Negozi aperti tutte le domeniche? No grazie! La deregulation avviata un anno fa dall’ormai arcinoto decreto Salvaitalia, che liberalizzò in tutto il territorio nazionale il regime di orari degli esercizi commerciali, avrebbe dovuto incentivare i consumi e favorire la concorrenza. Dopo un anno i consumi delle famiglie sono calati del 2,2%, il saldo di natimortalità delle imprese del commercio al dettaglio è salito a quota -16 mila e, secondo le stime di Confesercenti, se questa legge non verrà cambiata altri 80 mila negozi chiuderanno nei prossimi anni. Per questo e per “ridare dignità a lavoro” , lunedì prossimo sbarca anche nella provincia di Firenze la campagna nazionale promossa da Confesercenti e appoggiata dalla CEI (Conferenza Episcopale Italiana) per dire no alla deregulation e restituire ai Comuni il potere decisionale in merito alle aperture festive degli esercizi commerciali. Con lo slogan “LiberalaDomenica” la campagna si propone di raccogliere entro fine giugno le 50 mila firme necessarie a presentare un’iniziativa di legge popolare. La raccolta firme, già partita nelle regioni Veneto e Trentino Alto Adige, ha raggiunto finora quota 10 mila, circa i 30% del totale. Ora Firenze si prepara a dare il suo contributo. Obiettivo: raccogliere 3 mila firme entro la fine di febbraio.
«La nostra proposta è finalizzata ad abrogare un pezzettino di quella legge, varata dal governo Monti un anno fa, che di fatto ha espropriato Regioni e Comuni della facoltà di decidere il calendario delle aperture dei negozi durante le festività civili e religiose – ha spiegato stamane il presidente della Confesercenti fiorentina Nicola Gronchi – Non chiediamo di star chiusi la domenica o nei giorni festivi, ma di restituire al governo del territorio il potere di scegliere quali feste salvaguardare». La deregulation non ha portato all’aumento dei consumi ed anzi, denuncia la Confesercenti ha favorito solo la grande distribuzione «perché – ha spiegato Gronchi – lavorare la domenica può portare un vantaggio economico solo agli esercizi con più di 15 dipendenti. Al di sotto di questa soglia l’apertura festiva diventa solo un costo» «L’Italia – ha aggiunto – è l’unico Paese europeo ad avere questo regime di deregolamentazione del commercio».
«La diocesi di Firenze affronta da tempo il tema del valore della domenica – ha commentato Don Giovanni Momigli, direttore dell’ufficio diocesano per la pastorale Sociale e del lavoro – La liberalizzazione degli orari dei negozi risponde a uno stile di vita e auna visione della società che nega il valore antropologico della festa, nel senso che la festa ha valore per la persona e la comunità se la si fa insieme».
A partire dal lunedì 21 sarà possibile firmare la proposta di legge presso gli sportelli URP di 5 Comuni dell’area Fiorentina: Firenze, Borgo San Lorenzo, Empoli, Figline Valdarno, Scandicci. A Firenze Confesercenti allestirà poi 3 presidi di raccolta firme in Piazza Dalmazia, Isolotto e Via Gioberti.
A partire dalla prossima domenica, 20 gennaio, punti di raccolta firme saranno allestiti anche in alcune parrocchie: a Firenze nella parrocchia dell’Isolotto, nella chiesa di Santa Maria Ausiliatrice a Novoli, e nella chiesa di Santa Caterina da Siena a Coverciano. A Borgo San Lorenzo nella parrocchia della Pieve, ad Empoli presso la Propositura di Sant’Andrea e a Scandicci nelle parrocchie di San Batolomeo in Tuto e San Salvatore e San Lorenzo a Settimo.