Firenze – Un’associazione, nient’altro che un’associazione. Ma un’associazione che, verosimilmente, prelude ad una lista. Nella giornata di oggi, martedì 4 novembre, sei consiglieri regionali hanno dato vita a “Toscana Civica”, che si propone come nuova esperienza politica volta a raccogliere le esperienze civiche del territorio in vista delle prossime elezioni regionali.
I sei consiglieri sono Marco Carraresi, Pieraldo Ciucchi, Giuliano Fedeli, Marta Gazzarri, Gianluca Lazzeri e Marco Manneschi. Un gruppo eterogeneo, viene subito da pensare, che accorpa esperienze politiche fino a poco tempo fa anche lontane, come quelle dell’Udc e dell’ex Idv. E che, pure, ha una sua ragion d’essere.
“Quello che ha portato alla formazione dell’associazione – ha spiegato Marco Carraresi – è un percorso che parte abbastanza da lontano. Ed il motivo del nostro avvicinamento alla maggioranza è l’accelerazione del governo regionale su alcuni obiettivi di fondamentale interesse per i cittadini, quali la sanità, l’eliminazione della burocrazia fine a sé stessa e l’impegno alla razionalizzazione delle risorse”.
L’associazione “Toscana Civica”, infatti, nasce dall’accordo dei sei consiglieri regionali su alcuni punti programmatici fondamentali. Innanzitutto, la sanità. La recente proposta di ridurre le Asl e, conseguentemente, tagliare gli sprechi del sistema salute toscano (riducendo le teste, senza ridurre i servizi al cittadino), da tempo era cavallo di battaglia dei consiglieri Carraresi e Lazzeri. “Ora che il governo regionale ha sposato le battaglie – ha proseguito Carraresi – che da tempo abbiamo fatte nostre, non avrebbe senso non garantire il nostro appoggio”. “D’altra parte – ha concluso il consigliere Udc – il partito del quale faccio parte, è in maggioranza a livello nazionale e non vedo perché, a livello regionale, dovrebbe essere altrimenti”.
Altri punti comuni sui quali i consiglieri regionali hanno stabilito il loro accordo, sono la riforma del sistema regionale (riduzione delle Regioni da 21 a 13, con l’eliminazione delle Regioni a statuto speciale), il sostegno all’occupazione (con maggiori iniziative di sostegno alle imprese che intendono puntare sull’innovazione), il parere positivo sulla nuova legge elettorale regionale (con la reintroduzione delle preferenze), nonché la tutela del paesaggio (ed in questo senso, la questione del rilancio dell’aeroporto Vespucci è stata fondamentale per mettere d’accordo le singole voci che animano l’associazione).
Insomma, “Toscana civica” nasce come associazione volta a convogliare le voci del territorio affinché “l’altro Centrosinistra” non venga messo da parte. Come ha ricordato Pieraldo Ciucchi, in Toscana a sinistra ed al centro non c’è solo il Pd. Spesso le esperienze diverse rispetto ai grandi contenitori politici, assumono carattere di liste civiche. “Bisogna dare voce a tali esperienze positive – ha proseguito il consigliere regionale – garantendo anche a queste una rappresentanza in Regione. E quando parlo di Regione, parlo sia di Consiglio che di Giunta regionale”.
L’obiettivo dell’associazione è, in fondo, chiaro. “Toscana civica” mira a costituire una lista in appoggio al Pd alle prossime elezioni regionali. “Non rappresentiamo nessun partito”, ha precisato Marco Manneschi nel suo intervento. L’associazione non è ancora né un partito, né un organismo antipartitico. Semmai è, in nuce, un aggregato politico che potrebbe rappresentare – accorpandole – le realtà associative del territorio. E l’obiettivo è quanto mai ambizioso: superare il quorum del 3%, di modo da garantirsi almeno 2 consiglieri eletti e, ove possibile, un assessore.
Ma il Pd? È d’accordo con questa operazione? Secondo i sei consiglieri, a meno di ripensamenti, non dovrebbero esserci problemi. D’altra parte, come ha ricordato Giuliano Fedeli, si torna alla realtà politica della lista civica. E, per definizione, le liste civiche sono aperte a tutti. “Toscana Civica”, dunque, si propone come associazione aperta, non definita, capace di convogliare gli “altri” dal Pd. Al momento i sei consiglieri rimarranno all’interno dei gruppi di appartenenza, ma è chiaro che – già da oggi – faranno gruppo a favore delle proposte della Giunta Rossi.
E il nome della lista che nascerà da questo accordo? Si vedrà, dice ancora Ciucchi. Così come si vedrà chi saranno i candidati. “Nessuno di noi vorrebbe ricandidarsi”, ha spiegato Gianluca Lazzeri. Una forza che voglia essere coerentemente riformatrice, d’altra parte, ha bisogno di volti nuovi. Così come avrà bisogno di persone che abbiano alle spalle un patrimonio di esperienze politiche importanti, quali quelle condotte dai sei consiglieri regionali in questi anni su questioni come la sanità, la difesa del territorio, la riduzione dei costi della politica.
Si tratta, insomma, di una fase di collaborazione in vista delle prossime elezioni regionali in cui non è detta l’ultima parola. È verosimile, infatti, che almeno uno dei consiglieri regionali possa ricandidarsi (e non è escluso possa trattarsi di Carraresi), così come si pensa ad uno dei sei “fondatori” dell’associazione per un possibile assessorato (con ogni probabilità Manneschi).
Certo è, al momento, che l’associazione – almeno di stravolgimenti che, in politica, sono sempre possibili – ha intenzione di sfociare in una lista civica. E certo è che questa lista raccoglierà le firme per costituirsi e che non ci sarà “listino”. Saranno poi le preferenze (un elemento sul quale tutti i consiglieri hanno dato il loro consenso alla nuova legge elettorale), a dire chi rappresenterà l’altra Toscana in Regione. Si profila, dunque, una lotta intestina all’ultima preferenza. Saranno gli elettori, insomma, a decidere se in questo nuovo elemento di rappresentanza delle realtà associative del territorio dovrà prevalere la componente socialista o cattolica, conservatrice o progressista.
L’importante, secondo i sottoscrittori del patto, è che si riesca a costituire una nuova forza politica caratterizzata da posizioni specifiche, capace di appoggiare il governo regionale su questioni di interesse civico, nonché da fungere come “pungolo” per il Pd affinché siano rispettate le – molte – promesse finora non mantenute.
“Perché non dare alle buone pratiche politiche la possibilità di partecipare alla causa regionale? La nostra non è l’associazione di chi vuol dire no a prescindere, ma di chi vuole avanzare proposte politiche concrete e fare politica in positivo”, ha spiegato Marta Gazzarri. Nessun ingresso nel Pd, dunque, per i sei consiglieri regionali. Semmai un appoggio dall’esterno, su posizioni condivise.
Un modo di fare opposizione dall’interno della maggioranza, per dirla con un’antitesi non troppo esagerata. Perché, in fondo, come ha concluso Carraresi, “i voti contrari per partito preso, fanno ormai parte della vecchia politica”.