Nasce rete di economisti dell’ambiente e delle risorse del Mediterraneo

L’iniziativa in vista del Vertice del futuro delle Nazioni Unite

C’era anche Romano Prodi, a Siena, al battesimo di Medaere, l’Associazione Mediterranea degli economisti dell’Ambiente e delle Risorse, che intende integrare ed estendere oltre i confini europei le attività dell’Associazione Europea degli Economisti dell’Ambiente e delle Risorse. La creazione di una rete tra i numerosi studiosi che lavorano in questo campo, e che superi i confini dell’Unione Europea, intende guardare alle vicinanze, più che alle distanze tra i popoli che si guardano da sponde opposte dello stesso mare.

Non causale né il luogo né la circostanza del primo passo di Medaere: a Siena, nella Certosa di Pontignano, mirabile esempio di uno storico manufatto che si è inserito armonicamente nel paesaggio del Chianti, oggi diventata sede di incontri internazionali. Il contesto era quello della sessione plenaria su ambiente, risorse e cooperazione nel Mediterraneo, della 5a Conferenza Vision sull’Europa del Futuro l’iniziativa

La presentazione dell’Associazione Mediterranea degli economisti dell’Ambiente e delle Risorse ha visto la presenza di alcuni tra i maggiori esperti del settore, con  una vasta esperienza nella politica climatica del Mediterraneo. L’evento è stata l’occasione per discutere delle principali sfide da affrontare in futuro per la sostenibilità economica, ambientale e sociale della regione. Gli esperti si sono confrontati sui problemi più urgenti e complessi che sta affrontando l’area del Mediterraneo: dagli ostacoli alla cooperazione, alle caratteristiche dei più efficaci esempi di cooperazione e sviluppo sostenibile nella regione. C’erano i rappresentanti delle associazioni italiana, francese e spagnola, per definire lo statuto della nuova associazione che avrà la propria base logistica all’Università di Siena.

Artefice dell’iniziativa, il Professor Simone Borghesi, Vice Rettore alle Relazione Internazionali dell’Università di Siena e Presidente dell’Associazione Europea degli Economisti dell’Ambiente e delle Risorse, che ha espresso il suo orgoglio per la creazione di MedaereE sotto l’auspicio dell’Università di Siena: “Il nostro ateneo – sottolinea Borghesi – svolge da anni un ruolo centrale nella cooperazione per un Mediterraneo più sostenibile: dirige lo Spoke 9 del progetto PNRR AGRITECH sulla sostenibilità nel settore agroalimentare, ospita la presidenza di PRIMA (Partenariato per la Ricerca e l’Innovazione nell’Area del Mediterraneo), funge da hub per il Mediterraneo del progetto SDSN (Sustainable Development Solutions Network) delle Nazioni Unite. L’istituzione di MEDAERE – continua Borghesi – porta avanti la tradizione del nostro ateneo nell’area della sostenibilità e la rafforza mettendo l’Università di Siena e la nostra città al centro di un progetto ambizioso, radicato nell’eccellenza della ricerca e nella cooperazione internazionale, che va al di là dei confini europei per promuovere la collaborazione nella ricerca e nelle politiche ambientali con la sponda meridionale ed orientale del Mediterraneo”.

Impresa non facile di questi tempi, viste le tensioni proprio nell’area del Mediterraneo. C’è anche un esperto israeliano tra gli studiosi che faranno parte dell’associazione: “Non temiamo tensioni di carattere geopolitico – ha detto Borghesi, perché chi aderisce a Medaere non lo fa con le insegne del proprio Paese, ma della scienza. Siamo un’associazione no flag”.

Marcello Scalisi, Direttore dell’Unione delle Università Mediterranee, ha ricordato che a Unimed partecipano 168 atenei da 25 Paesi dell’area, con oltre 1300 docenti, di cui 200 italiani: “Siamo nati nel 1991 – commenta Scalisi – e sono tanti i progetti che mettiamo in campo grazie alle risorse della Commissione Europea”.

Valeria Costantini, Direttore del Dipartimento di Economia, Università degli Studi Roma Tre, e Presidente dell’Associazione Italiana degli Economisti dell’Ambiente e delle Risorse: “Medaere può rappresentare – secondo Costantini – la piattaforma giusta per una progettazione comune tra Università di tanti Paesi che si affacciano sul Mediterraneo, perché molti problemi ambientali sono comuni e comuni possono essere gli approcci economici per affrontarli”.

Il battesimo di Medaere si è tenuto nell’ambito della 5ª Conferenza di Siena sull’Europa del Futuro, che ha visto la partecipazione di molti esploratori del progresso, visionari tra cui intellettuali, politici, giornalisti, imprenditori, economisti, attivisti e studenti che si sono confrontati sui futuri scenari europei. A pochi mesi dai risultati delle elezioni del Parlamento Europeo, con la Commissione ancora in standby e solo qualche giorno dopo il Report del Presidente Draghi sulla EU Competitiveness, questa edizione ha rappresentato un’occasione straordinaria per condividere idee e opinioni sull’agenda Europea.

Sullo sfondo di ogni ragionamento su ambiente e clima, c’è l’avvicinarsi repentino della scadenza di quell’Agenda 2030, l’iniziativa dell’Onu sottoscritta da 197 Paesi, che già nel 2015 fissava 17 obiettivi per lo sviluppo sostenibile del pianeta. Gli economisti di Medaere possono dare un’ulteriore spinta per la realizzazione di questo progetto globale che ha bisogno di nuove energie. Perché tanto c’è da fare. Come dimostra l’Sos lanciato dal segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, durante la presentazione, pochi giorni fa a New York, dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite del 22 e 23 settembre che ospiterà il “Vertice del futuro- soluzioni multilaterali per un domani migliore (Summit of the Future: multilateral solutions for a better tomorrow)”. L’evento riunirà gli Stati membri, le agenzie ONU, le organizzazioni non governative. In questa occasione Guterres ha lanciato un accorato appello rispetto ai ritardi di Agenda 2030: “La povertà e la fame sono a livelli di crisi, mentre gli Obiettivi di sviluppo sostenibile – ha detto – stanno sfuggendo alla nostra portata. E non abbiamo una risposta globale efficace a minacce nuove e persino esistenziali. Nove anni dopo l’accordo di Parigi – ha sottolineato Guterres – la crisi climatica continua ad accelerare e tecnologie come l’intelligenza artificiale vengono sviluppate in un vuoto etico e giuridico. Le sfide che dobbiamo affrontare si muovono molto più velocemente della nostra capacità di risolverle”.

Al Vertice del Futuro saranno definiti tra accordi internazionali: il Patto per il futuro, il Patto digitale globale e la Dichiarazione sulle generazioni future. Ma Guterres non ha nascosto le difficoltà di una contemporaneità mai così preoccupante dalla fine della Seconda Guerra Mondiale: “I conflitti più feroci stanno infliggendo terribili sofferenze – ha detto Guterres – Profonde divisioni geopolitiche stanno creando pericolose tensioni, moltiplicate dalle minacce nucleari. Disuguaglianze e ingiustizie corrodono la fiducia e alimentano populismo ed estremismo. Discriminazione, misoginia e razzismo stanno assumendo nuove forme”.

E non à mancata neppure la rappresentazione di una profonda delusione sulle istituzioni che dovrebbero essere i perni del cosiddetto ordine mondiale: “Le nostre istituzioni – ha detto Guterres – non riescono a tenere il passo, perché sono state progettate per un’altra epoca e un altro mondo. Il Consiglio di Sicurezza è bloccato in una spirale temporale; l’architettura finanziaria internazionale è obsoleta e inefficace; semplicemente, non siamo attrezzati – ha concluso Guterres – per affrontare un’ampia gamma di questioni emergenti. Le sfide del XXI secolo richiedono istituzioni che risolvano i problemi del XXI secolo”.

Nella foto Simone Borghesi con Romano Prodi

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