Firenze – A pochi giorni dall’applicazione e dal dibattito sulla legge 81/2014 che riforma il sistema degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari, il consigliere regionale Nicola Nascosti (FI) riporta l’attenzione mediatica sull’impraticabilità, secondo il suo punto di vista, delle soluzioni messe in campo in Toscana.
Innanzitutto, afferma che la chiusura dell’Opg di Montelupo risponde più a benefici “elettorali” ricercati sull’onda della normativa nazionale che già da qualche anno prevedeva che la Regione si occupasse di tali strutture.
La legge inoltre richiede che le sistemazioni alternative rispondano a determinati criteri. L’Istituto Gozzini individuato non rappresenta, per Nascosti, una soluzione adeguata: “Le celle devono essere più ampie e c’è necessità di bagni ad hoc e di un innalzamento dei muri: lo prevede la legge”. Questi lavori di messa a norma potrebbero durare “minimo due o tre anni” per un costo che si aggira, secondo stime della Regione, intorno ai 3 milioni di euro. Il problema è che, oltre a chiudere gli opg, “non si è pensato al dopo. Non abbiamo nulla da congratularci con Rossi”.
Nascosti in conferenza stampa avanza dei dubbi anche su una possibile situazione di emergenza che potrebbe verificarsi all’interno dell’Istituto: i pazienti dell’Opg sono sotto tutela dell’Asl. Ciò significa che la polizia penitenziaria, nel caso estremo di “insurrezione” paventato dal Consigliere, ma anche in caso di qualunque problema di sicurezza, deve aspettare un’autorizzazione dell’Asl per intervenire sui pazienti. “Nella stessa struttura, quindi, si troverebbero contemporaneamente detenuti che dipendono dalla polizia penitenziaria, giudiziaria e dal Ministero dell Sanità”. Tutto questo causerebbe notevoli complicazioni anche a livello gestionale.
C’è da dire inoltre che non potremmo più pensare che sia sufficiente il personale del Gozzini: occorrono “figure specializzate e abituate a trattare con detenuti di questo tipo”, e soprattutto in grado di smascherare criminali che molto spesso si fingono malati psichiatrici per avere agevolazioni di pena o condizioni più favorevoli nella detenzione, continua Nascosti.
Oltre al dato positivo della chiusura degli Opg, il Consigliere vuole presentare le zone d’ombra, l’altro lato della medaglia: “Il Gozzini potrebbe non essere più il fiore all’occhiello della Toscana e una struttura da prendere ad esempio, come invece è stato finora”.
Nascosti ha mostrato un lettera dei detenuti attuali del Mario Gozzini, che si definiscono “preoccupati” per lo scenario che si sta prospettando: “L’Istituto non è preparato all’accoglienza di detenuti con patologie psichiatriche e riconvertirlo a questo scopo comporterà sicuramente un costo ulteriore per la società (…) Ci sentiamo trattati come merce di scambio e non come esseri umani che hanno commesso degli errori ma cercano di riprendere in mano la loro”.