Nuove rivelazioni: “Campanile ucciso perché sapeva troppo sull’Italicus”

“Alceste Campanile fu ucciso perchè sapeva troppo sulla bomba dell’Italicus, ma era uno di cui non ci si poteva fidare”. Lo ha detto il terrorista nero Mario Tuti, fondatore del Fronte Nazionale rivoluzionario, condannato a due ergastoli e oggi in stato di semilibertà, in un’intervista raccolta da Raffaella Fanelli per la  Tv della Svizzera italiana.

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Alceste Campanile

 

Tuti è così tornato a rilanciare una pista rossa – che avrebbe portato all’interno del Pci – per la bomba esplosa  sul treno Italicus nella notte fra il 3 e il 4 agosto 1974, nella galleria di San Benedetto Val di Sambro: l’attentato, uno più gravi della storia Repubblicana insieme alla strage di Bologna ,a piazza della Loggia e alla strage di Fiumicino, provocò 12 morti e 48 feriti. Attentato del quale Tuti è stato assolto.

“Nell’estate del 1974 – ha detto Tuti – anche nel nostro ambiente circolavano voci di un colpo di Stato, ma noi eravamo contro perchè sarebbe stato un golpe atlantico, quindi contro la sinistra ma anche contro l’estrema destra… Di una cosa sono sicuro: noi neri le stragi non le abbiamo fatte. Ne sono certo perchè dopo la strage di Bologna ci trovammo in un centinaio della destra, tutti nel carcere di Novara. Fu l’occasione per un’inchiesta interna, e nessuno di noi risultò coinvolto nella stragi”. Anche Fioravanti e la Mambro, condannati per Bologna? “Anche loro. Noi neri siamo stati i capri espiatori”.

Secondo Tuti, la magistratura ha lasciato cadere la pista della signora Aiello (“Collaboratrice dei servizi, iscritta al Pci e moglie di un fuoriuscito greco, che fu sorpresa a parlare, in una telefonata da una ricevitoria del lotto di Roma, di bombe pronte”) perché un obiettivo della bomba dell’Italicus poteva essere Aldo Moro. Lo statista democristiano, assassinato dalle brigate Rosse quattro anni più tardi (fu Prospero Gallinari ad assumersi la responsabilità materiale dell’omicidio), in quel momento ministro degli Esteri nel V governo Rumor, era salito su quel treno per raggiunge la famiglia che trascorreva le vacanze in Trentino, ma fu fatto scendere all’ultimo momento per firmare importanti carte di Stato. Circostanza di cui Moro non parlò mai, e rivelata solo nel 2004 dalla figlia Maria Fida.

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Mario Tuti

“Nel corso del mio processo – ha aggiunto Tuti – un ufficiale dei carabinieri fu condannato a cinque anni per falsa testimonianza, per aver coperto la Aiello”.

Tuti, dunque, alla tv Svizzera ha detto che “la magistratura avrebbe fatto bene a indagare anche nella pista Pci” perchè “una informativa partita da Reggio Emilia parlava proprio di un coinvolgimento della sinistra, e parlava di Campanile”. E qui torna per l’ennesima volta il cosiddetto mistero del suicidio del professor Ennio Scolari, uno degli intellettuali più prestigiosi del Pci reggiano: “”Nel corso del processo in cui ero imputato venne fuori uno scritto anonimo arrivato alla polizia di Reggio Emilia che  riproponeva per la strage al treno una pista legata ad ambienti dell’intellighenzia di sinistra di quella città, e che era già stata indicata all’inizio delle indagini ma poi lasciata cadere… Quando le persone indicate in quel biglietto furono chiamate a testimoniare Scolari, docente nella facoltà frequentata da Campanile e dirigente del partito comunista, si suicidò… o venne suicidato…  impiccandosi”.

In quanto ad Alceste Campanile, ha detto Tuti, ”sapeva troppo” sulla bomba dell’Italicus “e non ci si poteva fidare di uno come lui”.

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