Nardella e tranvia, ancora voce grossa sui cantieri fermi

Firenze – L’ira di Nardella scatenata sui cantieri fermi della tranvia e sui lavori che non partono non sono una novità, quanto piuttosto il fatto che la bufera non si plachi, anzi alzi il tono. Oggi il sindaco ha sentito il bisogno di tornare sull’argomento a margine di un evento alla libreria Feltrinelli,  ribadendo alcune posizioni già rilasciate a Repubblica: “Non daremo il via ai cantieri – ha detto – se non siamo sicuri che ci si lavori”. Non solo: “Non è vero – ha ricordato – che i lavori pubblici per destino devono durare più al ungo del previsto”. Il riferimento è al Teatro dell’Opera di cui, dice Nardella, ci siamo occupati ed “è finito nei tempi previsti”. Infine, anche un commento sulla questione del ponte Bailey sul Mugnone, attorno a cui stasera si terrà una fiaccolata “trasversale” con tanto di comitati cittadini, destra e sinistra che non sono affatto d’accordo sul modo di procedere dell’amministrazione. “Per quanto riguarda il ponte bailey – ha rassicurato il sindaco – terremo sia questo che via dello Statuto aperti tutti e due fino a Natale, per fare abituare la gente. A gennaio sarà chiuso per inizio lavori”.

Intanto, oggi si è tenuto l’incontro convocato dal Comune di Firenze per l’accelerazione delle procedure relative alle autorizzazioni dei cantieri della tramvia: per l’amministrazione comunale erano presenti le direzioni Ambiente e Sviluppo Economico e gli uffici della Tramvia, e poi gli uffici della Provincia di Firenze, tecnici di Arpat e Azienda sanitaria, dell’Autorità Idrica Toscana e di Publiacqua. All’ordine del giorno le tematiche relative alle autorizzazioni per la deroga al rumore e quelle per gli scarichi fognari. “Pur non essendo un compito del Comune la convocazioni di tali conferenze – sottolinea l’assessore alla mobilità Stefano Giorgetti – in considerazione della strategicità dell’opera e della complessità di alcuni procedimenti, l’Amministrazione comunale ha ritenuto opportuno esercitare un ruolo di ‘facilitatore’ garantendo al tempo stesso un più ampio controllo degli interventi”. Sulla questione delle deroghe al rumore, l’assessore precisa che “il problema emerso in via di Novoli dipende dal fatto che la prima richiesta presentata dalle imprese è risultata incompleta e quindi sono stati chieste integrazioni. Negli altri casi i lavori sono iniziati con tutte le autorizzazioni necessarie, compresa quella relativa alle deroghe al rumore”. È già stato programmato un altro incontro per la prossima settimana.

Ma non può cavarsela così, il primo cittadino, per la consigliera pentastellata in consiglio comunale Miriam Amato. “Sono mesi che denunciamo le numerose criticità – dice Amato – erano evidenti e in diverse occasioni il Movimento 5 Stelle ha messo in luce le numerose mancanze dei progetti tranviari. Da quasi due mesi – spiega la consigliera – è sotto gli occhi di tutti che qualcosa non sta funzionando. Dai cantieri deserti al traffico congestionato, inutilmente. Già il 2 ottobre l’Assessore Giorgetti affermava che le ditte avevano sottostimato la complessità di operare in una città come la nostra”.

Affermazione che l’esponente 5Stelle ritiene “inquietante”, come “inquietante” sarebbe il fatto che l’assessore Giorgetti avrebbe “anche ribadito che le stesse ditte, hanno presentato delle documentazioni parziali, per la richiesta di tutti i permessi necessari. Guarda caso si tratta di permessi che incidono sull’impatto ambientale. C’è una mancanza di metodo: per garantire un servizio, si valutano le caratteristiche del territorio e si cerca l’infrastruttura adeguata per soddisfare l’esigenza dell’utenza, a partire dall’ambiente stesso. Nel caso fiorentino non è andata così”.

La consigliera incalza con l’esempio del carotaggio effettuato sull’asfalto al cantiere di viale Redi, “che ha evidenziato la necessità di intervenire, il che ha portato all’ennesimo cantiere deserto. Possono sorgere dei problemi in corso d’opera, ma non deve essere la prassi, il buon senso indica che debbano essere fatti tutti gli approfondimenti necessari durante la fase di progettazione e non in seguito. Ad oggi, siamo al paradosso, mancano ancora le autorizzazioni eppure il sindaco ci ha fatto una campagna elettorale sulla tramvia. L’unica certezza – conclude – sono stati i numerosi tagli degli alberi e l’intervento sul Mugnone, torrente a rischio esondazione, come la storia ricorda. Ancora una volta la politica del PD, nei fatti, si scontra con le chiacchiere con cui incantano l’elettorato. Spero che il Sindaco venga ad informare anche il Consiglio in merito ai progetti della Tramvia, visto che sono già state numerose le interrogazioni sul tema”.

Per Mario Razzanelli, consigliere comunale da sempre esperto (e fiero avversario) della tranvia, tutta la situazione ha l’amaro sapore del dejà-vu. Insomma, cantieri deserti, disagi, voragini in mezzo alla città, ritardi non sarebbe che la rivisitazione di un vecchio film già visto per la linea 1. E attacca: “Bartaloni di Tram spa dice che una parte della responsabilità sarebbe degli enti deputati al rilascio delle autorizzazioni ambientali, quindi Comune e Arpat. L’assessore Giorgetti replica che sono le ditte a non aver fornito una documentazione completa ed esauriente necessaria per le autorizzazioni. Ma se avevano giurato e spergiurato, che proprio in materia Ambientale possedevano tutti i documenti del caso? Quando in commissione richiesi uno studio sui flussi del traffico fu proprio l’assessore Giorgetti a dirmi che era superfluo visti tutti i dati e le autorizzazioni in suo possesso. Dati e documenti che però non sono mai stati fatti vedere”.

E dunque? Se Nardella, secondo Razzanelli “fa bene ad essere furioso con chi evidentemente lo ha mal informato”, tuttavia adesso “proprio da Giunta e dal Sindaco che ci aspettiamo ora una netta presa di posizione contro l’azienda costruttrice. Ricordiamoci che Impresa spa è fallita 6 mesi dopo aver vinto l’appalto perché non arrivavano i soldi dei lavori. L’impresa che è sopraggiunta ha visto mettere in galera il suo presidente Alessandro Mazzi per corruzione sugli appalti del Mose e per emissione di fatture false”. E se non è stato il Comune “a decidere l’affidamento dei lavori alla Fincosit”, tuttavia dice Razzanelli, “memore di quanto successo con Impresa spa, una verifica sarebbe stata doverosa”.

Infine conclude: “Dicemmo che tanta celerità nell’aprire i cantieri, all’insaputa dei cittadini, non avrebbe portato a nulla di buono. Ma niente. Anche quella volta le nostre richieste sono cadute nel vuoto. Ora Nardella si arrabbi pure ma poi faccia anche qualcosa e se necessario mandi a casa la Finosit senza perdere ulteriore tempo”.

 

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