Nonni “super” contro la crisi

Chi cantava “il vecchietto dove lo metto”? Chi diceva che il vecchio in casa era un peso? Chiunque fosse, dovrà ricredersi, perché la crisi ha dimostrato che quando tutto crolla, a salvare la famiglia italiana rimangono i suoi preziosi e atavici legami. Allentati e magari anche mutati dai cambiamenti di costume e mentalità, ma ancora lì, intatti nel loro ruolo di salvagente e “incubatrici” delle nuove generazioni. Insomma, in Italia si sta assistendo a un vero e proprio boom dei nonni, preziosi, in questi tempi da fame, sia per le pur spesso basse pensioni (che fanno entrare un minimo di reddito in famiglie alle prese con una crisi disperante) che per l'aiuto dato nell'accudire ai nipoti, aiutare nelle faccende di casa, oltre alla trasmissione di saperi. Un ruolo che si estende anche al volontariato, dove sempre più anziani diventano spesso i veri perni attorno a cui ruotano intere strutture.

E' proprio con un anziano toscano che Stamp segnala un  esempio di presidio prezioso del territorio e delle memorie: Ercole Rossi, nato nel 1938, che, come si legge nelle pagine web di Coldiretti, tiene in vita un mulino ad acqua a Fivizzano in Lunigiana (dove risiede) di proprietà della sua famiglia, usato in passato nella zona per macinare il grano. Si tratta dell’ultimo mulino ad acqua rimasto attivo in Lunigiana che, grazie a 13 cucchiai di rovere, sfrutta la potenza del corso d’acqua che scorre al di sotto di esso. D'importanza culturale grandissima, oggi, come lo era un tempo per la macina del grano: le scolaresche locali visitano il mulino che viene utilizzato dal signor Rossi per macinare granoturco, grano tenero e castagne, base dei prodotti tipici della Lunigiana come il testarolo e i panigacci.

Se questo è un ruolo che riconduce alla tradizione contadina che dagli strappi del tessuto sociale emerge sempre in Italia, tuttavia il ruolo di compensazione degli anziani a uno stato sociale sempre più ucciso da taglie e sciabolate non è da trascurare. “La presenza di un nonno in famiglia si sta dimostrando, nei fatti, fondamentale – rende noto la Coldiretti – per non far sprofondare nelle difficoltà della crisi moltissimi cittadini, come dimostra il fatto che il 37 per cento degli italiani ha chiesto aiuto economico ai genitori, secondo una indagine Coldiretti-Ixe”.

Insomma, crisi economica e crescita della disoccupazione falcerebbero molte più famiglie se non fossero le pensioni a “salvare” i bilanci per più di un nucleo famigliare su tre. E’  il dato che emerge dal sondaggio on line del sito www.coldiretti.it, i cui risultati sono stati divulgati in occasione dell’Assemblea di Federpensionati, la più grande associazione italiana di pensionati del lavoro autonomo alla quale aderiscono settecentomila agricoltori.
E dunque, il sondaggio ci informa che il 93 per cento degli italiani ritiene che “la presenza di un pensionato in famiglia sia una vera e propria fortuna con una netta inversione di tendenza nella percezione del ruolo degli anziani rispetto al passato. In particolare – precisa la Coldiretti – ben il 37 per cento sostiene che un pensionato in famiglia sia determinante per contribuire al reddito, mentre il 35 per cento lo considerata un valido aiuto per accudire i nipoti al di fuori degli asili e della scuola. C’è anche un 17 per cento che – continua la Coldiretti – ne apprezza i consigli offerti grazie all’esperienza ed un 4 per cento che si avvantaggia dell’apporto lavorativo nella casa mentre appena il 7 per cento degli italiani considera i pensionati un peso o un ostacolo”.

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