Nel periodo magico del Natale tutte le famiglie condividono momenti di gioia per la nascita di Gesù Cristo a Betlemme, mentre i bambini, quelli che si sono ben comportati, nel loro caldo letto attendono l’arrivo di Babbo Natale che scende dal camino per mettere i regali attesi sotto il celebre “Albero di Natale” pieno di luci e di palle colorate. Oltre al tradizionale “Albero di Natale”, in tutto il mondo, si prepara una rappresentazione risalente al periodo medioevale della natività di Gesù Cristo: il Presepe.
Il termine deriva dal latino “praesaepe” dall’unione delle parole “prae” che vuol dire innalzi e “saepe” che vuol dire recinto, cioè un luogo recinta.
Gli avvenimenti della Natività sono stati narrati nel Vangelo degli apostoli da Matteo: “Ecco com’è nato Gesù Cristo. Maria, sua madre, era fidanzata con Giuseppe; essi non vivevano ancora assieme, ma lo Spirito Santo agì in Maria ed ella si trovò incinta. Ormai Giuseppe stava per sposarla. Egli voleva fare ciò che era giusto, ma non voleva denunciarla di fronte a tutti. Allora decise di rompere il fidanzamento, senza dir niente a nessuno. Ci stava ancora pensando, quando una notte in sogno gli apparve un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, discendente di Davide, non devi aver paura di sposare Maria, la tua fidanzata: il bambino che lei aspetta è opera dello Spirito Santo. Maria partorirà un figlio e tu gli metterai nome Gesù, perché egli salverà il suo popolo da tutti i peccati». E così si avverò quello che il Signore aveva detto per mezzo del profeta Isaia: Ecco, la vergine sarà incinta partorirà un figlio ed egli sarà chiamato Emmanuele. Questo nome significa: «Dio è con noi». Quando Giuseppe si svegliò, fece come l’angelo di Dio gli aveva ordinato e prese Maria in casa sua. E senza che avessero avuto fin’allora rapporti matrimoniali, Maria partorì il bambino e Giuseppe gli mise nome Gesù. Gesù nacque a Betlemme, una città nella regione della Giudea, al tempo del re Erode. Dopo la sua nascita, arrivarono a Gerusalemme alcuni uomini sapienti che venivano dall’oriente e domandarono: «Dove si trova quel bambino, nato da poco, il re dei giudei? In oriente abbiamo visto apparire la sua stella e siamo venuti qui per onorarlo». Queste parole misero in agitazione tutti gli abitanti di Gerusalemme, e specialmente il re Erode. Il quale appena lo seppe, radunò tutti i capi dei sacer doti e i maestri della legge e domandò: «In quale luogo deve nascere il Messia?». Essi risposero: «A Betlemme, nella regione della Giudea, perché nella Bibbia è scritto: Tu Betlemme, del paese di Giudea, non sei certo la meno importante tra le città della Giudea, perché da te uscirà un capo che guiderà il mio popolo, Israele». Allora il re Erode chiamò in segreto quei sapienti venuti da lontano e si fece dire, con esattezza, quando era apparsa la stella. Poi li mandò a Betlemme dicendo: «Andate e cercate con ogni cura il bambino. Quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, così anch’io andrò a onorarlo». Ricevute queste istruzioni da parte del re, essi partirono. In viaggio, apparve ancora a quei sapienti la stella che avevano visto in oriente, ed essi furono pieni di grandissima gioia. La stella si muoveva davanti a loro fino a quando non arrivò sopra la casa dove si trovava il bambino: là si fermò. Essi entrarono in quella casa e videro il bambino e sua madre, Maria. Si inginocchiarono e adorarono il bambino. Poi aprirono i bagagli e gli offrirono regali: oro, incenso e mirra.” e Luca: “Quando Elisabetta fu al sesto mese, Dio mandò l’angelo Gabriele a Nàzaret, un villaggio della Galilea. L’angelo andò da una fanciulla che era fidanzata con un certo Giuseppe, discendente del re Davide. La fanciulla si chiamava Maria. L’angelo entrò in casa e le disse: «Ti saluto, Maria! Il Signore è con te: egli ti ha colmata di grazia». Maria fu molto impressionata da queste parole e si domandava che significato poteva avere quel saluto. Ma l’angelo le disse: «Non temere, Maria! Tu hai trovato grazia presso Dio. Avrai un figlio, lo darai alla luce e gli metterai nome Gesù. Egli sarà grande e Dio, l’onnipotente, lo chiamerà suo Figlio. Il Signore no farà re, lo porrà sul trono di Davide, suo padre, ed egli regnerà per sempre sul popolo d’Israele. Il suo regno non finirà mai». Allora Maria disse all’angelo: «Come è possibile questo, dal momento che io sono vergine?». L’angelo rispose: «Lo Spirito Santo verrà su di te, e l’onnipotente Dio, come una nube, ti avvolgerà. Per questo il tuo bambino sarà santo, Figlio di Dio. Vedi: anche Elisabetta, tua parente, alla sua età aspetta un figlio. Tutti pensavano che non potesse avere bambini, eppure è già al sesto mese. Nulla è impossibile a Dio!». Allora Maria disse: «Eccomi, sono la serva del Signore. Dio faccia con me come tu hai detto». Poi l’angelo la lasciò. In quel tempo l’imperatore Augusto con un decreto ordinò il censimento di tutti gli abitanti dell’impero romano. Questo primo censimento fu fatto quando Quirinio era governatore della Siria. Tutti andavano a far scrivere il loro nome nei registri, e ciascuno nel proprio luogo d’origine. Anche Giuseppe andò: partì da Nàzaret, in Galilea, e salì a Betlemme, la città del re Davide, in Giudea. Essendo un lontano discendente del re Davide, egli con Maria, sua sposa, che era incinta, doveva farsi scrivere là. Mentre si trovavano a Betlemme, giunse per Maria il tempo di partorire; ed essa diede alla luce un figlio, il suo primogenito. Lo avvolse in fasce e lo mise a dormire nella mangiatoia di una stalla, perché non avevano trovato altro posto. In quella stessa regione c’erano anche dei pastori. Essi passavano la notte all’aperto per fare la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò a loro, e la gloria del Signore li avvolse di luce, così che essi ebbero una grande paura. L’angelo disse: «Non temete! Io vi porto una bella notizia, che procurerà una grande gioia a tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato il vostro Salvatore, il Cristo, il Signore. Lo riconoscerete così: troverete un bambino avvolto in fasce che giace in una mangiatoia». Subito apparvero e si unirono a lui molti altri angeli. Essi lodavano Dio con questo canto: «Gloria a Dio in cielo e pace in terra agli uomini che egli ama». Poi gli angeli si allontanarono dai pastori e se ne tornarono in cielo. Intanto i pastori dicevano gli uni agli altri: «Andiamo fino a Betlemme per vedere quello che è accaduto e che il Signore ci ha fatto sapere». Giunsero in fretta a Betlemme e là trovarono Maria, Giuseppe e il bambino che dormiva nella mangiatoia. Dopo averlo visto, dissero in giro ciò che avevano sentito di questo bambino. Tutti quelli che ascoltarono i pastori si meravigliarono delle cose che essi raccontavano. Maria, da parte sua, custodiva gelosamente il ricordo di tutti questi fatti, e li meditava dentro di sé. I pastori, sulla via del ritorno, lodavano Dio e lo ringraziavano per quello che avevano sentito e visto, perché tutto era avvenuto come l’angelo aveva loro detto.”
STORIA
La prima fonte scritta, dove compare per la prima volta il presepe, risale al 1223 in una cittadina dell’odierna Lazio, Greccio (Rieti) realizzato da San Francesco d’Assisi. L’autore è il biografo della vita del santo di Assisi, Tommaso da Celano, che era presente: “Si dispone la greppia, si porta il fieno, sono menati il bue e l’asino. Si onora ivi la semplicità, si esalta la povertà, si loda l’umiltà e Greccio si trasforma quasi in una nuova Betlemme. ”
L’ Adorazione dei Magi di Arnolfo di Cambio
Il presepe realizzato da San Francesco non era rappresentato con i personaggi dei nostri giorni in quanto mancavano i protagonisti principali, quelli della Sacra Famiglia (Giuseppe, Maria, Gesù Bambino). Nel 1289, il celebre artista nativo di Colle di Val d’Elsa Arnolfo di Cambio realizza in alabastro (roccia di origine gessosa) un presepe dalla forma di una casa dove viene rappresentata l’adorazione dei Re Magi conservata nella Cappella Sistina della Chiesa di Santa Maria Maggiore a Roma. Pochi anni dopo (1303-1305), il celebre artista fiorentino Giotto stava realizzando gli affreschi nella Cappella degli Scrovegni a Padova, in particolare la scena della Natività e nel 1475 un altro artista fiorentino, Sandro Botticelli realizzerà il dipinto, intitolato l’Adorazione dei Magi, conservato agli Uffizi di Firenze.
Nello stesso periodo di Botticelli, altri due artisti fiorentini Luca della Robbia e Andrea della Robbia, rispettivamente zio e nipote, realizzarono tramite terracotta la scena della natività nel Santuario della Verna situato a Chiusi in provincia di Arezzo.
Dal XV secolo fino al XVI secolo nelle chiese vengono poste delle grandi statue permanenti che rappresenta la scena della nascita di Gesù Cristo.
Il presepe napoletano
Il presepe inizia a “entrare nelle case”, dei nobili come dei soprammobili, dal XVII anche grazie alle idee durante il Concilio di Trento (1545-1563) con il quale si sosteneva che attraverso il presepe si può trasmettere facilmente la fede al popolo.
Nel ‘700 vengono alla luce gli esempi di presepi più conosciuti, cioè il presepe napoletano, il presepe bolognese e il presepe genovese, che nel prossimo paragrafo saranno descritti nel dettaglio. Intanto, a Napoli si disputavano delle competizioni tra le famiglie nobiliari cittadine su chi avesse il presepe più bello e sfarzoso e le famiglie si impegnavano utilizzando tessuti pregiati e gioielli costosi, mentre, a Bologna venne istituita la Fiera di Santa Lucia, un mercato annuale dove gli artigiani espongono le loro statue.
Solo a partire dalla fine dell’800 e l’inizio del ‘900 anche la “gente comune” inizia ad avere il presepe con abiti semplici e umili continuando la tradizione fino ai nostri giorni dove nascono i primi presepi meccanici per muovere i personaggi.
RAPPRESENTAZIONE E PERSONAGGI
Il Presepe pugliese
La scena della Natività si svolge, come tutti abbiamo appreso nei nostri anni di Catechismo, nella Grotta di Betlemme, che compare nella “parte centrale” del presepe dove c’è Gesù Cristo collocato nella mangiatoia ricoperta di paglia accanto ai propri genitori: il falegname Giuseppe sulla sinistra e la Vergine Maria sulla destra.
Dietro alla culla compaiono due animali che vengono citati in una profezia del profeta Isaia: “Il bue ha riconosciuto il suo proprietario e l’asino la greppia del suo padrone”.
Sopra alla grotta vi è un angelo, l’ Arcangelo Gabriele che aveva annunciato la nascita di un bambino che sarà il “Figlio di Dio” o il “Messia” nell’ Annunciazione raccontata dagli apostoli Matteo e Luca in due modi differenti.
Tratto dal Vangelo di Matteo (1,18-25): «Ecco come avvenne la nascita di Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, che era giusto e non voleva ripudiarla, decise di licenziarla in segreto. Mentre però stava pensando a queste cose, ecco che gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa, perché quel che è generato in lei viene dallo Spirito Santo. Essa partorirà un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati». Tutto questo avvenne perché si adempisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: Ecco, la vergine concepirà e partorirà un figlio che sarà chiamato Emmanuele, che significa Dio con noi. Destatosi dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa, la quale, senza che egli la conoscesse, partorì un figlio, che egli chiamò Gesù.»
Tratto dal Vangelo di Luca (1,26-37): «L’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te». A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse all’angelo: «Come è possibile? Non conosco uomo». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell’Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio. Vedi: anche Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia, ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei, che tutti dicevano sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto». E l’angelo partì da lei.»
E davanti alla grotta vengono inseriti i Magi (Melchiorre, Baldassare e Gaspare) che portano i seguenti doni: oro, incenso e mirra che giunsero da Oriente seguendo il “suo astro” raccontato da Matteo (2, 1-12):
«Gesù nacque a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode. Alcuni Magi (μάγοιmagoi) giunsero da oriente a Gerusalemme e domandavano: “Dov’è il re dei Giudei (βασιλεὺςτῶνΙουδαίωνbasileustōnioudaiōn) che è nato? Abbiamo visto sorgere la sua stella (ἀστέρα astera), e siamo venuti per adorarlo”. All’udire queste parole, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i sommi sacerdoti e gli scribi del popolo, s’informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Messia. Gli risposero: “A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta: “E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero il più piccolo capoluogo di Giuda: da te uscirà infatti un capo che pascerà il mio popolo, Israele.” Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire con esattezza da loro il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme esortandoli: “Andate e informatevi accuratamente del bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’io venga ad adorarlo”. Udite le parole del re, essi partirono. Ed ecco la stella, che avevano visto nel suo sorgere, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, essi provarono una grandissima gioia. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, e prostratisi lo adorarono (προσεκύνησαν, prosekynēsan). Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro (χρυσὸνchryson), incenso (λίβανον, libanon) e mirra (σμύρναν, smyrnan). Avvertiti poi in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese. Essi erano appena partiti, quando un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: “Alzati, prendi con te il bambino e sua madre e fuggì in Egitto, e resta là finché non ti avvertirò, perché Erode sta cercando il bambino per ucciderlo”. Giuseppe, destatosi, prese con sé il bambino e sua madre nella notte e fuggì in Egitto»