Quella maledetta sera del 13 gennaio 2012, c’è da ammetterlo, forse in Costa Crociere non erano preparati a fronteggiare un disastro come quello causato dal naufragio della Concordia di fronte all’isola del Giglio. Nella società armatrice genovese, c’è da scommetterlo, saranno certamente più preparati ad affrontare l’avviso di conclusione delle indagini dell’inchiesta sul naufragio che nella mattina di oggi, giovedì 24 gennaio, la Procura di Grosseto le ha recapitato. I reati contestati a Costa Crociere sono quelli commessi dai suoi dipendenti, in particolare dal capitano Francesco Schettino e da Roberto Ferrarini. Sulla società genovese, però, dovrebbero ricadere solo responsabilità amministrative per le quali il rischio è il pagamento di una sanzione pecuniaria dell’ordine delle centinaia di migliaia di euro. Costa Crociere ha, da oggi, 20 giorni di tempo per presentare una sua memoria, e c’è da star sicuri che non si farà trovare impreparata, almeno non stavolta. Trascorso questo periodo di tempo, la Procura di Grosseto deciderà se richiedere il rinvio a giudizio. Fra le inadempienze contestate all’armatore genovese per la tragedia del Giglio, la mancata osservanza delle procedure di emergenza previste in caso di naufragio, la mancata comunicazione dell’allarme generale, aver minimizzato l’entità dei danni alla Concordia dopo l’urto contro gli scogli delle Scole, e, infine, la mancata comunicazione dell’avaria di bordo alle autorità marittime, alle quali venne parlato soltanto di un black-out.
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