Leopolda, Nardella chiama l’unità e la riforma del commercio

Firenze – Patto della Leopolda: ieri l’abbraccio fra la segretaria del Pd Elly Schlein e la Cgil, il lento ma costante riposizionamento a sinistra del partito, la critica neanche tanto velata all’era precedente e agli “sbagli”, la ripartenza dalla Leopolda, la battuta di risposta di Renzi. Oggi è il giorno dopo, continua l’appuntamento della Cgil  The New Order ‘Mobilitazioni – Contratti, Appalti, Umanità del Lavoro’, arriva il sindaco Dario Nardella. “Ho apprezzato il discorso di Elly Schlein di ieri, anche perché questo Paese, con questi provvedimenti normativi del governo, che minano alla base la qualità e la sicurezza del lavoro, che trascurano il ruolo delle città come motori di innvoazione, di fronte a questi provvedimenti è fondamentale costruire un fronte compatto fra mondo del lavoro, città attraverso i sindaci e mondo della politica. Fuori dalla tattica, fuori dalle manovre di palazzo, dobbiamo stare nelle piazze, nelle strade, nelle fabbriche, nelle scuole, nei mercati e dare vita a questo fronte democratico alternativo al governo di destra”

Per quanto riguarda il lavoro, Nardella, a margine dell’iniziativa Cgil-Filcams,  lancia il piano per la riforma del commercio. “La riforma del commercio consiste in un piano di riorganizzazione di tutto il settore, partendo dal modello lavorativo e contrattuale fino al modello di pianificazione delle attività commerciali nelle città. Questa è la proposta che lancio oggi, definire un piano complessivo che ci consenta di avere nuove regole per superare il problema dei contratti pirata, dei ritardi nella contrattazione collettiva, della formazione dei lavoratori nel settore del commercio e dall’altro lato anche superare il problema della deregulation nelle competenze amministrative”. La riforma, come sottolinea Nardella, copre “a 360° il settore del commercio, sia dal punto di vista del lavoro che del modello produttivo e distributivo legato alle specificità delle città”.

il sindaco Dario Nardella

A fronte della “deregulation complessiva che riguarda sia il lavoro che la pianificazione nell’ambito del commercio” di fatto Nardella chiede maggiori poteri per i sindaci. “Se da un lato i sindacati puntano giustamente sulla questione del riconoscimento della tutela delle figure lavorative e professionali del commercio – sottolinea – dall’altro i sindaci chiedono più strumenti, tornando a una modalità pianificatoria più aderente alle esigenze del territorio. Oggi a causa di questa deregulation assistiamo al proliferare dei contratti pirata ma pure all’impossibilità di tutelare il commercio tradizionale e garantire determinati servizi e merceologie in certi quartieri della città”.

Le parole di Nardella trovano subito sponda nella Cna fiorentina, con un tempestivo commento di Giacomo Cioni, presidente di CNA Firenze Metropolitana. “Superare la deregulation del ’98, l’anarchia nell’attività di commercio e artigianato per recuperare una programmazione che tenga conto delle specificità e dei bisogni delle città e delle caratteristiche di quel tessuto economico imprenditoriale è una proposta che il Sindaco aveva presentato durante la nostra Assemblea di ottobre 2022, svoltasi nel salone dei Cinquecento, e che allora, come oggi, ci trova concordi, purché, prima dello step di Parlamento e Governo, venga condivisa preliminarmente da sindaci e associazioni di categoria”.

Giacomo Cioni, presidente di CNA Firenze Metropolitana

Prosegue Cioni: “Non solo questo, ma anche tanti degli altri problemi che pesano sul comparto economico (inflazione; costi energetici; difficoltà di reperimento del personale; divario tra domanda delle imprese e offerta formativa; passaggio generazionale frenato; normative tarate sulla grande industria; burocrazia tentacolare; credito e finanziamenti ad ostacoli) derivano dall’indebolimento della relazione esistente tra imprese e politica. Crediamo che il legame possa essere rinsaldato, con obiettivi proficui per entrambe le parti, attraverso la concessione di un maggior margine di azione alle amministrazioni pubbliche locali, come spesso dalle stesse richiesto. Siamo disponibili a sostenere le loro richieste, a patto che l’impegno sia reciproco”. Inoltre, il ruolo della politica locale nella soluzione dei problemi delle Pmi, dicono da Cna, è direttamente efficace e su più fronti, dalla gestione del turismo, come dimostra la Leggeper  Venezia  e la connessa richiesta della Legge per Firenze, a quella degli appalti pubblici che potrebbero indirizzarsi maggiormente, fermo restando il possesso dei requisiti, verso imprese locali; ma anche “da una gestione ragionata e ragionevole dei vincoli che gravano sul patrimonio privato edilizio (si pensi a quelli sul fotovoltaico che continuano a presentarsi stringenti e talora incomprensibili) a incentivi e decontribuzioni che potrebbero sostenere settori in difficoltà e/o agevolare l’apertura di nuove attività. Indirettamente, rappresentando le istanze delle imprese al livello politico centrale e europeo”.

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