Come tanti di noi, penso in macchina. Guidare è un momento di elucubrazioni in solitudine, un regalo del Signor Tempo nelle giornate divise in segmenti sempre più frenetici: di solito è nell’abitacolo che prendo/non prendo decisioni, rielaboro situazioni, m’invento formule quotidiane. Mi piaceva l’idea di tradurre in una rubrichetta leggera e di poche pretese i pensieri di questi momenti, ed eccoci qui. Mi auguro di restituirvi un sorriso a fior di labbra, qualche volta, alla fine delle poche righe. Ironico o amaro, non importa.
Tra i vari argomenti che investono le umane genti, citerei volentieri l’emulazione (di chi: Corona? Calciatore? Attore? Tronista? Oddio). E stavolta toppano i maschietti. Complice forse la crisi: ha relegato tanti, troppi, in città? Magari dopo vacanze consumate take away a rimediare una fuggevole spruzzatina di tintarella? E allora al maschio sportivo che per tutto l’inverno si è concentrato sul potenziamento del proprio “aspetto riacesco” non rimane altra consolazione che sfoggiare la possanza non sul 20m in mezzo al mare, ma tra le reggiane mura. Perché anche la “tartaruga” – o chi per essa – possa trovare un suo momento di manifestata gloria, sdoganando quartieri e strade pubbliche dal novero dei luoghi dove non si fa.
Per l’estate nell’anno di grazia 2012 siamo andati oltre, infatti. Il primo esemplare, stimato sugli anta, fisicato, tatuato centroschiena, è stato avvistato attorno alle 14,30 in un torrido principio agostano lungo via Rosa Luxemburg, diretto verso il centro città. In bicicletta. Completamente denudato, indossava solo mutande a righine blu e verdi, mentre imprimeva foga alla pedalata. Nessun’aria da squilibrato, solo il piglio deciso di chi aggredisce via bike (hai voglia!) un tornante di montagna, ad 1 km dal centro della città più padana che c’è. L’avvistamento ci è costato due giri di rotonda, uno per riaverci, il secondo per instagrammare a futura memoria tanto convinto impegno.
Il secondo è un runner: solcava a grandi falcate la pista ciclabile nella trafficata e brulicante via Papa Giovanni XXIII delle 8.30 mattiniere, in piena settimana luciferina, con sguardo di sfida da fatica fisica e addosso solo i pantaloncini da corsa e il cardio ben stretto sotto il torace (c’è caldo… non si sa mai). Personalmente ci hanno lasciate di buonumore: sapendo che altre potrebbero gradire il genere, per puro spirito di solidarietà vi si informa che avete alte probabilità di incrociare – tra un Calatrava e la rotonda di Mazinga – simili esemplari. Sempre che non siate troppo fissate col buon gusto, perché sappiate che di questi magri tempi la regola è adattarsi.
Valeria Montanari