Sant’Anna di Stazzema – Impiegarono solo tre ore, i professionisti dell’uccisione di civili, nel caso di Sant’Anna di Stazzema per la maggioranza assoluta donne, bambini, anziani, tre ore soltanto impiegò il reparto delle Ss Panzergrenadier-Division “Reichsführer, con i fascisti locali della 36ma brigata “Mussolini” travestiti con divise tedesche, per uccidere 560 persone. Gli otto fratellini Tucci con la mamma, Evelina nelle doglie del parto, il parroco del paese che chiedeva pietà per la sua gente, vecchi che non riuscivano neppure a scappare. La vittima più giovane, Anna, aveva solo 20 giorni. Poi fuoco su tutto. Bruciarono i corpi, le case gli animali.
L’ anniversario della strage nazifascista di Sant’Anna di Stazzema non si può dimenticare, non si può non narrare nuovamente, ogni anno che passa, perché quell’orrore fu talmente al di là di quanto si poteva immaginare, che si pensò fosse dvvero l’ultima pagina del degrado umano. E invece, a distanza di pochi giorni, quelle stesse figure, capitanate dallo stesso graduato, avrebbero di nuovo compiuto un altro dei massacri più efferati del ‘900 su suolo italiano, ovvero la strage di Marzabotto. Un filo rosso di sangue impossibile da spezzare, che lega le stragi compiute da divisioni in fuga e ormai solo assetate di vendetta. Un filo rosso che diventa, nel giorno della commemorazione del massacro (uno fra gli altri, forse il più spaventoso, ma furono almeno 150 le stragi compiute dai nazisti guidati quasi sempre da fascisti italiani della Repubblica di Salò sul territorio toscano), Rete dei Comuni toscani teatro di stragi ed eccidi nazifascisti.
Il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani ha firmato stamani il protocollo d’intesa che darà vita all’organismo per promuovere iniziative di divulgazione e diffusione delle conoscenze che salvano la memoria delle stragi e degli eccidi nazifascisti in Toscana. Insieme al presidente hanno sottoscritto l’intesa i Comuni toscani teatro di stragi nazifasciste, l’Istituto storico toscano della resistenza (ISRT), l’Istituzione Parco Nazionale della Pace, la Rete degli Istituti storici toscani della Resistenza e dell’Età Contemporanea, la Fondazione Museo della Deportazione e Resistenza di Prato, la Federazione regionale Toscana delle Associazioni Antifasciste e della Resistenza.
Giani, che come ogni anno è stato presente a Sant’Anna, ha sottolineato che nella giornata odierna, “dire mai più significa onorare i 560 civili inermi trucidati dalla furia nazifascista in una delle stragi più efferate della storia d’Italia, significa fare i conti con la memoria ma significa fare i conti anche con il presente guardando al futuro”. Ricordando l’Ucraina da Stazzema, luogo simbolo della resistenza, il presidente ha ribadito che la Toscana è e sarà sempre dalla parte della pace e della libertà, due dei suoi valori fondanti, che non li dimentica ma che si adopra per trasmetterli alle nuove generazioni. “Anche per questo è stata data vita alla Rete dei Comuni toscani teatro di stragi ed eccidi nazifascisti. Uno strumento con il quale si parla ai giovani perché conoscano e capiscano che la Costituzione italiana, cuore della democrazia, è nata proprio dalla Resistenza e dalla lotta antifascista. Fondamentale è non solo riflettere sul valore dei diritti dell’uomo ma difendere quei valori che derivano dalla lotta al fascismo: la libertà, la solidarietà, la giustizia sociale, l’impegno antifascista, la partecipazione, ma soprattutto la pace”.
I primi Comuni teatro delle stragi, che stamani hanno firmato il protocollo d’intesa, sono: Bagno a Ripoli, Barberino Tavarnelle, Stazzema, Firenze, Fucecchio, Massa Marittima Sesto Fiorentino, Figline Incisa Valdarno, San Casciano Val di Pesa, Greve in Chianti, Pontassieve, Colle Val d’Elsa, Ponte Buggianese, Camaiore, Guardistallo, Civitella, Pescaglia, Carrara, Pian di Scò e Pescia. A questo primo nucleo nelle prossime settimane si aggiungeranno le adesioni degli altri Comuni che sono stati teatro di stragi e eccidi nazifascisti in Toscana.
A Sant’Anna di Stazzema è giunto il messaggio del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in cui si ricorda che “l’orrore ha colpito le nostre terre, la nostra gente, a testimonianza degli effetti di ideologie perverse nemiche della dignità e della libertà delle persone”.
“La memoria dell’eccidio di Sant’Anna di Stazzema è, per l’intera Europa, una spinta costante a mantenere al primo posto il tema del rispetto della vita delle persone, della pace come orizzonte storico necessario, della partecipazione a comuni prospettive di vita e di sviluppo”, ha aggiunto il Presidente Mattarella.
Inoltre, il Presidente della Repubblica ha voluto ricordare e sottolineare che “dalla reazione a quell’abisso scaturì il riscatto morale e civile del nostro popolo, il secondo Risorgimento del nostro Paese. Da qui hanno preso le mosse le radici di una civile convivenza che ha trovato nella Costituzione i suoi architravi”.
Conclude Mattarella: “Gli italiani devono grande riconoscenza ai pochi testimoni sopravvissuti, ai familiari delle vittime, a quanti si sono impegnati negli anni a ricostruire circostanze ed eventi, a ricomporre le storie individuali. La loro testimonianza è stata preziosa, contribuendo a costruire un memoriale vivente, intimamente connesso ai valori e ai principi che regolano la vita della nostra comunità: monito permanente alle generazioni che si succedono”.