Ci sono sostanzialmente due aspetti che emergono dal convegno sulla legge 194 organizzato dal’associazione Iniziativa Laica intorno al quale si sono scatenate polemiche oltremodo infuocate. Il primo è la massiccia presenza di pubblico – nell’occasione per lo più femminile, dato l’argomento trattatto – che conferma l’interesse per temi quali la libertà di scelta, l’autodeterminazione, il confine tra Stato e individuo e dimostra come il dibattito non sia esaurito.
Il secondo aspetto, che fa da contraltare, è l’impressione che il confronto sia fermo al 1978, anno in cui è entrata in vigore la 194. Se c’è qualcosa in cui sembra avere fallito la legge sull’interruzione di gravidanza – considerata un modello in Europa – è il non essere riuscita a rappresentare un punto di incontro tra posizioni divergenti.
L’accusa che si è sentita ripetere più volte nel corso del convegno, infatti, è stata rivolta al centrodestra e alle associazioni pro life: vogliono cancellare la legge dall’interno, attraverso le truppe cammellate inviate a presidiare il consultorio, che da struttura sanitaria è divenuto campo di battaglia ideologico. E’ il concetto che hanno espresso a più riprese Laura Onofri, presidente del comitato “Se non ora quando” di Torino e Letizia Parolari, medico dell’ospedale S. Agostino di Milano secondo le quali a pagare il prezzo di tutto ciò è la donna e la sua libertà di scelta.
Che la 194 sia una buona legge lo dicono i dati forniti da Daniela Bertani, responsabile del servizio Salute e Donna dell’Ausl e dall’assessore comunale ai Servizi sociali, Matteo Sassi: il tasso di abortività è in calo costante. Allora, cosa ha innescato la miccia delle polemiche?
L’incendio è divampato a Correggio dove è stato stipulato un protocollo tra Comune e Asl, con il Movimento per la vita locale, Caritas e Croce rossa, che istituisce un contributo alle donne in difficoltà che decidono di non abortire. Nel frattempo, la Provincia dà il suo patrocinio al convegno di Iniziativa Laica. Apriti cielo. Interviene il Movimento per la vita, reagiscono i laici, il sindaco di Correggio si offende, in consiglio provinciale scoppia una battaglia a colpi di emendamenti, Sonia Masini finisce sotto attacco.
Sembra di essere tornati ai tempi di Adele Faccio e delle battaglie radicali. Invece sono passati più di 30 anni da quel 22 maggio 1978.