Firenze – Sono a sedere sulle seggiole che si sono portate da casa: occhieggiano attraverso due cornici di cartone su cui sta scritto: “Non saremo il vostro trofeo”. Trofeo di chi? Della politica ad esempio, della gestione del Maggio, delle pastoie amministrative e anche di chi non ha prestato adeguata tutela a queste due donne che oggi, in piazza della Signoria, cercando di affermare che non sono fantasmi, che esistono. Due lavoratrici, o meglio ex-lavoratrici che ora sono senza: contributi, stipendio, accompagnamento, pensione. Niente di niente. E sono anche monoreddito. O meglio lo erano.
La vicenda in sintesi: L’incubo comincia quando, col piano della nuova gestione, le due lavoratrici vengono messe da un momento all’altro in prepensionamento. Forzato. “Non licenziate, non pensionate (senza diritto alla pensione, non avendo i contributi necessari se non fra 5 o sei anni), non esodate (dato che per uscire dal mondo del lavoro non abbiamo percepito un contributo di accompagnamento); in definitiva, prepensionate, non licenziate, anche se nella pratica sì, quindi senza diritto al sussidio di disoccupazione”. In pratica: cacciate. Dove? “Nella terra di nessuno – dicono – dove ogni diritto è cancellato”.
“Abbiamo percepito il TFR ma parliamo di una miseria. Io sono entrata come precaria nel 1983 – racconta Marzia Lippi, ex capo reparto del trucco e parrucco del Maggio – Sono stata stabilizzata solo nel 2002. Figuriamoci quanti contributi ho potuto maturare.. Adesso mi trovo a 61 anni, con un mutuo da pagare e senza un soldo”. Stessa situazione per Alida Cavallucci, una famiglia monoreddito da mantenere, assunta a tempo indeterminato a 53 anni, dopo anni di precariato, durante i quali si è occupata delle visite guidate. “Nel 2007 ho iniziato a lavorare all’Ufficio Scuola e da lì sono stata sbattuta in biglietteria, che avrebbe dovuto essere esternalizzata. Ho accettato nella speranza che, a passaggio avvenuto, avrei mantenuto il mio lavoro. Così non è stato. La biglietteria, tra l’altro, non è stata esternalizzata e ha riaperto agli stessi orari che facevo io”.
Da qui la decisione: sciopero della fame, a singhiozzo: oggi tutta la giornata entrambe, poi in alternanza.
E ora, sole, senza sindacati, senza appoggi, senza nessuno, sono davanti al Palazzo. A chiedere che sia riconosciuto un diritto almeno: ad esistere. E qualcuno si muove: la consigliera comunale Miriam Amato, Alternativa Libera, Gruppo Misto in consiglio comunale, legge il loro volantino e lo fa mettere a verbale in Commissione sanità e in Commissione Cultura. Escono anche le due consiglieri comunali Xekalos e Noferi, M5S. Scende anche Cristina Scaletti, consigliere comunale di Firenze viva, ex assessore regionale alla cultura, una che conosce molto bene le questioni del Maggio, insieme ai consiglieri di Firenze riparte a Sinistra Tommaso Grassi, Donella Verdi e Giacomo Trombi. Inoltre scende anche l’assessore comunale Gianassi, che assicura un suo nuovo interessamento. E’ doveroso aggiungere un ultimo particolare: la pensione delle due lavoratrici dipende dalla domanda inoltrata in tal senso dal Teatro.