“Vedendo passare in corteo i sessantottini, Eugène Ionesco li ingiuriò con una profezia: diventerete notai. In effetti molti di loro passarono da Agito ergo sum a Rogito ergo sum. La contestazione finì in cointestazione” (Marcello Veneziani “Rovesciare il ’68”)
I nottebianchisti non ci mollano; l’ultima sacca di involontaria e inconsapevole derivazione sessantottina (quella tutto edulcorazione ed epidermide e che non ha più nulla a che vedere con le rivendicazioni sociali per intenderci) continua stancamente ad attingere ad un armamentario trito e ritrito di nullismo culturale e propositivo. Evidentemente mal consigliata, anche l’ultima generazione di amministratori locali Pd pensa di griffare il mandato elettivo con una seratona godereccia a comando senza tema alcuno. Ma col titolo di “Notte bianca”; immagine di sicuro viatico verso il successo numerico. Come se in questi casi contasse qualcosa.
Così come concepita dalle nostre parti invece la “Notte Bianca” (che persiste solo a Scandiano e da poche altre parti) rappresenta una vera e propria occasione persa. Anche Reggio ci ha dato un taglio; negozi aperti fino a tardi, invito a fare casino liberandosi dai lacci borghesi dei freni inibitori, struscio sudaticcio e alcol a volontà perché il rimbambimento deve sottendere ogni secondo del tempo libero del cittadino bue, specie se giovane (magari con più d’una “g”).
Gli avvenimenti culturali una tantum e di importante richiamo dovrebbero al contrario essere legati a una proposta forte di riflessione sull’attualità o sulla storia. Dipende dal modulo. Ci si può svagare e divertire magari anche facendo uso, a sprazzi, del pensiero e della capacità critica. Alla notte dei musei a Roma, la serata è stata legata per esempio al martirio dei cristiani in mezzo mondo. per motivi (apparentemente) di appartenenza religiosa. E al rischio scomparsa di quelle prime comunità laddove nacquero paradossalmente le nostre radici culturali, in Medio Oriente. Senza troppo concedere agli “scontri di civiltà”, gli spunti di dibattito sono centinaia.
Coraggio dunque, amministratori presenti e futuri, guardate oltre e puntate più in alto della vescica rigonfia di birra dei nottebianchisti allo sbando e senza meta. Puntate dritti al cervello la prossima volta. Magari leggetevi Dostoevskij prima dell’ultima Notte Bianca.