È il 1991 e Charlie è al suo primo anno di liceo. Molto intelligente, ma allo stesso tempo timido e insicuro, il giovane osserva il mondo tenendosi in disparte e facendo da tappezzeria. Un giorno due carismatici ragazzi dell'ultimo anno, la bella Sam e il suo impavido fratellastro Patrick lo prendono sotto la loro ala protettrice accompagnandolo verso nuove amicizie, il primo amore, il primo bacio, le prime feste. Inoltre, il suo professore di inglese lo introduce al mondo della letteratura facendo nascere in lui il sogno di diventare scrittore. Ma nonostante la felicità raggiunta, il dolore del suo passato tormenta ancora Charlie. Quando i suoi amici più grandi si preparano a lasciare il liceo per il college, l'equilibrio precario del ragazzo inizia a sgretolarsi.
Uscito nel 1999, il romanzo “Ragazzo da parete” di Stephen Chbosky è un racconto di coming of age epistolare. Attraverso le lettere del giovane Charlie ad un misterioso amico, questi racconta della sua difficile vita al liceo, della depressione, dell'amicizia e dei primi amori. Tutto questo potrebbe ricordare un brutto libro di Federico Moccia, ma la sensibilità e la grande capacità di Chbosky lo mettono su tutt'altro piano di quello dello scrittore italiano. Pubblicato grazie al supporto del canale televisivo MTV il libro è infatti diventato in poco tempo un piccolo cult per molti giovani tanto da spingere lo scrittore statunitense a portare sul grande schermo quest'opera curando sia la sceneggiatura che la regia. Presentato al Toronto International Film Festival a settembre e uscito lo stesso mese in America il film ha subito numerosi ritardi in Italia, tanto da far temere che non sarebbe più arrivato. Ma per fortuna l'attesa è finita e il pubblico italiano potrà andare a vedere questo ottimo film generazionale che da voce ai giovani e che ci ricorda di un passato in bilico tra spensieratezza e difficoltà.
“Noi siamo infinito” è una pellicola che sorprende, sicuramente è un film che non ti aspetti. Sono oramai decenni che non si vede un bel film sulla difficile vita al liceo. Guardando al passato con nostalgia possiamo ricordare un film su tutti, “The Breakfast Club” di John Huges, in assoluto il punto più alto di tutta la cinematografia adolescenziale degli anni Ottanta. E proprio a quello possiamo paragonare il film di Chbosky, non per struttura o quant'altro ma per le sensazioni che ci rimangono dentro a fine visione. “Noi siamo infinito” riesce a mettere in scena un racconto universale di crescita personale. Ma non solo, il film affronta anche temi più profondi e difficili come la depressione, le violenze domestiche e la morte. La profonda tristezza del ricordo che ha Charlie della defunta zia Ellen si infiltra nella narrazione con una dolcezza e una sensibilità meravigliosa, trasformando alcuni momenti in vero e proprio flusso di coscienza.
Peccato per la mancanza di una scena molto forte come quella dell'aborto della sorella di Charlie, tema stralciato completamente dalla versione finale del film sebbene inizialmente fosse stato contemplato il suo inserimento. Attraverso la difficile vita di Charlie, vittima di depressione in giovane età e abituato a rimanere in disparte facendo da tappezzeria (da qui il titolo originale del romanzo “The Perks of Being a Wallflower” ovvero i vantaggi di fare da tappezzeria), andiamo alla (ri)scoperta del difficile mondo liceale americano, un periodo che segnerà indelebilmente tutti coloro che ci passeranno, a volto positivamente, altre negativamente. Il racconto di quegli anni quasi infernali per molti giovani porta alla luce sentimenti contrastanti, una sensazione dolce-amara di nostalgia per un periodo delle nostra vita oramai conclusosi e che nel bene o nel male ha fatto di noi ciò che siamo.
Proprio questo è il punto focale del film, chi siamo noi? Vogliamo essere forti e violenti come i bulli “di successo” oppure vogliamo essere forti grazie alle persone che ci stanno intorno, agli amici e all'amore. Ci vogliamo “accontentare dell'amore che ci sentiamo di meritare” o farci avanti e lottare per ciò che desideriamo. Abbiamo la forza e la volontà di vivere la nostra vita e di non fare da spettatori passivi? Questi sono i temi centrali con cui il giovane Charlie si dovrà confrontare nella sua personale storia di crescita alla scoperta dell'amicizia, dell'amore e della vita.
Con una sensibilità fuori dal comune e una dolcezza infinita, Chbosky riesce a mettere in scena un film che tocca i punti più profondi del nostro animo. Da una parte ci sarà chi guarderà il film con nostalgia, ricordando un periodo della propria vita oramai finito, dall'altra ci sarà chi lo guarderà con partecipazione, sentendosi toccato da vicino dagli argomenti raccontati dalla pellicola. Ma tutti si ricorderanno di Charlie e dei suoi amici e di come bisogna avere il coraggio di non rimanere in disparte ma partecipare e buttarsi in quell'avventura chiamata vita.
Regia: Stephen Chbosky
Sceneggiatura: Stephen Chbosky
Genere: Drammatico
Nazione: USA
Durata: 103'
Interpreti: Emma Watson, Logan Lerman, Ezra Miller, Mae Whitman, Nina Dobrev, Johnny Simmons, Dylan McDermott, Paul Rudd, Tom Savini
Fotografia: Andrew Dunn
Montaggio: Mary Jo Markey
Produttore: Summit Entertainment, Mr. Mudd