Muti torna al Maggio e dirige Macbeth in forma di concerto

Firenze –  Riccardo Muti, dopo i due trionfali concerti diretti per il primo G7 della Cultura del marzo 2017, torna a Firenze in occasione del cinquantesimo anniversario dal suo debutto al Maggio Musicale Fiorentino e sale sul podio per dirigere Macbeth di Giuseppe Verdi in forma di concerto l’11 e il 13 luglio 2018 alle ore 20.

Muti incontrerà il pubblico anche per una importante occasione al Salone dei Cinquecento, il 10 luglio alle 18, in un significativo incontro curato e coordinato da Leonetta Bentivoglio e salutato dal sindaco di Firenze Dario Nardella e dal sovrintendente del Maggio Cristiano Chiarot.

Firenze e Riccardo Muti. Come scrive, appunto, Giovanni Vitali nelle pagine del programma di sala del Macbeth, è un rapporto che si po’ sintetizzare così: “Quello tra la città e il maestro è il racconto di un amore appassionato, coinvolgente, difficile da comprendere da quanti non lo abbiano vissuto in prima persona, provando emozioni rimaste impresse in maniera indelebile nella memoria e che, a distanza di tanti anni, riaffiorano con la stessa tumultuosa forza di allora. È il racconto di un amore che, come tutti i grandi amori, ha avuto i suoi momenti meno intensi per riaccendersi ogni volta più travolgente di prima.”

Macbeth è l’opera verdiana che il Maestro nell’arco della sua carriera ha diretto più spesso e al Maggio aveva già affrontato la partitura per il 38° Festival del 1975, la regia era di Franco Enriquez e la compagnia di canto vedeva alternarsi nelle varie rappresentazioni due diverse coppie di protagonisti, Mario Petri e Gwyneth Jones e Kostas Paskalis e Leylā Gencer, accanto ad Aage Haugland (Banco) e Franco Tagliavini (Macduff).

L’incontro presso il foyer della galleria del Maggio e l’appuntamento al Salone dei Cinquecento sono a ingresso libero fino a esaurimento dei posti. Il maestro Muti, dopo le due recite di Macbeth, firmerà copie delle sue incisioni audio-video e programmi di sala, presso il bookshop del Maggio.

Macbeth
Melodramma in quattro atti
Libretto di Francesco Maria Piave e Andrea Maffei tratto dal Macbeth di William Shakespeare
Musica di Giuseppe Verdi

Il rapporto di Verdi con il teatro di Shakespeare si snoda lungo il corso di una lunga carriera costellata di progetti compiuti, come Macbeth, Otello e Falstaff e altri a lungo inseguiti ma mai realizzati, come Amleto, La tempesta, Re Lear. La prima occasione per cimentarsi con un soggetto del drammaturgo inglese arriva grazie ad Alessandro Lanari, impresario della Pergola di Firenze, che commissiona al compositore una nuova opera per la stagione di Carnevale 1847. Ambientato tra le brume scozzesi, Macbeth è un dramma fantastico dalle tinte fosche dove streghe e fantasmi sono i coprotagonisti dell’eroe eponimo e della sua perfida sposa. La scelta del genere fantastico era piuttosto significativa, negli anni precedenti l’impresario Lanari aveva infatti portato sulle scene fiorentine opere con soggetti romantici, quali Robert le Diable di Meyerbeer e Der Freischütz di von Weber; la nuova opera di Verdi sembrava quindi voler lanciare un guanto di sfida ai successi dei compositori d’oltralpe. Fin dall’inizio il compositore ha le idee chiarissime sul significato della sua nuova opera: la parabola discendente di un eroe schiacciato dal peso di un’ambizione sfrenata che lo trasformerà in crudele assassino; sete di potere, follia e morte segnano infatti il destino di Macbeth e della malevola consorte, donna dall’animo nero e istigatrice degli orrendi delitti del marito. È un’indagine condotta tra i meandri più reconditi dell’animo umano la via intrapresa da Verdi, che già in quest’opera inizia a delineare il concetto di ‘parola scenica’, un termine capace di tradurre con precisione la situazione drammaturgica, tanto denso di significato da rimanere scolpito nella musi

 

Foto. Riccardo Muti  (Todd Rosenberg)

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