Non una lista civica, ma un “gruppo di acquisto politico”. Così definiscono i promotori “Reggio città aperta”, un laboratorio permanente composto da cittadini. E sono stati in tanti a partecipare alla conferenza stampa di presentazione venerdì mattina alla Gabella. Le priorità? La partecipazione, l’economia locale e solidale, il centro storico, i beni comuni e il rapporto con Iren.
“I cittadini – spiega il referente di Reggio città aperta, Francesco Fantuzzi, coordinatore cittadino dell’Idv – sono stanchi di essere sudditi e di non essere coinvolti e ascoltati. Questa giunta ha fallito e deve andare a casa non solo per ciò che ha sbagliato o non ha fatto, ma perchè è stata arrogante e ha rifiutato il confronto con chi le paga lo stipendio: mai più Piazze della Vittoria. Occorrono nuovi strumenti, come il dibattito pubblico, occorre una consistente riduzione dei compensi a Sindaco Assessori,amministratori di partecipate”.
Secondo Fantuzzi “per il centro storico occorre una nuova politica della residenza basata sulle riqualificazioni: basta cemento, no a nuove urbanizzazioni, no ad altri centri commerciali e, inoltre, si a locali senza slot machine”. E continua: “Iren è stata una scelta politica a discapito dell’interesse dei cittadini: ben tre analisi (di cui una del 2004) sconfessano la teoria che economie di scala ed efficienza tecnica crescano con l’aumento delle dimensioni d’impresa, mentre ora vengono richiesti 100 milioni di euro per ricomprare beni che ci appartenevano ai tempi di Agac: Delrio, che ha sponsorizzato la fusione, ne è dunque responsabile, come dell’altra imbarazzante vicenda della raccomandazione di una persona del suo staff”.
“Le bollette, – conclude Fantuzzi – sempre meno trasparenti, diventano quindi il bancomat con cui far pagare ai cittadini una scelta insensata. E intanto l’esito referendario non è stato ancora applicato. Reggio città aperta aderisce pertanto alla campagna di autoriduzione delle bollette dell’acqua: chi, tra i partiti, avrà il coraggio di fare altrettanto?”