Firenze – Per gli studiosi e gli appassionati della pittura del Duecento e Trecento si tratta di un luogo sacro, unico al mondo, in grado di offrire un panorama vasto, sia per qualità che per formati, di quella che era la produzione artistica destinata alla decorazione dei luoghi sacri come conventi e monasteri nella città di Firenze. Sono le Sale Bizantine, al piano terra e nel corridoio che si apre lateralmente rispetto alla Tribuna del David di Michelangelo. E’ uno degli ambienti più rappresentativi e costitutivi della Galleria dell’Accademia, secondo museo più visitato, dopo gli Uffizi, del Polo Museale Fiorentino, che ospitano una collezione di 250 fondi oro che si è venuta formando dal 1786 in poi con la soppressione delle istituzioni religiose ad opera di Pietro Leopoldo.
Il nuovo allestimento delle tre sale che consiste nella realizzazione di nuovi pannelli didattici, in italiano e inglese, una nuova illuminazione di natura diffusa e una risistemazione per alcune opere, è stato presentato stamattina nel corso di una conferenza stampa alla presenza di Alessandra Marino Soprintendente ad Interim del Polo Museale Fiorentino e di Angelo Tartuferi direttore del museo. Adesso la posizione centrale nella Sala degli Orcagna è occupata dalla grande pala d’altare di Jacopo di Cione eseguita nel 1372-73 per la Corporazione della Zecca e la nuova illuminazione permette una rinnovata godibilità per gli altri capolavori presenti come il “Compianto sul Cristo morto” di Giovanni da Milano del 1356 e il bellissimo affresco di Giotto di Stefano detto Giottino della “Madonna col Bambino in trono fra otto angeli e i santi Giovanni Battista e Bernardo” che fu staccato fra Sei e Settecento dal tabernacolo all’angolo di Piazza Santo Spirito dove venne eseguito nel 1356. Ancora più spettacolare, con la nuova illuminazione la visita alla sala di destra dedicata ai dipinti di Giotto e dei giotteschi dove si trovano le celebri formelle quadrilobate di Taddeo Gaddi del 1340 con il ciclo delle storie di Gesù e di San Francesco che decoravano il bancone della sagrestia della Chiesa di Santa Croce, una nuova vetrina per le opere di piccolo formato compreso il tabernacolo di Bernardo Daddi con la Crocifissione e San Cristoforo mentre due fronti del dossale del Maestro delle Immagini domenicane raffiguranti la Madonna col Bambino e quattro santi a mezzo busto e l’Incoronazione della Vergine fra quattro santi a figura intera sono al centro della parete opposta.
“Anche se si tratta del lavoro svolto da chi mi ha preceduto – ha detto Alessandra Marino – di cui si raccolgono i frutti, è questo un momento di grande soddisfazione per le tre sale che da oggi si presentano con il nuovo allestimento e un rinnovato godimento”.
“Adesso possiamo avvalerci di una grafica omogenea per tutti gli ambienti – ha sottolineato Angelo Tartuferi- l’illuminazione che per i dipinti antichi è fondamentale è di tipo diffuso e potrà essere regolata a seconda delle esigenze, prossimo obiettivo l’adeguamento anche per il braccio sinistro dove ci sono le grandi pale del ‘500. E’ stato un anno pieno di appuntamenti importanti – ha ricordato Tartuferi – con due grandi mostre e ancora quella di Lorenzo Bartolini in corso, anche la Galleria dell’Accademia va incontro alla riforma epocale che riguarda i Beni Culturali, con tanta speranza per una gestione sempre migliore del nostro patrimonio”.
Prima dello scambio degli auguri Angelo Tartuferi in merito alle apprensioni riguardanti eventuali eventi atmosferici come lo sciame sismico di terremoto di questi giorni che potrebbero danneggiare in maniera irreversibile la statua del David ha segnalato che “Da oltre un anno abbiamo iniziato ad approfondire una soluzione antisismica alla base della statua, sarà il ministro stesso ad indicare il soggetto e il progetto adeguato”. Esiste infatti un progetto messo a punto dall’Enea per una base antisismica per i Bronzi di Riace che rappresenta un punto di riferimento in questo senso. Inoltre dal punto di vista della tenuta della struttura, la Tribuna all’interno della quale è collocato il David è quella che presenta il grado maggiore, indicato con la sigla LV3; senza contare che i livelli di criticità della statua, le micro fratture individuate già alla fine dell’800, dovute alle caratteristiche del marmo, sarebbero rimaste inalterate, senza subire peggioramenti nel corso degli anni.