprire? Tutto ciò che è emerso fino ad oggi crea stupore e riscrive alcune pagine dell’archeologia.

Dopo la scoperta, nel 2003 di un ponte sepolto, la Badia a Settimo ci regala tante sorprese. Durante i recenti scavi di restauro, dalla pavimentazione nella Sala Consiliare, dopo il rinvenimento di un antico sepolcro degli abati la cui memoria si era persa nel tempo e che rappresenta una rarità a livello europeo perché giunto integro fino a noi, un’altra perla è tornata alla luce. Vicino al sepolcro, sempre nella Sala Capitolare tra gli strati di frammenti di ceramiche e vari elementi robbiani invetriati, è stata trovata la testa di un Cristo in terracotta policroma il cui stile rimanda alla seconda metà del Quattrocento.

La testa restaurata da Elena Alfani della Soprintendenza di Firenze è stata riconsegnata alla Badia, e nell’occasione gli archeologi, storici dell’arte, restauratori hanno reso noto le scoperte e la ricchezza dei ritrovamenti, tanto interessanti da incoraggiare il proseguo dei lavori e l’attività di recupero. L’Abbazia di Settimo ebbe scambi culturali e rapporti con grandi artisti del Medioevo e del Rinascimento, da Buffalmacco, Andrea del Sarto, Ghirlandaio, Della Robbia, fino a Leonardo Da Vinci e Filippo Brunelleschi.

La testa del Cristo, come la tomba, dove gli archeologi e antropologi hanno trovato, tra il fango ancora umido, più di 20 scheletri sovrapposti l’uno su l’altro, rappresenteranno interessanti argomenti di studio e di approfondimento sullo stile di vita dei monaci dell’abbazia per un lungo periodo di tempo e dei rapporti che intercorrevano con Firenze e gli artisti attivi sul territorio.  L’Abbazia, definita la piccola Pompei medioevale, conserva all’interno molti gioielli ancora da indagare.

L’importante progetto di restauro iniziato da Don Carlo Maurizi è sostenuto dal Cav. Paolo Nocentini patron della Savino Del Bene. I lavori, che sono iniziati nel 2020, hanno avuto uno slancio con l’Arch. Antonella Ranaldi, alla guida della soprintendenza di Firenze e alla collaborazione con l’Arch. Gabriele Nannetti, Soprintendente a Siena, uno dei più importanti esperti del complesso di Settimo avendo seguito il restauro della parte parrocchiale nei primi anni del 2000. Questo esempio di monastero fortificato, con le sue spesse mura, torrioni e fossati, si erge nella pianura vicino Firenze.

La sua fondazione risale intorno all’anno 1000 forse su basi etrusche o romane e fu protagonista per vari secoli della storia economica, politica, artistica, spirituale e culturale della Firenze medievale e rinascimentale. L’assedio delle truppe di Carlo V del 1530 e le alluvioni dell’Arno, in particolare quelle del 1333 e del 1557 colpirono duramente l’Abbazia. Dal 1600 iniziò un declino reso definitivo con la chiusura nel 1783 da parte del Granduca Pietro Leopoldo che lo suddivise in più parti. Dopo l’abbandono, il Priore Don Carlo Maurizi e il Cavalier Paolo Nocentini, imprenditore e filantropo, nel 2019 hanno permesso la riunificazione del complesso e il restauro.

Total
0
Condivisioni
Prec.
Far crescere Firenze, le ricette di Funaro e Schmidt

Far crescere Firenze, le ricette di Funaro e Schmidt

Faro sulle aziende, Funaro: "Più servizi"", Schmidt:: "Premi a chi assume

Succ.
Intelligenza artificiale, via all’iter del disegno di legge governativo

Intelligenza artificiale, via all’iter del disegno di legge governativo

L’Italia è il primo Paese che adegua la normativa interna all’AI Act europeo

You May Also Like
Total
0
Condividi