Cinque giovani tra i 25 ed i 22 anni – tra cui due ex dipendenti di una cooperativa che svolgono i lavorio allo scalo per conto di Fer – sarebbero i responsabili dell’incidente ferroviario che si è verificato nella notte tra l’11 e il 12 giugno nello scalo di Dinazzano, che ha provocato danni per un milione di euro senza, per fortuna, nessun ferito. A quattro mesi dai fatti, i responsabili del misterioso sabotaggio sono stati identificati dai carabinieri di Reggio e Casalgrande e del Ris di Parma coordinati dal sostituto Luciano Padula e dal procuratore capo Giorgio Grandinetti.
I cinque indagati, tre modenesi e due reggiani, sono chiamati a rispondere del reato di danneggiamento aggravato: si tratterebbe di una vendetta degli ex dipendenti nei confronti dei datori di lavoro per i turni e le mansioni lavorative ritenute inique. L’identificazione dei sabotatori è stata possibile grazie ad un paziente lavoro investigativo svolto attraverso intercettazioni e accertamenti scientifici dei Ris. Si temeva, infatti, che quel grave incidente fosse frutto di un sabotaggio – se non di una minaccia in stampo mafioso o addirittura un vero e proprio attentato – più che di un atto vandalico “sfuggito” di mano ai protagonisti, che hanno provocato come danni per quasi un milione di euro.