“Lascia correre tra me e te, conti troppe buste dentro ai tuoi caffè, tu hai bisogno di dolcezza non di me, eri solo su un muretto a aspettarmi”, è il ritornello ritmato che segna lo sbalzo rispetto alla strofa più lenta, per quel misto di baldanza e nostalgia che accompagna un amore finito perché lo hai voluto tu. Così canta, accompagnandosi con chitarra, Sofia Marcaccini, in arte Sofya e sofyamusic su Instagram, in “Muretto”, il single che ha inciso con l’etichetta indipendente Shed626 e che uscirà l’8 novembre, mentre lei, fiorentina, si esibirà dandone l’anteprima a Otto Place, un locale milanese di via Paolo Sarti, e che andrà su youtube domenica 10 novembre. Sarà la partenza di Sofya.
O meglio quello che Sofia Marcaccini vorrebbe che “venisse considerato come la mia vera partenza perché in realtà di miei single ne sono già uscisti tre, ‘Luna storta’, ‘25’ e ‘Smoke’, che sono stati lanciati tutti ultimamente ma sono canzoni vecchie, che avevo scritto prima. L’ ultimo uscito, ‘Smoke’ lo avevo scritto a 17 anni perché mi ero innamorata di un ragazzo inglese che fumava molto, mentre 25 parla sempre di amore, ma di un amore di cui ti accorgi troppo tardi e perdi il treno. ‘Luna storta’ è un testo di tutta la band musicale Loops con cui canto”.
Già, vecchi: ora di anni Sofia non ne ha più 17, ma “ben” 24 e si racconta, spiegando se stessa e la sua musica con una voce lieve e fresca da ragazza, la stessa di quando canta. Parla senza timidezza né spocchia, ma con pacatezza, naturalezza, passione.
Perché , Sofia, la vera partenza deve essere considerata Muretto?“
“Vorrei partire da Muretto perché come ho detto gli altri tre single li avevo realizzati anni fa e io mi sento matura adesso. E soprattutto perché è una canzone che considero più vera. Parla anche questa di amore come le altre ma la sento come se fosse una lettera di scuse. Di solito si scrive quando si viene lasciati e si fa la vittima, in questo caso invece è lui a essere lasciato e a me dispiace di avergli fatto male ma è andata così. È la mia canzone preferita, una cosa che mi è successa e che sento molto, una mia storia, l’ho scritta di getto. E’ un single è per me importantissimo. Sono ansiosa per la sua uscita e orgogliosa. Ho paura e sono contenta ”.
Dopodiché, ora hai un nuovo amore ?
“Ora sono sola”.
È sempre l’amore il tema delle tue canzoni?
“Lo è stato fin da quando ero piccola, allora perché non ne sapevo niente ma mi sembrava il tema dominante e poi perché ho cominciato a saperne. Ma, attenzione, adesso voglio cambiare e parlare anche d’altro”.
Di cosa?
“Lo vedrete, ho già due o tre canzoni in cantiere”
Scusa, ma torniamo indietro. Più sopra parli di canzoni che scrivevi e cantavi da piccola, ma cosa significa? Quando hai cominciato?
“Beh, canto e suono, si potrebbe dire da sempre. Mio padre mi regalò la mia prima chitarra acustica a sei anni, lui suonava e ogni sera mi faceva sentire Bennato. Ho imparato a suonare la chitarra allora, a scrivere le mie canzoni verso gli otto anni, sono andata a scuola di canto a 12, invece quanto a suonare sono stata un’ autodidatta. Da sempre, fin da piccola, non ho cantato testi e musiche di altri ma ho sempre scritto le parole e la musica da me. Insomma, me la canto e me la suono”.
Quale tipo di musica fai?
“Direi pop cantautorato con qualche influenza di blues che mi ha tramandato mio padre”.
Usi l’AI nel comporre?
“No. La guardò con molto interesse ma nella musica non la uso, semmai lo faccio sul lavoro. La mia musica preferisco scriverla da me”
Quanto tempo ti ha preso questa passione finora?
“Tanto, ma ho fatto tutto, la scuola, l’università, ho studiato comunicazione, mi sono laureata e sono diventata social media manager. Con altre due ragazze, lavoro per un imprenditore, ci occupiamo del marketing digitale. D’altra parte io scrivo una canzone in poco tempo e posso anche lavorare. Certo che, appena ho tempo, strimpello, butto fuori idee, parole, musica, tutto quello che mi viene in mente. Anche per poco, ma tutti i giorni ”.
Che tipo sei?
“ Allegra, mi piace scherzare, ridere. Sono in generale ironica ma anche romantica, a volte mi piace crogiolarmi nella malinconia ma so anche saltarne fuori”.
Parlavi di lavoro di marketing, pensi che di musica non si mangi?
“No. Ma mi piacerebbe arrivarci, così da potermi dedicare interamente alla mia musica. Tuttavia non mi scoraggio e ci spero. Ora iniziò un percorso, poi si vedrà, punto a farcela. Vado in giro dove posso a cantare e suonare con la mia band, The Loops”.
Pensi che non sia facile per voi giovani affermarsi in questo campo?
“Beh, non facilissimo.Ancora meno per le ragazze. Non so perché ma lo tocco con mano, nell’etichetta sono l’unica ragazza e anche nella band siamo solo due, io e una mia amica batterista, che anche nei contest diamo nell’occhio. Comunque, in genere, specie a Firenze, perché a Bologna e Milano ci sono più locali e più movimento, non ci sono molte occasioni. A Firenze ci sono meno locali, meno iniziative, pochi produttori, ci conosciamo tutti sempre e questo non è molto stimolante, così io lavoro anche con gente di Bologna e Milano . Tutti i musicisti devono però lavorare sodo in altri settori e ci possiamo dedicare alla musica meno di quanto potremmo. All’estero non so come sia, qui in Italia mi sembra sostanzialmente dura dappertutto, anche se forse lo è ancora di più nella mia città dove però, nonostante i pochi luoghi e contest offerti per cantare e suonare, non mi arrendo e vado in giro per locali, ristoranti, pizzerie, Notti bianche, Biblioteca di Sesto. Con la mia band dove suona anche mio fratello, così vengono tutti gli amici di tutti. Mi sembra che in generale ci si occupi di più di promuovere cinema, partite, altre iniziative, piuttosto che la musica live. Per i dj che fanno musica elettronica è più facile, è diverso dal cantautore che deve avere milioni di ascolti per fare qualche soldo. Io sono passata anche da Amici, ma per poche puntate perché non ero spinta, e lì se non hai nessuno dietro non fai niente. Comunque non mi piaceva, non sono un tipo da tv, o perlomeno non da quel tipo di tv. Mi piacerebbe molto invece arrivare a Sanremo Giovani”.
Ma cosa bisognerebbe fare secondo te per promuovere i giovani e la musica live?
“Beh, dar loro più occasioni, luoghi, facilitazioni. Ora è un problema. Facciamo anche l’esempio dei concerti. I giovani artisti emergenti che aprono prima del grande cantante sono in genere spinti dalle altrettanto grandi case discografiche dei cantanti e non è facile entrare nelle major che spingerebbero di più la tua canzone. Comunque non so neanche quanto mi piacerebbe arrivarci perché le major comandano loro e invece nelle etichette indipendenti hai voce in capitolo ”.
Se così stanno le cose, quali sono gli ambasciatori di voi giovani musicisti nel mondo?
“Internet è molto importante per riuscire a emergere . Il massimo è Tik Tok, basta che qualche parola di una canzone venga usata per un video ed è fatta, ma funziona anche Instagram. Considerando comunque che i trend girano rapidi, durano giusto un mese”.
In foto: Sofia Marcaccini