Un amministratore delegato con pieni poteri al posto del comitato esevutivo e taglio del numero dei consiglieri che passeranno dai 13 attuali a 8, , così come quello dei consigli delle società sottostanti di primo e secondo livello. E’ questo lo schema della nuova governance di Iren che dovrebbe essere approvato entro la fine del mese prima di essere sottoposto al voto dei consigli comunali dei cinque capoluoghi azionisti – Torino, Genova, Reggio Emilia, Parma e Piacenza -entro febbraio, in tempo utile per l’assemblea di aprile che rinnoverà le cariche della multiutility.
“Lo schema della nuova governance sarà consegnato ai comuni azionisti entro la fine del mese da parte dei tre esperti che stanno lavorando alla riorganizzazione. Il tempo stringe anche perché il tutto dovrà poi essere approvato dai consigli comunali per febbraio in tempo per l’assemblea del prossimo aprile”, dice una fonte vicina ai soci azionisti di Iren citata dal’agenzia Reuters. Lo schema della nuova governance prevede le figure di presidente, vicepresidente e ad che dovranno suddividersi le deleghe operative. “Su questo bisogna trovare la quadra fra chi è più favorevole a creare un ad con pieni poteri sul quale concentrare tutte le deleghe e chi tende a una maggiore ripartizione delle deleghe fra queste tre figure”, aggiunge un’altra fonte.
Oggi i comuni di Torino e Genova, principali azionisti di Iren attraverso la holding Fsu, esprimo presidente e ad, mentre i soci emiliani il direttore generale e il vicepresidente. La riorganizzazione andrà a modificare i rapporti di forza tra i soci e non sarà facile trovare un equilibrio.
“Occorre snellire l’impianto complessivo della società, ridurre le cariche e l’organismo a partire dal vertice, dal comitato esecutivo e poi anche arrivare a una semplifcazione societaria con il superamento delle società di primo livello”, spiega una delle fonti citate da Reuters.
Oggi la governance della multiutility è caratterizzata da una holding che controlla cinque società operative di primo livello. L’ipotesi a cui si sta lavorando è di trasformare queste società (energia, mercato, acqua e gas, Emilia e ambiente) in divisioni o in ‘sot’ (società operative territoriali) e questo comporterà inevitabilmente una riduzione dei consigli. Quelli che resteranno subiranno una contrazione dei consiglieri, passando da cinque a tre con l’utilizzo soprattutto degli interni all’azienda.