Il patto di stabilità, ha denunciato il Comune di Firenze alla stampa, non permette a Palazzo Vecchio di pagare alle oltre 1.000 aziende creditrici ben 39 milioni di euro che invece avrebbe disponibili. Il patto di stabilità è da tempo osteggiato anche dall’assessore regionale al Bilancio, Riccardo Nencini, che proprio ieri è tornato ad intervenire sul tema. Nencini ha ricordato che, lo scorso ottobre, la Regione Toscana ed i maggiori istituti di credito italiani hano firmato un protocollo d’intesa sulla base del quale le imprese possono cedere alle banche i crediti vantati verso la pubblica amministrazione a tassi di interessi agevolati. Grazie all’accordo siglato dalla Regione, chiedere un anticipo alla banca costa ad un’impresa fra lo 0,65% e l’1% di interessi, con uno spread agevolato che oscilla fra il 5% ed il 3% sommato al tasso Eurbor in vigore al momento della richiesta di anticipo. Con il protocollo, dunque, la Regione ha tentato di aggirare il patto di stabilità decretando che gli Enti locali paghino alla banca quanto dovuto per l’opera, mentre le aziende paghino gli interessi ma possano riscuotere un anno prima di quanto previsto dallo stesso patto di stabilità. Più di questo, ha spiegato Nencini, non era possibile fare. La Regione interverrà forse anche sul credito agevolato per le aziende, ma la rateizzazione delle tasse rimane un obiettivo irraggiungibile. La situazione, ha dichiarato l’assessore regionale, sta a cuore alla Regione in quanto il patto di stabilità mette a rischio i pagamenti alle aziende che hanno lavorato per gli Enti locali quando, invece, molti Comuni avrebbero disponibili i soldi per pagarle.“Ci sta tanto a cuore – ha concluso Nencini – che da tre anni la Regione Toscana ha provato a metterci un pezza, cedendo agli enti locali una parte del proprio tetto di spesa. Il patto di stabilità regionalizzato è stata un’autentica boccata di ossigeno per tanti Comuni. Ma abbiamo anche trovato un accordo con il sistema bancario per permettere alle aziende di cedere i loro crediti a tassi di interesse assolutamente concorrenziali. Solo comunque per i crediti che riguardano spese di investimento”.
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