Naufragio Concordia: l’incubo continua

La protagonista è stata, ancora una volta, lei, la balena d’acciaio. La sua sagoma, come una presenza inquietante, si è stagliata, ad un anno dal naufragio, sullo sfondo delle celebrazioni dell’anniversario, il primo, della tragica notte del 13 gennaio 2012. C’erano proprio tutti ieri, domenica 13 gennaio, al Giglio. C’era il ministro dell’Ambiente, Corrado Clini. C’era il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi. C’era il capo della Protezione Civile, Franco Gabrielli. C’erano anche i ragazzi della squadra di Terza Categoria dell’Aegilium, dato che la Figc aveva concesso, dopo averlo negato in un primo momento, lo spostamento della gara di campionato contro lo Scansano, che si doveva giocare proprio in concomitanza con le celebrazioni per l’anniversario della tragedia. C’era anche l’ufficiale Gregorio De Falco, che nella notte del naufragio intimò a Schettino quel perentorio “Vada a bordo, cazzo!” che ha fatto giustamente il giro del mondo. Il grande assente, invece, era proprio il capitano della Costa Concordia. Francesco Schettino ha deciso, infatti, di non recarsi sull’isola del Giglio. È intervenuto, nel pomeriggio, con un’intervista andata in onda nel corso della trasmissione Rai “Domenica In”, condotta da Massimo Giletti. L’ex capitano della Concordia ha spiegato le ragioni del suo mancato intervento al Giglio con la volontà di non esibire il dolore. «Il dolore, a mio avviso, non va esibito, è qualcosa che noi ci portiamo dentro», ha dichiarato. È quindi passato ad attaccare il timoniere, reo di non aver compreso, quella notte di follia, il suo comando che, se correttamente eseguito, avrebbe a suo dire salvato la rotta della nave. «Quello non era un inchino, era un passaggio vicino all’isola, pianificato con la Costa», ha spiegato Schettino. La rotta da lui indicata, ha spiegato l’ex capitano, passava a circa 600 metri dall’isola, una distanza che avrebbe impedito l’urto con gli scogli delle Scole. «Avrò sempre qualcosa nel cuore che mi legherà alle famiglie delle vittime. Ma il dolore non va esibito», ha ribadito quindi Schettino. De Falco, però, si è rifiutato di intervenire al programma di Rai 1 una volta visto scorrere sullo schermo un servizio intitolato “La versione di Schettino”. «Di Schettino non parlo», ha dichiarato l’ufficiale abbandonando la diretta. Nonostante la sua volontà di non venir considerato l’anti-Schettino, l’ufficiale della Capitaneria di Porto di Livorno ha così sostanzialmente confermato il suo ruolo di “parte buona” della tragedia da contrapporre al colpevole Schettino. Per tutta la giornata del Giglio, De Falco se ne è stato in disparte, ripetendo più volte di non essere un eroe e di essere sull’isola a titolo personale per stringere la mano ai parenti delle vittime. Parenti delle vittime che, da tempo, speravano di incontrarlo e ringraziarlo. Ma ora che la memoria ha di nuovo lasciato spazio al lavoro per la rimozione, l’ufficiale tornerà in disparte. Per sua scelta, giusta o sbagliata che possa considerarsi.

webGiglio_IMG_2240_d3.jpegUna targa in ricordo delle 32 vittime del naufragio
Le celebrazioni per il primo anniversario del naufragio della Costa Concordia sono iniziate ieri, domenica 13 gennaio, alle 8.00 del mattino. Due traghetti con a bordo i parenti delle 32 vittime ed alcuni naufraghi sono partiti da Giglio Porto in direzione del gruppo delle Scole, dove lo scoglio strappato al mare ed incagliatosi nella pancia della Concordia, è stato riposizionato. Un secondo pezzo dello scoglio delle Scole divelto dalla Concordia è stato recuperato negli scorsi giorni, ma non sarà rimesso al suo posto. Il masso si trova adesso sul pontone Voe Earl, la piattaforma mobile della Titan Salvage che viene utilizzata per i lavori di rimozione della Concordia. I traghetti, poi, hanno virato in direzione di Punta Gabbianara, e sono state gettate in mare, fra un silenzio che sapeva di pianto, mazzi di fiori in ricordo delle vittime del naufragio. Poi la messa nella chiesa dei santi Lorenzo e Mamiliano, celebrata dal vescovo di Pitigliano-Sovana-Orbetello, monsignor Guglielmo Borghetti. Al termine della cerimonia è stato letto un messaggio del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che ha rivolto il suo «commosso pensiero» alle vittime della tragedia ed espresso la sua «rinnovata solidarietà a quanti sono stati segnati da quel terribile incidente». Alle 15.30, presso il Molo Rosso, è stata posta una lapide in memoria delle vittime, mentre alle 18.00 presso la chiesa dei santi Pietro e Paolo di Giglio Castello è andato in scena un concerto di solidarietà. Alle 21.45, l’ora del naufragio, è stato infine osservato un minuto di silenzio, al termine del quale sono risuonate le sirene delle imbarcazioni del porto e lanciate 32 lanterne luminose a simboleggiare le 32 vittime del naufragio del 13 gennaio.

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Gabrielli: il vero pericolo è lo sversamento delle acque interne alla nave
Il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, si è detto ottimista sulla rimozione della Concordia. Alla fine, ha spiegato ai giornalisti, si dovrebbe riuscire a portare via la balena d’acciaio dalle acque del Giglio e permettere agli abitanti dell’isola di tornare alle loro vite prima della tragedia. Il porto nel quale dovrà essere trasportata la nave dopo la rimessa in galleggiamento, ha ribadito ancora una volta il Governatore, dovrà essere quello di Piombino. Questo perché è la soluzione che da più garanzie dal punto di vista ambientale, dato che in un giorno e mezzo la Concordia dovrebbe essere scortata nel porto. Inoltre Piombino è una sede attrezzata per lo smantellamento e, se devono esservi ricadute economiche, è bene che queste siano per la Toscana, che il naufragio lo ha subito. Anche il capo della Protezione Civile, Franco Gabrielli, è tornato sulla questione della rimozione della Concordia. «Il vero problema – ha dichiarato – è il trattamento delle acque interne alla nave. Su questa partita saremo particolarmente attenti: quando la nave sarà raddrizzata per essere condotta in porto, dobbiamo capire quale tipo di sversamento ci potrà essere. Quello è il vero problema».
concordia_protciv1.jpegL’incubo, dunque, resta quello del disastro ambientale. Le acque del Giglio, ha spiegato però Gabrielli, «sono le acque più controllate d’Italia» e le preoccupazioni di Legambiente, anche se giustificate, sembrano eccessive. Nonostante la valutazione positiva della proroga dello stato di emergenza al 13 dicembre 2013 ed il giudizio positivo di Ermete Realacci, responsabile della green economy del Partito Democratico, l’associazione ambientalista è tornata a denunciare le sue perplessità sul progetto di rimozione. Non solo, infatti, i costi sono saliti da 300.000.000 di dollari a 400.000.000 di dollari, ma la tempistica è sempre meno chiara. Gabrielli, dal canto suo, ha ribadito che la rimozione della Concordia è un’impresa titanica e mai tentata prima d’ora, confermando che la rimozione è prevista per settembre 2013.

Foto da http://www.protezionecivile.gov.it e http://www.toscana-notizie.it

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