Firenze – Rafforzare il rapporto tra Firenze e la Nazionale: un rapporto che va avanti da tanti anni e che troverà la strada in punti molto significativi. Parole del sindaco Dario Nardella davanti al presidente della Federcalcio Gabriele Gravina, all’intero staff federale azzurro e al presidente del Museo del Calcio Matteo Marani che in occasione della partita di giovedì al Franchi contro la Bulgaria per le qualificazioni ai Mondiali hanno fatto tappa a Palazzo Vecchio portando con sé la Coppa vinta a luglio dall’Italia di Roberto Mancini ai Campionati Europei itineranti 2020.
Il trofeo sarà visibile l’1 e il 2 settembre nel Cortile di Michelozzo durante gli orari di apertura del Palazzo a ingresso libero. Ma l’omaggio alla squadra italiana non si ferma qui perché nelle notti dell’1 e 2 settembre porte e torri della città, il museo di Santissima Annunziata, la fontana del Nettuno in piazza della Signoria, San Miniato, il museo del Calcio verranno colorate di azzurro grazie a una illuminazione straordinaria che comprenderà anche lo stadio Franchi: quest’ultimo però “vestito” con il tricolore. In più la partita del Calcio Storico Fiorentino che quest’anno si disputerà in Santa Croce ma senza pubblico a causa della pandemia sarà dedicata proprio agli Azzurri. Proprio al museo del Calcio, dove la Coppa è già stata esposta in questi giorni, tornerà da venerdì 3 a domenica 5 settembre (prenotazioni e informazioni 055-600526 o mail info@museodelcalcio.it).
“Sono particolarmente felice – ha detto Nardella – di dare il benvenuto al presidente Gravina, a tutto lo staff della Figc e a Matteo Marani del museo del Calcio. Giovedì sera avremo la prima partita ufficiale degli azzurri campioni di Europa al Franchi, sarà per la città una grande festa e potremo davvero sostenere che il calcio è ‘tornato a casa’, nel luogo dove il gioco ha preso il via dal calcio storico fiorentino”. Tante le idee per rafforzare il rapporto con la Nazionale: prima fra tutte il restyling del Museo del Calcio con un progetto di riqualificazione al quale il Comune parteciperà con la sostituzione dell’attuale parcheggio con un ingresso più adeguato per un museo e con altri interventi di miglioramento della viabilità. E poi anche il restauro dell’Artemio Franchi all’interno del quale troverà spazio una sezione dello stesso museo. Perché come ha sottolineato Nardella “Vogliamo fare a Firenze gli Uffizi della Nazionale Italiana e del calcio, utilizzando questo flusso straordinario di visitatori che vengono da tutto il mondo perché anche il museo del calcio può fare la sua parte”.
Coverciano però, per il presidente Gravina, “ha bisogno di cambiare passo. Ha bisogno di non disperdere le energie legate a quelle radici storiche che tutti ben conosciamo e abbiamo ben scolpite nella nostra mente: deve diventare un centro di eccellenza per far decollare nel modo più possibile una realtà che chiede ancora ulteriori investimenti”. Ma Coverciano oggi significa anche accoglienza e il riferimento è alle 15 calciatrici afghane che a partire da sabato cominceranno ad arrivare in città. “Continuare a praticare il calcio – ha detto ancora il presidente federale –, quello che per loro è stato il sogno di una vita credo sia uno dei modi migliori per concedere e assaporare un senso di libertà che loro stanno inseguendo da tantissimo tempo. Metteremo a disposizione dei formatori, ci saranno allenatori e allenatrici che comunque avvieranno queste ragazze alla conoscenza del nostro calcio: metteremo a disposizione dei tutor per quanto riguarda la cultura e la conoscenza del nostro paese ma soprattutto la lingua italiana”. E Nardella ha ricordato i legami che uniscono la città di Herat, da dove provengono le ragazze, con Firenze. “Noi abbiamo partecipato come università alla riprogettazione urbanistica della città storica di Herat, per noi è normale e scontato invitare la comunità afghana e aiutare le ragazze della squadra di calcio di Herat che si si sono molto distinte per una battaglia forte sui diritti civili. Siamo pronti a Coverciano e con la nostra rete di accoglienza a far sentire a casa loro queste ragazze”.