La sentenza del giudice Salvatore Palazzo del Tribunale di Firenze, dal punto di vista giuridico, ha creato per il Museo di ciclismo Gino Bartali a Ponte a Ema una situazione tale da metterne a rischio la permanenza.
Comunque da “condizionare” anche i progetti futuri dei titolari del museo cioè Comune di Firenze 66% delle azioni, Comune di Bagno a Ripoli e Provincia di Firenze che si dividono i restanti 34% delle azioni.
La signora Adriana Bani vedova Bartali ed il figlio Andrea avevano promosso una causa civile contro l’Associazione Amici del museo tendente ad ottenere tutti i cimeli personali di Bartali esposti nel suddetto museo.
Il giudice invece ha dato ragione all’Associazione Amici del museo, quindi, quei cimeli restano al loro posto. Ha pure disposto che quelli dell’indimenticabile campione fiorentino già al museo che Andrea Bartali ha avuto in prestito – c’è anche una grande foto del Cardinale Elia Dalla Costa con dedica a Gino Bartali – dovranno essere restituiti all’Associazione Amici del museo.
Adriana ed Andrea Bartali “amareggiati e delusi da una simile sentenza” hanno dato mandato ai loro legali Niccolò Rositani e Ugo Cesare Palazzo di presentare ricorso.
La sentenza dice anche chiaramente “la proprietà esclusiva di tutti i beni configuranti la storia di Gino Bartali appartengono all’Associazione Amici del museo”. Ne consegue che anche le altre centinaia di cimeli esistenti nel museo sono dello stesso proprietario.
I tre titolari del museo hanno varato recentemente una società d’indirizzo che dovrà dettare le regole per un indire un bando con il quale assegnare la gestione del museo a privati. Ma a questo punto, in base a quella sentenza, il bando dovrà tenere conto delle esigenze e delle richieste dell’Associazione Amici del museo che in caso contrario – dichiarazione ufficiale del presidente Andrea Bresci – se ne andrà portando via tutti i cimeli esistenti nel museo.
In tal caso i Comuni di Firenze e Bagno a Ripoli e la Provincia di Firenze resterebbero proprietari solo di una struttura muraria vuota ed i 2 milioni di euro di denaro pubblico per erigere il museo sarebbe stati spesi per nulla. A questo punto il vice sindaco di Palazzo Vecchio Dario Nardella, in quanto rappresentante del Comune di Firenze, maggiore azionista, dovrà affrontare subito la questione cercando una soluzione che garantisca al museo un sereno futuro. Ma occorre far presto perché tra meno di nove mesi a Firenze ci saranno i campionati del mondo di ciclismo e quel museo, fortemente voluto da Gino Bartali, dovrebbe essere in grado di ricevere la visita di tantissimi appassionati, anche stranieri, della bicicletta.
Franco Calamai