Reggio Emilia – Obiettivo delle manifestazioni è la sensibilizzazione dell’opinione pubblica nei confronti della ricerca scientifica. 23 città italiane hanno aderito all’iniziativa, organizzando esperimenti, spettacoli, conferenze, visite guidate nei centri di ricerca, che permetteranno anche al grande pubblico di confrontarsi con i ricercatori.
La “Settimana” si concluderà con la Notte Europea dei Ricercatori, il 30 settembre, simultaneamente in circa 300 città europee: è un progetto, finanziato dalla Commissione Europea, che mira a sostenere l’attività scientifica in Europa.
Tema di quest’anno è Made in Science: l’obiettivo è divulgare la scienza al grande pubblico e rendere più familiare la figura del ricercatore e il mondo della ricerca, avvicinare la scienza ai giovani, presentare la scienza come solido strumento transnazionale di conoscenza. Inoltre si intende sensibilizzare le persone sui vantaggi che la scienza può portare alla società, quindi in grado anche di migliorare la vita quotidiana di tutti:creazione d’occupazione, benessere, progresso sociale, etc.
Questo è un estratto di quanto si legge nei vari documenti che presentano l’importante iniziativa. E non v’è alcun dubbio che essa sia importante, in un mondo dove dominano l’irrazionalità, l’ignoranza, il preconcetto anti scientifico. Un paio di anni fa ben volentieri anch’io ho partecipato alla Notte dei Ricercatori tenendo una conferenza.
Riprendo da Oliver Sachs una frase pronunciata da Padre Brown, noto personaggio di G. K. Chesterton: “La scienza, quando la si può raggiungere, è una cosa grandiosa; nel suo senso, proprio una delle cose più grandiose del mondo. Ma che cosa intendono dire tutti questi uomini d’oggigiorno, almeno i nove decimi di loro, quando adoperano la parola scienza?”
La domanda ci stimola a qualche riflessione.
1 – E’ indubbio che senza la ricerca scientifica l’innovazione procederebbe con difficoltà e che in certi campi sarebbe assente.
Senza i lavori di Michael Faraday(1791-1867) non avremmo l’industria elettrica; le ricerche sui semiconduttori, sulla base della meccanica quantistica, aprirono la strada agli sviluppi dell’elettronica e dei computer; dalla scoperta dei raggi X, del positrone, della risonanza magnetica nucleare sono uscite tecniche diagnostiche importanti (TAC, PET, imaging a risonanza magnetica); gli studi sull’elettromagnetismo sono alla base delle telecomunicazioni; la genetica ha portato allo sviluppo delle biotecnologie, solo per fare gli esempi più noti.
Ma credo si debba rivendicare l’importanza della ricerca di base per il suo valore conoscitivo, indipendentemente dalla possibilità che i suoi risultati abbiano ricadute di valore pratico. Per questo la scienza deve essere finanziata; il non farlo sarebbe come se si tagliassero i finanziamenti agli studi di letteratura italiana, o di storia medioevale, o di filosofia, che difficilmente porteranno a risultati che incidano sull’economia, sulla salute o sulla produzione di beni.
Richard Feynman, uno dei più importanti fisici del secolo scorso, si è così espresso: “Physics is like sex: sure, it may give some practical results, but that’s not why we do it.” Un altro grande fisico, Robert R. Wilson, direttore del Fermilab (Chicago), alla domanda di un ministro se le ricerche ivi condotte potevano servire alla difesa del Paese, rispose: “It has nothing to do with defending our country, except to make it worth defending”.
Ancor più chiaro è stato, molti anni fa, Bertrand Russell: “Non si richiede al fisico o al chimico di provare l’importanza etica degli atomi, non ci si aspetta che il biologo dimostri l’utilità pratica degli animali e delle piante che studia. …. Il fisico moderno …. è preoccupato semplicemente di scoprire i fatti, non di esaminare se sono buoni o cattivi”.
2 – Un’attenzione particolare dovrebbe essere rivolta a mettere in guardia dalle frodi scientifiche, diffuse soprattutto nel campo della medicina e della biologia. Ne ricordiamo alcune:
il “Metodo Di Bella”, che ha illuso tante persone angosciate;
il siero anticancro, ricavato dalle feci e dall’urina di una capra, ideato dal veterinario Liborio Bonifacio;
il legame tra vaccini e autismo, sostenuto su Lancet da Andrew Wakefield;
gli inesistenti raggi N del fisico francese Renè Blondlot;
i lavori, inventati, di Jan Hendrik Schön, giovane fisico tedesco attivo presso i laboratori della Bell Telephone, sui semiconduttori organici;
la memoria dell’acqua, presunta proprietà dell’acqua di mantenere un “ricordo” delle sostanze con cui è venuta in contatto.
A ciò si possono aggiungere le cosiddette medicine alternative: pranoterapia, riflessologia plantare, floriterapia, Reiki, cristallo terapia, iridologia, etc.
Braccialetti della salute, magnetici o in rame, sono in commercio da lungo tempo; i produttori garantiscono effetti benefici, in particolare sui disturbi reumatici: alleviamento del dolore, azione antistress, stimolazione della circolazione e dell’organismo in generale, fino alla guarigione vera e propria da artrite e artrosi.
Le frodi scientifiche sono più facili da individuare nei settori della fisica e della chimica, dove si riscontrano raramente. Diversa è la situazione nel campo della biomedicina, dove falsificazioni, fabbricazione di dati e plagio sono abbastanza diffusi (E. Bucci:Cattivi scienziati; 2015); ad esempio, un’indagine su 8000 ricercatori ha rivelato che circa un terzo di essi ha ammesso pratiche scorrette nella propria attività, e da un esame rigoroso di 120 lavori nel settore dell’oncologia di base è risultato che un quarto di essi contiene dati fabbricati o falsi.
Quali i motivi? Certamente la pressione “publish or perish” per fare carriera e per ricevere finanziamenti per le ricerche. Ma anche la pressione di alcune industrie per ottenere certificazioni “scientifiche” in favore dei loro prodotti. E’ recente la notizia che decine di scienziati, negli anni 60, furono pagati dall’industria americana dello zucchero per sminuire il collegamento tra consumo e problemi cardiaci e spostare così l’attenzione sui grassi saturi.