Arezzo, nudi per protesta contro le pellicce

Flash mob ad Arezzo, in piazza San Michele, oggi 1 ottobre, organizzato dalla Lav, la maggiore associazione italiana per la difesa dei diritti degli animali, per sensibilizzare la gente sull’atroce morte di milioni di animali in tutto il mondo per finire a guarnire, con la loro pelliccia, giubbotti, vestiti, guanti e altri capi d’abbigliamento.
I partecipanti si sono spogliati nella storica piazza aretina rimanendo in biancheria intima, coperti dai cartelloni, in ossequio allo slogan del flash mob: “Meglio nudi che in pelliccia!”.
«Se le pellicce intere sembrano quasi passate di moda», hanno spiegato Ilaria Isacchi e Benedetta Papi del direttivo della LAV di Arezzo, «la pelliccia è riapparsa purtroppo in maniera diffusa negli inserti, cioè nei cappucci e nei colletti di giubbotti e cappotti, nei guanti e nelle finiture di altri accessori, che molte persone credono essere di materiale sintetico, ma che in alcuni casi potrebbero essere anche in pelliccia di cane e di gatto, nonostante sia vietato dalla normativa italiana ed europea».

Ecco i dati dell’industria della vanità: 50milioni di animali uccisi annualmente, esclusi i conigli che sono quasi 900 milioni. Per ricavare un "normale" cappotto di pelliccia sono necessari 12-15 linci, 10-15 lupi o coyote, 15-20 volpi, 60-80 visoni, 27-30 procioni, 10-12 castori o 60-100 scoiattoli.

Per non parlare delle condizioni di vita e di morte di questi animali. «Questi animali vivono e muoiono in condizioni atroci», ha detto Marco Gallorini, responsabile della sede aretina della Lega anti vivisezione. «I sistemi di uccisione sono volti al minor danneggiamento possibile del manto. I visoni vengono soppressi tramite soffocamento, in speciali camere a gas, con il monossido o il biossido di carbonio. La morte è lenta e provoca fitte lancinanti alle vie respiratorie. Per gli altri animali sono previste varie alternative, la rottura delle ossa cervicali, l’asfissia, le scariche di corrente elettrica, il colpo alla nuca, le iniezioni letali».
La lav lancia dunque un appello a consumatori e commercianti: i primi, a non comprare vestiti o accessori con inserti di pelliccia, i secondi a non immagazzinare tale merce per l’inverno.

 

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