Natale: cronaca di una notte felice e solenne sui monti di Prato

Prato – Non è curiosità quella che spinge tantissimi fedeli di Prato (quest’anno sono stati in  più di trecento) ad arrivare al Chiesino di Cavagliano che si trova a circa 500 metri di altezza, percorrendo un sentiero tortuoso avvolto dalle tenebre e illuminato solo dalle fiaccole dei volontari della V.A.B (Vigilanza Antincendi Boschivi una sezione della Protezione Civile di Prato), per assistere la notte di Natale alla Santa Messa.

Una tradizionale funzione religiosa che si ripete da circa 35 anni, grazie alla volontà degli organizzatori
della V.A.B, molto amata dai pratesi, che viene celebrata tra queste aspre colline che circondano la città toscana della fabbrica delle stoffe conosciute in tutto il mondo. Inoltre il panorama che si gode da qui è unico perché  Prato appare in uno splendore di luci che si riflettono nel buio della notte.

Lungo il sentiero sulle pendici del colle c’è la piccolissima chiesa medievale in muratura, spoglia, con pochi posti a sedere, sopra l’altare una lucida terracotta raffigurante la Madonna  con il Bambino e su di una parete bianca un Rosario dai grani grossi e scuri,che pare disegni una croce.

Ogni anno il 24 dicembre la messa viene celebrata come vuole la tradizione a mezzanotte e all’aperto anche in caso di pioggia: di fronte alla chiesa c’è un tavolo coperto da un telo che funge da altare e al parroco, scelto dalla Curia Vescovile della città, viene dato un megafono affinché tutti i fedeli, rifocillati con panettone  e bevande calde,dai volontari della Protezione Civile e della Misericordia,possano ascoltare l’omelia.

Le parole del sacerdote, quest’anno padre Gioacchino nativo della Costa d’Avorio, insieme a quelle dei fedeli risuonano nel buio della notte illuminata solamente dalla luna, dalle stelle del cielo e dalla luce artificiale della cometa e delle lampade a terra alimentate dai generatori.

L’atmosfera è di quelle che non si dimenticano più, perché chiunque sia venuto in questo luogo e ha assistito alla messa della Vigilia, ha detto che si respira non solo un’aria di pace, di amore e di condivisione, sentimenti che arrivano dritti al cuore, ma sembra di rivivere ciò che accadde a Betlemme più di duemila anni fa .
Qui, da quanto narrato dai Vangeli, in una mangiatoia, tra le braccia di Maria vegliato da San Giuseppe, riscaldato dal bue e l’asinello, circondato dai pastori chiamati dagli Angeli, nasceva in umiltà, un Bambino  di nome Gesù, che avrebbe cambiato di lì a poco la storia dell’umanità.
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