Firenze – Tre obiettivi centrati con un solo colpo: il recupero dello spazio di 3.500 metri quadrati dell’ex convento delle Leopoldine, prima ospedale, poi scuola e infine luogo di preghiera rimasto chiuso per 30 anni; l’offerta al pubblico di tutto il mondo di collezioni di opere d’arte del secolo scorso la cui utilizzazione ha riempito vanamente di inchiostro i giornali fiorentini per decenni; l’ingresso della città nel novero di quelle che possono essere un po’ più vicine alla sensibilità artistica contemporanea. Questo è il triplice messaggio virtuoso che lancia il nuovo Museo Novecento che verrà inaugurato domani per San Giovanni e che oggi è stato presentato alla stampa e che è sicuramente esemplare dello sforzo congiunto dei soggetti preposti al governo e allo sviluppo del territorio.
Tutto questo ovviamente è stato detto e ridetto dal sindaco Dario Nardella e dagli altri protagonisti dell’operazione che arricchisce Firenze di un nuovo contenitore culturale “eccentrico” rispetto al main stream rinascimentale, ma ben inserito in un percorso che parte dalla stazione di Giovanni Michelucci, capolavoro dell’architettura novecentesca, passa attraverso Leon Battista Alberti della facciata di Santa Maria Novella e si avvicina all’hotel Minerva disegnato da Carlo Scarpa: diversi modi per coniugare lo stile razionale dei fiorentini.
Il Museo Novecento è suddiviso in 15 spazi nei quali sono esposte 300 opere con il sussidio discreto ma efficace delle tecnologie multimediali. Il percorso avviene “a ritroso”: parte dal 1990 e arriva fino ai primi anni del secolo. Le collezioni più importanti sono quelle di Alberto Della Ragione, che finalmente ha trovato una collocazione in grado di valorizzarne le opere, la collezione Rosai e la collezione Palazzeschi. Accanto a queste quella creata dalle donazioni pervenute grazie all’appello che Carlo Ludovico Ragghianti lanciò dopo l’alluvione del 1966 per creare un mai realizzato Miac: Museo internazionale dell’arte contemporanea. Poi ci sono le opere e i documenti degli ultimi decenni concessi in comodato da enti e artisti che hanno sostenuto il nuovo contenitore culturale.
Gli artisti presenti sono fra i più importanti e rappresentativi del secolo scorso: da De Chirico, Morandi e Casorati a Emilio Vedova e Renato Guttuso. La proposta espositiva riesce a guidare il visitatore attraverso le dinamiche, i sogni, le visioni, ma anche le follie che hanno attraversato il Novecento e che hanno visto Firenze sempre protagonista sia a livello nazionale che internazionale. Rappresentanti di tutte le arti (la musica, la poesia, la pittura, la scultura, ma anche il cinema, la moda, la grafica) si incrociano e si consegnano reciprocamente spezzoni di una ricerca instancabile e geniale.
Nel presentare il nuovo museo Nardella ha sottolineato la continuità delle Leopoldine che recuperano la loro vocazione storica per la formazione e l’educazione delle coscienze e ha ringraziato chi ha aiutato l’amministrazione a realizzarlo. L’Ente Cassa di Risparmio – ha precisato il neopresidente Umberto Tombari – ci ha messo 6 milioni di euro. C’è anche un partner: Il Gioco del Lotto che contribuirà a organizzare le attività del nuovo Museo. Sabato 28 e domenica 29 giugno aprirà gratuitamente il museo a tutti offrendo visite guidate e laboratori.