Firenze – Una denuncia, un appello, una grido che viene lanciato da svariati genitori che giornalmente si recano a Careggi, presso neuropsichiatria infantile, a Villa Ulivella, per accompagnare i propri figli e che raccontanno di una situazione molto delicata resa ancora più difficile dalla cornice ambientale. Perché il problema, come raccontanto alcuni genitori, sta diventando insostenibile.
Ed ecco di cosa si tratta. Le condizioni in cui i giovanissimi utenti che usufruiscono delle cure in day hospital (con i genitori o i parenti che li accompagnano) sono caotiche sia per i giovani pazienti che per gli accompagnatori. “Siamo costretti a trascinarci fra il refettorio,la cappellina, la sala attesa di reparto – dicono – oltre a quella principale per 12 ore al giorno, creando disturbo a OSS e infemieri, che continuano nel frattempo a svolgere il loro prezioso servizio nelle stanze”. Perché il problema principale è uno e uno solo: non esiste differenziazione di spazio fra utenti in DH e gli altri pazienti, il che significa che, essendo la stanza che dovrebbe essere dedicata ai Dh occupata dai pazienti, la differenziazione non avviene. Risultato, come raccontano i genitori, i pasti con i figli devono essere consumati o in giardino nelle migliori delle ipotesi, o nella stanza di qualcun altro, con il continuo andirivieni da gestire, che aumenta, ad esempio su ragazzine alle prese con problemi di anoressia, confusione e ansia.
“La situazione non è mai stata ideale – dicono genitori e parenti – ma ultimamente sta degenerando, anche per la promiscuità fra situazioni di disagio molto diverse fra loro, che portano a crisi relazionali ed episodi che alzano il livello emotivo turbando i giovani utenti e noi stessi”. Una situazione che sta alzando la preoccupazione anche delle figure sanitarie.
Eppure, la soluzione ci sarebbe. Infatti, la sistemazione tutt’ora in corso, ovvero la sistemazione temporanea del reparto di neuropsichiatria infantile a Villa Ulivella, fu stabilita nel lontano 2009, quando venne presa la decisione, su impulso dell’allora assessore generale per il diritto alla salute Enrico Rossi, dalla direzione generale dell’Azienda Ospedaliera Universitaria di Careggi. Il reparto fu allestito su una superficie di circa 600 metri quadri e disponeva di 6 letti di degenza più 6 per il day hospital, oltre agli spazi per gli ambulatori, spostandosi così dal piano terreno del CTO in locali individuati e attrezzati nella struttura di Villa Ulivella.
Si trattava di una soluzione ponte, che prevedeva l’affitto di spazi esterni in attesa della collocazione definitiva del reparto nel suo ambito naturale, il nuovo Ospedale pediatrico Meyer. Nel frattempo, si sarebbe dovuta realizzare la sede definitiva individuata, al tempo, nell’area di Villa Pepi. Nel frattempo, a seguito di un protocollo d’intesa stipulato tra l’Azienda Ospedaliero-Universitaria Meyer, l’Azienda Ospedaliero-Universitaria Careggi e l’Università degli Studi di Firenze (25 marzo 2013) avvenne il trasferimento delle funzioni e delle risorse umane inerenti le attività di “Neuropsichiatria Infantile” dall’A.O.U. Careggi all’A.O.U. Meyer con decorrenza 1 aprile 2013. In questo frangente si continuò la convenzione per l’utilizzo degli spazi di Villa Ulivella.
La questione, fra le proroghe della convenzione, in attesa della nuova sistemazione di neuropsichiatria infantile nei nuovi spazi previsti nell’ex casa di cura Villanova, in via di Careggi, è continuata immutata fino ai nostri giorni, nonostante ancora nel febbraio 2019, con una delibera di giunta del comune di Firenze, venisse approvata una riqualificazione funzionale complessiva dell’ex Casa di cura Villanova di via di Careggi per ospitare funzioni sanitarie di alta specializzazione del Meyer. Un progetto di riqualificazione, restauro, ampliamento ed efficientamento che mantiene la destinazione d’uso del complesso e che dovrebbe infine regalare una casa stabile al reparto di neuropsichiatria infantile, all’interno delle attività di alta specializzazione da parte del Meyer.
Un traguardo che dovrebbe portare, finalmente, a una separazione delle aree dedicate a degenza e a day hospital. “Intanto – dicono genitori e parenti – rivolgiamo un pressante appello alle istituzioni sanitarie e non, affinché la situazione di inadeguatezza possa in qualche modo essere alleggerita. Ormai il caos e l’inadeguatezza degli spazi sono divenuti insopportabili per tutti”.