“Bisogna rivedere l’offerta complessiva per chi va in centro il mercoledì sera. Nei primi anni il taglio dell’iniziativa era molto chiaro. Quest’anno, ma già l’anno scorso, è diventata una manifestazione più per i giovanissimi che per le famiglie”. La presidente di Confcommercio, Donatella Prampolini traccia un primo bilancio della settima edizione dei Mercoledì Rosa. E non nasconde la metamorfosi di un’iniziativa nata con l’obiettivo di portare le donne in centro per lo shopping serale e dare così una boccata d’ossigeno al commercianti del centro storico.
Anche quest’anno i Mercoledì Rosa hanno fatto registrare numeri importanti. Serate all’insegna del divertimento e non dello shopping, che era invece la “mission” originaria della manifestazione…
“Si, è così e lo abbiamo detto a più riprese. Parliamo di una manifestazione matura che ha bisogno probabilmente di essere rivista perché nel corso degli anni abbiamo notato una variazione del target. Quando è nata, l’avevamo pensata per il target degli anni Ottanta, con l’obiettivo di portare in centro persone intorno ai 40 anni, con figli e amici. E nei primi anni i Mercoledì Rosa sono stati caratterizzati proprio dalla presenza delle famiglie”.
Poi si sono trasformati in un appuntamento in grado di catalizzare soprattutto i giovani…
“Quando il target si modifica così tanto va bene per i pubblici esercizi, meno per altre attività. Le iniziative che portano gente in centro sono sempre le benvenute perché quando c’è gente c’è anche più sicurezza. Chiaro che 6 giorni su 365 non salvano il commercio dalla crisi, tanto più se lo sforzo non è ripagato da un afflusso di gente che magari non acquista, ma almeno guarda le vetrine”.
Confcommercio che cosa propone?
“Di rivedere l’offerta complessiva. Nei primi anni si è dato taglio molto chiaro. Oggi l’offerta è un pochino più leggera e non è in grado di catalizzare le famiglie”.
Resta il tema di rendere vissuto il centro storico 365 giorni l’anno. Lei come giudica le iniziative dell’Amministrazione comunale?
“Insufficienti e sbagliate. Non ultima quella sulla qualità dell’aria che vede rivisitati i tabù della Ztl piuttosto che delle pedonalizzazioni. Credo che vadano nel senso opposto. Se si continua, inoltre, a permettere l’apertura di centri commerciali fuori dall’esagono, non si può pretendere che la gente vada in centro. Il nostro concorrente oggi è il centro commerciale: ci arrivi comodamente, non paghi il parcheggio, hai l’aria condizionata, trovi tutte le agevolazioni possibili e immaginabili dalla viabilità a tutto il resto. Che decide di andare in centro, invece, non può trovare barriere sempre più alte…”.
“L’aumento della tariffa della sosta diventa una barriera. Si dice che da 1 euro a 1,50 non cambia molto, ma sono soldi in più che la gente fa fatica a spendere. Non parliamo poi della scarsità degli stalli. Qualcosa è stato fatto ma è ancora insufficiente. Poi c’è il tema della sicurezza percepita dalla gente. In città, dalle 16 in poi si vedono solo tanti extracomunitari…”.
Proposte?
“Bisogna affrontare queste problematiche contemporaneamente. Come Confcommercio lo abbiamo sempre detto. Senza un piano commerciale complessivo che vada dalle nuove autorizzazioni alle aperture di locali alla viabilità fino alla sicurezza, non risolveremo i problemi. Metteremo solo delle pezze”.