Navi, bombe e deserto nel “diario di guerra” del marconista Miraglia

1941-1942, una voce in diretta dal fronte libico. Presentazione il 21 luglio a Firenze

Sembra di sentirla sulla propria pelle, la guerra di Libia di Michele Miraglia, marconista, uno dei tanti soldati che il regime inviò in una terra che con accenti trionfalistici si pretendeva “addizione italiana”, sottacendo tutto ciò che non tornava alla retorica mussoliniana. Sembra di sentire il sale di quel Mediterraneo in cui Miraglia rischia di terminare immediatamente la propria avventura in seguito al bombardamento della propria nave, di respirare la sabbia del deserto libico, di sentire le proprie orecchie perforate dalle sirene, dalle bombe che cadano, dalle urla di chi muore.

miraglia okPerché con l’annotazione giornaliera, in un italiano che curiosamente mescola termini retorici dell’Italia fascista a sintassi siciliane, di ciò che un uomo è chiamato ad affrontare quando si trova nel mezzo ad una guerra, Miraglia compie un miracolo: soffia via dalle pagine della Storia la polvere e ci fa entrare direttamente, senza perifrasi o digressioni, nel mezzo a un mondo in cui l’imperativo di fondo non è la gloria della Patria o quella del proprio personale valore, ma la sopravvivenza. Attenzione: niente di minimalista, niente di, in qualche modo, “diminutivo”, in queste pagine: piuttosto, un dolente senso del dovere che, nella sua caparbia riproposizione, dà la dimensione più vera di un profondo carattere nazionale.

Il libro “La mia Libia – Diario di guerra 1941-1942(114 pp., 12,90 euro: StampEditore, primo titolo della neonata collana Ars memoriae) verrà presentato domani, giovedì 21 luglio, alle 17,30, c/o la SMS di Rifredi (Via Vittorio Emanuele 303 – Firenze).

Presente Osvaldo Miraglia, figlio di Michele, dal cui incontro con la giornalista Stefania Valbonesi (direttrice di collana) è scaturita l’idea di trasformare il diario paterno in libro. Partecipano alla presentazione, oltre a Osvaldo Miraglia, il professor Matteo Mazzoni, autore della prefazione e direttore dell’Istituto della Resistenza toscano, il presidente della casa editrice Stamp Editore Alessandro Pagnini e il coordinatore editoriale Ciro Piccinini. 

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