Firenze – “L’Università è uno straordinario luogo di sperimentazione, una grande camera di costruzione di relazioni, di opportunità, di visioni; un luogo di creazione di valore attraverso la condivisione, ma anche una finestra di libero pensiero, un laboratorio di idee e sperimentazioni che crescono, cambiano pelle e si fissano in forme nuove di conoscenza. È luogo privilegiato della formazione di cittadini consapevoli, della nostra e delle nostre identità, del nostro spirito critico, strumento di crescita delle comunità”.
Lo ha detto il sindaco Dario Nardella, intervenendo alla cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico 2019/2020 dell’Università di Firenze nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio, alla quale ha partecipato anche il presidente del Consiglio Giuseppe Conte al quale il sindaco ha rivolto “un ringraziamento particolare per la presenza e l’attenzione più volte riservata a Firenze e per aver garantito nell’ambito del suo ruolo istituzionale un dialogo sempre aperto e costruttivo con la nostra città”.
Nel corso del suo intervento il sindaco ha ricordato il professor Franco Scaramuzzi, a poche settimane dalla scomparsa: “Colui che ha guidato in anni importanti questo prestigioso Ateneo, un instancabile uomo di cultura, un innovatore che ha saputo unire rigore scientifico e impegno civico. Che proprio per questo ha vissuto una parte della sua vita anche nella politica, sedendo nel Consiglio comunale a Palazzo Vecchio”.
Nardella ha poi rivolto un pensiero affettuoso allo studente universitario Niccolò Bizzarri, morto lunedì scorso: “Ha lasciato a tutti noi una testimonianza straordinaria di un ragazzo appassionato, presente attivamente nella vita universitaria, esempio per tanti suoi colleghi e per tanti giovani. Ai familiari e agli amici di Niccolò, da parte della nostra amministrazione e della città, un abbraccio sincero e affettuoso”.
“In un’epoca di grandi trasformazioni – ha affermato il sindaco –, in un mondo che cambia rapidamente, la speranza proviene dalle scuole, dalle Università, da una buona didattica. Ed è quella di usare al meglio gli strumenti della conoscenza, dell’innovazione, del dialogo fra persone provenienti da mondi e da saperi diversi”. “L’Università di domani sarà sempre di più quella che sa innovare, mettendosi alla prova – ha continuato -, offrendo competenze nuove, ma anche quella che esce fuori dalle aule, dai luoghi consueti, che trasforma le proprie intuizioni in applicazioni concrete nel mondo del lavoro, dell’economia, e che in quelle stesse aule porta i protagonisti del mondo produttivo, scientifico, culturale, gli esperti che già ora studiano le dinamiche che disegneranno il nostro futuro”.
“Viviamo un momento difficile e sfidante per il mondo dell’Università – ha proseguito Nardella -. Sono molti i problemi, che anche noi amministratori pubblici conosciamo e a cui guardiamo: penso, ad esempio, all’abbandono universitario al primo anno che tocca il 15%. Per questo, a mio avviso, è importante riuscire a rafforzare il ponte tra la scuola e l’Università e tra di essa e il mondo del lavoro. La ricerca è un aspetto centrale di queste relazioni”.
Rivolgendosi direttamente ai giovani, il sindaco Nardella ha detto loro di “essere curiosi” e di “sforzarsi di cogliere la logica che sta nelle cose. Di avere il coraggio delle idee per difendere le proprie intuizioni, i propositi, i sogni”. “Costruite relazioni – ha detto loro – e soprattutto un’idea di futuro che sia meno cupa di quella attuale. L’Europa moderna è espressione delle sue Università, dell’intreccio delle sue molteplici culture, imperniate sulla centralità della persona, sulle libertà individuali, sullo stato di diritto. Ragionate dunque in chiave europea, preparatevi fin da ora a confrontarvi con questo orizzonte. È un esercizio dannatamente utile”. “Compito delle Istituzioni è invece quello di starvi vicino – ha proseguito -, di venire incontro alle vostre attese, di darvi risposte in tempi certi, di facilitare la vostra capacità di fare innovazione, di fare impresa”.
Il sindaco Nardella ha concluso il suo intervento sull’importanza di un nuovo Umanesimo, tema sul quale più volte hanno richiamato l’attenzione anche il premier Conte e il rettore Luigi Dei: “Ho riflettuto molto su questo concetto anche in relazione al ruolo che Firenze ha avuto nella nascita del pensiero moderno. Oggi torniamo a sentire l’esigenza di un nuovo Umanesimo, perché torna sempre al centro del dibattito culturale e politico quando l’humanitas dell’homo è nel pieno di una crisi profonda o in vista di una apocalisse che si avvicina”. “Attualmente viviamo una crisi economica globale – ha concluso Nardella – e siamo nel pieno di una crisi ecologica senza precedenti. L’Università può essere il luogo dal quale partire per navigare nel mare tempestoso della nostra esistenza in cerca di risposte”.