Nella mattinata di ieri, 14 febbraio, l’amministratore delegato di Costa Crociere, Pier Luigi Foschi, è stato ascoltato dai pubblici ministeri grossetani presso la caserma dei carabinieri della città maremmana. L’interrogatorio è andato avanti per un paio d’ore, ed all’ad della compagnia di navigazione genovese è stato chiesto della rotta tenuta la notte del 13 gennaio dal capitano Francesco Schettino, dei tempi e delle modalità di allarme all’interno della Costa Concordia e dell’ordine di abbandono della nave. Mentre il procuratore Francesco Verusio poneva le sue domande a Foschi, in Procura veniva ascoltata l’avvocatessa che, dopo il naufragio nelle acque dell’isola del Giglio, andò a prendere Schettino e trasportò il suo computer, nonché uno degli ufficiali che erano in plancia la notte del disastro, Simone Caressa. Sempre sul fronte delle indagini, Verusio ha dichiarato che la Procura grossetana valuterà un ricorso contro l’ordinanza del tribunale del Riesame di Firenze che ha confermato gli arresti domiciliari per il capitano della Costa Concordia. «Tecnicamente è possibile», ha detto. «Tante cose mi lasciano perplesso su certe impostazioni date dal tribunale del Riesame», ha concluso il procuratore maremmano. Anche l’avvocato difensore di Schettino, Bruno Leporatti, ha annunciato che presenterà ricorso contro l’ordinanza del Tribunale del Riesame di Firenze che, il 7 febbraio, ha deciso la conferma degli arresti domiciliari concessi al capitano della Concordia dalla sentenza del gip di Grosseto, Valeria Montesarchio. Il Riesame ha ritenuto, differentemente da quanto evidenziato dalla Procura grossetana, che non sussistano il pericolo di reiterazione di reato né quello di fuga all’estero per evitare un’eventuale condanna o il pagamento di ingenti risarcimenti alle vittime del naufragio del Giglio. Schettino, sostiene il Riesame, non potrebbe reiterare il reato in quanto, considerate le proporzioni del disastro, difficilmente potrebbe tornare a pilotare una nave, anche si trattasse di una piccola imbarcazione anziché di una nave da crociera. Sempre il Riesame ha deciso che le intercettazioni ambientali al comandante della Costa Concordia, effettuate nella caserma di Orbetello, non sono utilizzabili nell’inchiesta in quanto mancavano i presupposti di legge per metterle in atto, essendo Schettino al momento delle intercettazioni indagato per omicidio colposo. «Sono estremamente fiducioso sulla posizione del mio assistito», ha dichiarato invece il legale difensore di Ciro Ambrosio, il secondo di Schettino. L’avvocato Salvatore Catalano ha aggiunto che il suo assistito non ha al momento ricevuto alcuna convocazione da parte dei pubblici ministeri di Grosseto per essere ascoltato prima dell’incidente probatorio del 3 marzo. Sul fronte delle operazioni sul relitto adagiato sulle secche della Gabbianara, invece, continuano a pieno regime, dopo lo svuotamento dei primi due serbatoi, le operazioni di defueling. «Se le condizioni meteo-marine rimarranno buone come in questi giorni – ha dichiarato l’ammiraglio della Capitaneria di Porto di Livorno, Ilarione Dell'Anna – nell'arco di 3-4 giorni saranno completate le operazioni di svuotamento dei primi 6 serbatoi della Costa Concordia, dopodiché le operazioni si fermeranno per consentire la flangiatura dei rimanenti 9 serbatoi». «Al momento – ha proseguito – non si registrano sversamenti di nessun genere in mare e le operazioni di defueling non hanno influenzato o alterato la stabilità della nave». Il problema potrebbe venire, a questo punto, dai movimenti del relitto. Secondo gli esperti la nave da crociera semisommersa starebbe collassando a causa del suo eccessivo peso e rischierebbe di sprofondare nell’abisso vicino al quale è poggiato dalla notte del 13 gennaio.
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