Firenze – Per conoscere la storia di Firenze non ci si può fermare ai Medici ma occorre conoscere anche quella delle grandi famiglie che dei Medici furono avversarie o alleate e che ebbero, comunque, un ruolo rilevante nelle vicende della Repubblica fiorentina.
A questo scopo ha offerto un contributo fondamentale Marcello Vannucci autore di molti libri sulla storia di Firenze. Tra questi Le grandi famiglie di Firenze. “Storie e misteri degli uomini e delle donne che fecero grande la città di Firenze”
Un’opera che serve anche ad approfondire le vicende dei Medici che sono oggetto di un altro testo di Vannucci (I Medici.Una famiglia al potere) perché la storia della famiglia egemone s’intreccia con quella dei loro alleati e dei loro avversari nei complessi giochi di potere all’interno di un ristretto spazio urbano vissuto come una sorta di microcosmo ma aperto ai rapporti e agli intrecci con gli altri Stati italiani.
Soprattutto Vannucci descrive una città che ha accolto nelle sue mura tanta gente venuta da fuori, dalle campagne dal contado o da altre città d’Europa; quindi un mondo da scoprire, un intrecciarsi di storie di gente, “mossasi da castelli feudali o da casupole dei più comuni servi del feudo medesimo; composta da mercanti in cerca di fortuna, ricchezza e fama” .
Vannucci – con il quale ho avuto la soddisfazione di realizzare vari programmi per rubriche di RadioRai e che ho apprezzato per lo stile narrativo, per l’accuratezza delle sue ricerche e per la passione che le animava – parlando delle grandi famiglie di Firenze non ha descritto solo i personaggi più importanti ma anche i comprimari e inoltre i palazzi, splendidi capolavori di architettura e vanto delle famiglie altolocate perché emblema della loro fortuna. Inoltre, troviamo le chiese, le piazze e le strade dove si sono svolti determinati avvenimenti (fausti e infausti ) dove si racconta la costruzione di potentati economici e politici: mercanti, banchieri, diplomatici, alti prelati, condottieri, alti magistrati, poeti, scrittori, artisti. Si susseguono storie di ascese e di cadute, di alleanze, legami matrimoniali, avventure scontri, congiure, ma anche storie d’amore e di odio con episodi ammantati di mistero.
Il libro annovera, in ordine alfabetico, dagli Acciaiuoli ai Vespucci, una settantina di importanti famiglie È’ con pazienza e amore per le proprie radici che Vannucci, profondo conoscitore di una Firenze che ha descritto e raccontato in tutti i suoi aspetti, va a ricercare le loro lontane origini, svelando curiosità e particolari sorprendenti che si nascondono dietro nomi che sono ormai divenuti veri e propri simboli rappresentativi di questa storica città.
Troviamo così le antiche famiglie di memoria dantesca come i Cerchi, i Donati, gli Albizi, i Rucellai, i Ridolfi e poi (prendendo solo alcuni esempi fra i tanti) i Pazzi, protagonisti di una prodigiosa ascesa e della celebre congiura, gli Stozzi ricchissimi banchieri famosi in tutta Europa, talora alleati ma poi rivali dei Medici, i Pitti altri rivali della famiglia egemone. Inoltre, procedendo sempre per saltus, i Corsini che come gli Aldobrandini ebbero un papa in famiglia e fu un Corsini , Luca, che nel 1494, antesignano di Pier Capponi, suonò le campane a martello per opporsi all’accordo fra Piero Piero de’ Medici e Carlo VIII.
Per incidens: anche un Ridolfi aveva molte probabilità di divenire papa ma morì, sembra di veleno, poco prima del Conclave
E si spiega chi erano i Brancacci che conosciamo soprattutto per la celebre cappella. Inoltre i Guadagni che seguono un paradigmatico cursus di ascesa economica e politica, come i Martelli – con il loro stemma disegnato da Donatello – poi i Gondi che risalgono al tempo di Carlo Magno. Un loro ramo, con Guidobaldo si trasferì a Lione poi a Parigi: annoverò un maresciallo di Francia e un fratello cardinale che condusse le trattative con il papa per l’abiura di Enrico IV e, a Firenze, per il matrimonio di Maria de’Medici con il re di Francia. Non mancano nomi di famiglie che hanno avuto celebri esponenti del mondo della cultura i Machiavelli, i Guicciardini, i Galilei , i Malagotti, i Vespucci.
Mi fermo qui perché altrimenti dovrei citarle tutte in quanto ogni pagina di questo libro contiene storie avvincenti ma il lettore vi troverà tutti gli altri nomi che gli vengono alla mente quando si parla dei palazzi di Firenze o dei nomi delle strade.
Nella seconda parte dei volume troviamo poi storie di misteri come l’incredibile vicenda di Ginevra degli Amieri che sembra uscita ante litteram da un racconto di Edgar Allan Poe o cruente come le tragedia di casa Canacci che ha risvolti horror e addirittura splatter. E la contesa tra due pretendenti di una bellissima cortigiana la Pisanella che, in corso Tintori, sguainarono le spade per un duello mortale.
O Bia figlia naturale di Cosimo I, ritratta dal Bronzino in una dei suoi dipinti più belli con un sorriso appena accennato, un velo di tristezza che sembra una premonizione della sua morte prematura
E inoltre aneddoti e curiosità. Ad esempio come Domenico Bogordi divenne il Ghirlandaio, la descrizione del corredo di una Tolomei (un elenco assai interessante che occupa ben quattro pagine del libro !) Inoltre, Mosca de ’Lamberti messo da Dante nella bolgia dei seminatori di discordie Vannucci racconta che, alleato degli Amidei ,avrebbe (forse ) coniato l’espressione poi divenuta proverbiale “cosa fatta capo ha” per sostenere che la “vendetta” contro Buondelmonte Buondelmonti che aveva disatteso i patti matrimoniali con gli Amidei per sposare una Donati doveva essere “definitiva” e non una semplice bastonatura come proponevano gli Amidei. In effetti, si concretizzò la domenica di Pasqua del 1216 con l’uccisione di Buondelmonte e della moglie.
In appendice Le storie nella storia di Francesco Contini e Silvia Sebastiani. Troviamo, tra la altre voci le biografie di Bice Portinari, Gemma Donati, Lucrezia Tornabuoni, Francesco Ferrucci, Alfonso de’Pazzi il poeta burlone. Inoltre, la vita avventurosa di Filippo Sassetti (che importò spezie dall’India ma fu anche promotore della conoscenza della grande cultura indiana) e, al tempo del duca Alessandro, la triste, tragica vicenda di Luisa Strozzi. Infine, Amerigo Vespucci e Gino Capponi.
Nell’introduzione a Le grandi famiglie di Firenze. (Newton Compton Editore). Marcello Vannucci ha scritto che è un’impresa ardua “Mettere insieme una commedia umana con un così grande numero di attori.” Specifica, infatti, la materia trattata “Da mercanti, artigiani, umili popolani, da feudatari che hanno lasciato i loro castelli, nella miracolosa Firenze, le famiglie che entreranno nella storia”
Impresa davvero ardua, dunque, ma assai ben riuscita perché Vannucci con le sue ricerche e con il consueto stile agile e discorsivo ha realizzato un vivace affresco delle grandi famiglie fiorentine nel corso dei secoli.