A Reggio Emilia, nella centralissima via Crispi, c’è una libreria molto particolare.
Si chiama “Libreria del Teatro”, entrando e uscendo dal negozio si incontra con lo sguardo l’ottocentesco teatro intitolato al grande attore teatrale e cinematografico Romolo Valli, gloria locale e indimenticato protagonista di capolavori come “Nocevento” di Bertolucci.
Il pavimento in legno e il bancone che accoglie i visitatori tradiscono le lontane origini della libreria, che infatti esiste dalla metà dell’800, e da subito fu luogo di ritrovo per carbonari e patrioti.
A metà degli anni ’20 del novecento viene rilevata da Nino Prandi, che prima, per le persecuzioni fasciste, era dovuto fuggire a Milano (era andato a fare il commesso alla libreria Baldini e Castoldi), poi era ritornato in città in via Crispi. I fascisti chiudono un occhio, la Libreria Prandi rimane uno dei pochissimi luoghi a Reggio Emilia in cui ai recalcitranti viene consentito di ritrovarsi, l’OVRA li tiene sotto controllo e al regime va bene così.
Il 25 luglio 1943 cade Mussolini, il libraio Prandi è uno dei fondatori del primo embrione del CLN reggiano, che nascerà il 28 settembre dopo l’occupazione nazista, a Reggio guidata nientepopodimeno che da Joachim Peiper, l’efebico ufficiale delle SS responsabile dell’eccidio di Boves a Cuneo e del massacro di Malmedy nella battaglia di Normandia. Perfino Eugen Dolmann, il raffinato numero due delle SS in Italia, l’interprete dei colloqui tra Hitler e Mussolini, frequenta la Libreria: i reggiani più anziani ricordano ancora il suo cane lupo che rimaneva al guinzaglio fuori dalla Libreria.
Agli inizi degli anni ’60 Prandi cede l’attività a un suo commesso, Nino Nasi, che assume la gestione della Libreria il primo luglio del 1960. 7 giorni dopo a Reggio Emilia i celerini di Scelba fanno strage di manifestanti a pochi metri dalla Libreria, 5 operai rimangono senza vita sul selciato, Nino Nasi chiama a casa la moglie Rina e, lasciando la cornetta del telefono fuori dalla porta della Libreria, le dice: “senti come sparano”.
Con Nino Nasi la libreria consolida ulteriormente la sua fama di salotto culturale alternativo della città. La lista di leader politici e grandi personaggi della cultura che la frequentano nei decenni, anche solo per sbirciare per pochi minuti gli scaffali sui quali stanno in miracoloso equilibrio migliaia di libri rari e riviste off, da Togliatti a Moravia, da Pannella a Marta Marzotto, passando per Rudolf Nureyev e il pittore Antonio Ligabue “Al Maaàt” è interminabile. Massimo Zamboni, fondatore dei CCCP-Fedeli alla Linea, ricorda che a metà anni ’80 la Libreria, ricettacolo di fanzine punk, psichedeliche, porno, di estrema destra e di estrema sinistra, fu il primo punto di distribuzione del loro primo mini album “Ortodossia”, Zamboni, Ferretti e Negri rimanevano ore fuori dal negozio per osservare chi usciva col disco sotto braccio. Pochi anni prima un giovanissimo Pier Vittorio Tondelli aveva consegnato a Nino Nasi i suoi primi manoscritti, Nasi li aveva inviati a Feltrinelli ed era uscito “Altri libertini”, il romanzo di esordio del grande scrittore correggese. 7 anni fa Nino Nasi, ormai novantenne, muore, e l’eredità passa sulle spalle della figlia Patrizia, che tra mille fatiche riesce a mantenere aperto lo storico presidio culturale. La libreria infatti è aperta part-time, nel resto della giornata Patrizia si guadagna da vivere insegnando pattinaggio ai bambini.
La Libreria ha continuo bisogno di aiuti economici, combattere contro Amazon e i megastore è una sfida improba. Perciò anche quest’anno, per la precisione giovedì 26 ottobre alle 20.30, si terrà una cena di raccolta fondi per sostenere la libreria. L’appuntamento è al Ristorante Chiacchiere e Cucina in Piazzale Oscar Romero, si pagano 50 euro a testa per un sontuoso menu con piatti e vini reggiani, prenotazioni in Libreria allo 0522-438865 e alla mail uncenaperlalibreria@gmail.com.
Nella foto in mezzo, la locandina dell’iniziativa. Sotto, Pier Vittorio Tondelli con Nino Nasi