Non si può certo dire che ci mancasse ma tant’è a volte ritornano. Dalle nostre parti spesso. Parliamo di clima politico perennemente incentrato su destra-sinistra, fascismo vero o presunto ed antifascismo reale o pretestuoso. Fatto sta che il 10 novembre a Reggio, nella sala convegni dell’Albergo delle Notarie, avverrà la presentazione del libro “Compagno mitra” di Gianfranco Stella che si autodefinisce “saggista di destra”.
Ultimo prodotto di quel filone, di recente successo, di revisionismo di quella che viene indicata come la “vulgata resistenziale” e che cerca di minare l’importante della Resistenza nella lotta di liberazione arrivando in certi casi ad individuare in molti partigiani “semplicemente” personaggi assetati di sangue. Perlopiù innocente.
Spinti da quello che si configurerebbe come un “reato d’opinione” (paradosso od ossimoro, decidete voi), alcuni gruppi di sinistra hanno chiamato alle pacifiche armi manifestanti i propri adepti (Pci e Sinistra italiana) ed annunciano un presidio durante la presentazione del libro:
“La presentazione del 10 novembre, promossa da Centro Studi Italia, Associazione Pietro e Marianna Azzolini ed Associazione culturale Dea Minerva, si focalizzerà anche su quei capitoli del libro che trattano della Resistenza reggiana. Molti partigiani e alcune staffette vengono definiti come assassini e killer spietati dediti alle esecuzioni sommarie”.
“Pur riconoscendo che nel periodo della Resistenza e post bellico, per contrastare il nazifascismo alcuni partigiani, in maniera isolata, si siano fatti trascinare nell’orrore delle violenze, non possiamo oggi accettare la tesi che ‘la Resistenza non fu determinante nelle sorti della guerra, i partigiani non sostennero che una sola battaglia degna di questo nome’ e che ‘la teoria del riscatto nazionale decantata dagli apologeti del resistenzialismo fu un’invenzione posteriore che oggi si può definire un ennesimo falso storico’, come dichiara con tronfia convinzione Gianfranco Stella”.