Firenze – “Apprezziamo il cambiamento, ma ora bisogna porsi il problema della mobilità nel futuro. E non possiamo nascondere che le parole d’ordine devono essere: partecipazione e condivisione”. Sintesi permettendo, è questo il tono dell’incontro che stamattina i consiglieri comunali fiorentini Miriam Amato (Gruppo Misto-Alternativa Libera), Tommaso Grassi (FRS-Sinistra Italiana), Arianna Xekalos (Movimento 5 Stelle) hanno convocato con la stampa. Insomma, profonda soddisfazione per il ripensamento espresso dal sindaco Dario Nardella e dal ministro Graziano Delrio, ma ora fatti concreti. Anche perché l’abbandono del progetto di tunnel AV e della costruzione della stazione Foster non sollevano intanto dal “riaggiustamento” di alcune criticità emerse sin dall’inizio dei lavori, e poi anche dal ripensamento generale della mobilità.
Un punto su cui, ad esempio, sarà necessario intervenire e velocemente, è quello rappresentato dall’impatto dei lavori sulla falda sotterranea nelle zone della Tre Pietre, Campo di Marte e Macelli. Infatti, come spiegano i consiglieri, “i livelli della acque sotterranee sono pericolosamente sbilanciati e le presunte “mitigazioni” previste assolutamente insufficienti. È indispensabile dunque intervenire velocemente per il ripristino”.
“Un progetto, quello del “Passante”, nato male e cresciuto peggio, con oltre 20 prescrizioni già in fase di rilascio della Valutazione di impatto ambientale (VIA) – ricordano Xekalos, Grassi e Amato – per non dimenticare i danni che lo scavo dei tunnel avrebbe provocato in migliaia di appartamenti e monumenti, danni che sarebbero stati amplificati dall’uso di una sola fresa invece delle due sempre utilizzate in questi casi. Il Passante TAV si è dimostrato insostenibile ambientalmente, economicamente e politicamente.
Due importanti inchieste della magistratura hanno fatto luce sul sistema corruttivo e infiltrato dalle mafie dando così il colpo di grazia ad un progetto da sempre inutile, screditato e criminogeno”.
Insomma, il “grazie ci abbiamo ripensato” pur essendo sempre meglio che continuare in un’opera che mostra manifeste criticità è tuttavia un “esercizio” che costa pur sempre centinaia di milioni di euro, buttati letteralmente al vento. “Quello TAV di Firenze è un progetto che muore però troppo in ritardo, considerato che sono stati gettati al vento ben 760 milioni di euro. Una cifra che avrebbe potuta essere impiegata in maniera molto più costruttiva se i decisori politici avessero ascoltati gli appelli e i consigli di chi aveva visto, fin dall’inizio, tutte i problemi di questo progetto”. E non è finita qui.
Infatti, come spiegano i tre consiglieri comunali, “nonostante le indiscrezioni filtrate da Ferrovie; nonostante le dichiarazioni di Sindaco e Ministro, i lavori al cantiere dei Macelli proseguono e si continuano così a spendere risorse e a provocare danni che dovranno essere riparati. Come consiglieri comunali appoggiamo le associazioni del “Fronte No TAV” che sono unite dall’idea di una progettazione sostenibile del nodo ferroviario e, con loro, non intendiamo abbassare la guardia”.
Alle parole insomma seguano fatti concreti. Tanto più che l’abbandono del progetto di tunnel e stazione Foster aprirebbe grandi opportunità per lo sviluppo della mobilità nell’area fiorentina. “Si libererebbero finalmente una quantità importante di risorse per uno sviluppo reale della mobilità pubblica che risponda alle esigenze di abbattere il traffico privato, l’inquinamento conseguente e favorire un trasporto pubblico efficiente”. E, questo è un altro grande punto, “basta con cittadini che devono leggere di riunioni di vertice in cui si delega alle Ferrovie – e alle lobby interessate – la risistemazione del nodo ferroviario di Firenze”. dunque, meno “decsionismo” di vertici, perché è arrivato il momento “di aprire un approfondito dibattito in città per capire quali sono le reali esigenze della popolazione. Si deve avviare un concreto percorso di progettazione partecipata di cui i cittadini devo essere i protagonisti. Solo così si sconfiggono le lobby che hanno colonizzato tutte le istituzioni”.
Tanto più, sottolineano i tre consiglieri, che “il gruppo di lavoro di tecnici che negli anni passati ha analizzato approfonditamente il Passante AV e fatto concrete proposte è ancora attivo è a disposizione; l’Università di Firenze ha dato la disponibilità a lavorare per la realizzazione di un progetto di mobilità condiviso con la cittadinanza e di quanto distrutto (ai Macelli, a Campo Marte, a Santa Barbara). Insieme alle associazioni del “Fronte No TAV”, siamo pronti a mobilitarci in questo percorso e a dare ognuno il proprio contributo fattivo. Adesso tutti attendono atti concreti dalle istituzioni”.
Tutto pacifico dunque, si sta andando (comunque) verso un disimpegno dal progetto Tav almeno per quanto riguarda Firenze? Non sembra che tutto fili liscio., Infatti, lo scontro nel Pd si è acceso repentino con il segnale del “via” dato dal presidente regionale in quota piddina Eugenio Giani, che ha bollato il tentativo di “ripensamento” del primo cittadino, (subito spalleggiato dal ministro Graziano Delrio) come “pericoloso”: “Buttare a mare Tunnel Tav e Stazione Foster sarebbe un’occasione storica perduta“.