Firenze – Dipenderà forse dalla sua lunga frequentazione con il teatro sperimentale ( lo Zauberteatro delle notti sull’Arno) o dai molteplici progetti multimediali e multidisciplinari che accompagnano molti dei suoi progetti musicali. Certo è che la musica di Claudio José Boncompagni si ispira di sovente agli elementi materici, alle più diverse suggestioni che la natura può suggerire. Sabato 13 giugno, ore 21 alla Limonaia di Villa Strozzi, nell’ambito del Maggio Musicale Fiorentino, un suo brano, Vertical (sound) climbing, per sassofono solo e Live electronics, verrà eseguito ( il solista è Giovanni Nardi), in un concerto interamente dedicato alla musica sperimentale (in programma Agostino Di Scipio 2 pezzi di ascolto e sorveglianza, per un esecutore con flauto e live electronics, Marco Marinoni prima esecuzione assoluta Eleusi per violino e live electronics, Johan Svensson prima esecuzione italiana Down, per violino e live electronics e il Solo di Karlheinz Stockhausen).
Come è nata la composizione?
Sono partito dal programma definito da Tempo Reale, che mi ha commissionato la composizione. La mia idea era di scrivere un brano che si sviluppasse in una prospettiva verticale, sulla suggestione della scalata come momento di meditazione e di confluenza delle forze fisiche e psichiche in un atto di liberazione e di conquista della natura più impervia. In questo caso la cima che mi ha ispirato è il Cerro Torre, in Patagonia. Creare un brano con possibilità di diffusione ottofonica crea un’ esperienza sonora unica.
Come si sviluppa il brano?
Il solista interagisce con la parte del live electronics che è densa di avvenimenti. Ci sono 51 piccoli eventi che avvengono nella sequenza del sax, il live electronic elabora quello che fa il solista; da ciò si possono creare una moltitudine di invenzioni: da un sax ne “nascono” 5, da una nota alta si passa immediatamente ad una nota gravissima. La peculiarità del pezzo è quella di utilizzare due forme di amplificazione d’ambiente: una è quadrifonica e una ottofonica, allo stesso tempo la disposizione del suono è circolare e verticale, dal basso verso l’alto. Posizionando le casse con una certa successione la sensazione dell’ascoltatore sarà quella dell’innalzamento di quota. Ciò che ho voluto creare in questo pezzo è la una sensazione di suoni che si innalzano così come avviene nella percezione dell’ascesa di una cima. Lo spazio della Limonaia è particolarmente risonante. Lo staff di Tempo Reale poi è eccezionale sia per il supporto tecnico – con la supervisione del compositore- sound designer Francesco Canavese – sia per la loro disponibilità.
È musica descrittiva?
Non la potremmo definire così in senso classico, si tratta piuttosto della descrizione di un paesaggio interiore. In questo senso hanno un grande peso i cambiamenti della timbrica. Nel corso del pezzo a seconda dell’ estensione dello strumento, la parte elettronica interagisce con suoni di varia natura: cupi, grotteschi, primitivi, fino ad arrivare ad una purezza melodica. I vari episodi si susseguono come nell’esperienza di un cammino, la musica richiama esperienze sensoriali di varia natura, un raggio di sole, la foresta. Il culmine è il punto di arrivo, la vetta, che si percepisce con uno spettro di suoni limpidi acuti.
Si tratta del primo pezzo legato a questo tema?
Già da tempo sto lavorando a questo progetto e la commissione di Tempo Reale è stata una felice concomitanza perché un’idea simile l’ho già realizzata con un quartetto d’archi che verrà eseguito al Festival di autunno a Varsavia. Lì si parla di conquista di spazi sonori, vertigine verso l’alto, suoni primitivi, dicotomie, questa parabola mi interessa. È una ricerca nella quale mi piace mettere alla prova l’articolazione e le capacità tecniche dello strumentista, un po’ come fanno gli alpinisti quando devono scalare pareti verticali. Il virtuosismo non è solo esibizione è anche la ricerca di una vastità interna, un terreno di conquista, così come è l’ascesa tra suoni della terra e quelli che tendono ad alzarsi verso il cielo.