C’è un tesoro nascosto nei Musei di Reggio Emilia. Una collezione tutta da scoprire di oltre duemilacinquecento disegni, studi preparatori per dipinti, bozzetti d’architettura e di scenografia che coprono l’arco cronologico che va dal Cinquecento al Novecento. La Fondazione Manodori, in collaborazione con i Musei Civici, ha promosso la realizzazione di un volume, edito da Skira, dal titolo La linea continua. Disegni antichi dei Musei Civici di Reggio Emilia, che analizza, in particolare, il fondo dei disegni antichi dal XVI al XVII secolo, formato da duecento fogli di notevole pregio, quasi del tutto sconosciuti; un ‘tesoro nascosto’ che finalmente viene proposto all’attenzione del pubblico e della critica.
Il volume sarà presentato sabato 19 dicembre, alle ore 11, all’Aula Magna dell’Università di Reggio Emilia. Interverranno Gianni Borghi, presidente della Fondazione Manodori, Luca Vecchi, sindaco di Reggio Emilia, Marzia Faietti, direttore del Gabinetto disegni e stampe degli Uffizi, Elisabetta Farioli, direttore dei Musei Civici. Ad illustrare l’opera sarà Giulio Zavatta, che ha curato il volume insieme ad Alessandra Bigi Iotti. Il libro include inoltre saggi introduttivi di Marzia Faietti e Elisabetta Farioli. Per l’accurata analisi e i confronti che gli autori hanno delineato, la pubblicazione si configura come vero e proprio catalogo, con un ricco apparato iconografico corredato di chiavetta usb, che potrà diventare uno strumento di lavoro per insegnanti e studenti ed essere uno stimolo per l’avvio di nuove indagini. Fondazione Manodori e Musei Civici di Reggio Emilia hanno quindi, ancora una volta, potuto condividere l’impegno a conservare e divulgare testimonianze d’arte e di storia presenti nella nostra città.
Come già avvenuto lo scorso anno, la pubblicazione del volume sui disegni dei Musei diventa l’occasione per promuovere nella sede di Palazzo dei Musei una mostra dal titolo “La Linea Continua. Disegni dei Musei Civici di Reggio Emilia. Da Lelio Orsi a Omar Galliani” che farà scoprire circa 300 disegni di diversi autori dal Cinquecento ai giorni nostri, in un ideale dialogo tra opere antiche, opere del XIX secolo e del Novecento e disegni contemporanei. L’esposizione, caratterizzata da una sorprendente ricchezza, che si svela anche nella sua straordinaria dimensione numerica, costituirà la prima grande mostra sull’intero patrimonio grafico dei Musei Civici.
La mostra sarà inaugurata sabato 19 dicembre alle ore 17 nel Palazzo dei Musei alla presenza dei promotori della mostra, dei curatori Alessandra Bigi Iotti, Elisabetta Farioli, Alessandro Gazzotti, Giulio Zavatta e dell’artista Omar Galliani. Artista affermato e attivo sulla scena contemporanea internazionale, che ha individuato proprio nel disegno il suo privilegiato territorio di indagine, Galliani è stato invitato dai Musei a confrontarsi con il patrimonio dei disegni antichi.
Rivolta al largo pubblico, l’esposizione intende avvicinare al disegno anche i non addetti ai lavori e coinvolgerli direttamente in attività didattiche e di approfondimento. In modo innovativo, alcune sezioni della mostra saranno accompagnate da ‘spazi lab’ dove il pubblico potrà sperimentare l’utilizzo di strumenti, immergendosi nel processo creativo. Laboratori e percorsi specifici sono stati pensati anche per insegnanti e studenti.
HANNO DETTO – Il volume e la mostra sono state presentate stamani alla stampa dal sindaco Luca Vecchi, dal presidente della Fondazione Manodori Gianni Borghi, dal direttore dei Musei Civici Elisabetta Farioli e dal curatore del volume Giulio Zavatta. Alessandra Bigi Iotti, curatrice del volume e l’artista Omar Galliani hanno svolto la visita guidata alla mostra.
“I Musei civici dispongono di una importante collezione di oltre duemilacinquecento disegni che riguardano un periodo molto esteso che va dal Cinquecento al Novecento. Con questa iniziativa, realizzata grazie alla collaborazione della Fondazione Manodori – ha dichiarato il sindaco di Reggio Emilia Luca Vecchi – si intende far riscoprire e far emergere un patrimonio dei civici musei estremamente importante per la città. Inoltre si vuole svolgere una operazione diffusiva dal punto di vista culturale che, come sappiamo, porta sempre con sé un elemento di crescita civile.
“Peraltro – ha aggiunto Vecchi – credo che questo progetto abbia la capacità di sorprendere positivamente la città sia per la qualità che propone che per la capacità di portare alla scoperta di un patrimonio non ancora noto”.
L’ abbinamento della strenna natalizia della Fondazione Manodori ad una mostra nei musei civici – ha sottolineato Gianni Borghi, presidente della Fondazione Manodori è un’idea avviata da tempo. Quest’ anno è stata scelto come soggetto la collezione di disegni posseduta dai civici musei, che conta più di duemila pezzi. Il volume si configura come prezioso strumento conoscitivo e didattico per cittadini, studenti e insegnanti, portando alla luce una selezione composta da oltre 200 disegni antichi, risalenti al XV e XVI sec.. Un imponente apparato figurativo poi compone il libro, accompagnato da un supporto digitale, chiavetta usb”.
“La Fondazione Manodori – ha aggiunto Borghi – in questi anni si è distinta per l’ impegno volto a sostegno di cultura e formazione, obiettivi primari di investimento, anche in anni poco favorevoli. Siamo una delle fondazioni che investono di più percentualmente su cultura e sociale. Peraltro è già avviato il progetto per la strenna del 2017 in risposta alla calda accoglienza riservata dai cittadini all’iniziativa natalizia. I volumi pubblicati negli anni infatti sono spesso richiesti e consultati da studiosi e reggiani a testimonianza dell’importante ruolo formativo e di ricerca svolto dalle pubblicazioni della Fondazione Manodori”.
“La Fondazione Manodori con questo volume, che rappresenta un vero e proprio catalogo dei fondi dei disegni antichi – ha dichiarato Elisabetta Farioli, direttore dei musei civici – ha promosso un’iniziativa preziosa e necessaria per la valorizzazione del patrimonio museale, grazie allo studio sulla collezione, intrapreso a partire dal 2008 da Alessandra Bigi Iotti e Giulio Zavatta”.
“Esistono – ha sottolineato Elisabetta Farioli – importanti differenze tra il libro e la mostra. Mentre il libro presuppone la volontà forte di chi lo acquista o lo riceve, la mostra si rivolge ad un pubblico più vasto che presenta livelli di cultura e di interesse diversi. Per questo motivo l’esposizione ““La Linea Continua. Disegni dei Musei Civici di Reggio Emilia. Da Lelio Orsi a Omar Galliani” punta su tre elementi: il primo è quello della vastità della collezione conservato presso i civici musei, come ha avuto modo di evidenziare Marzia Faietti, di origini reggiane, direttore del Gabinetto disegni e stampe degli Uffizi, nel saggio presente nel volume. Poi sull’ ideale dialogo tra opere antiche, opere del XIX secolo e del Novecento e disegni contemporanei per valorizzare non solo l’arco cronologico, ma anche inedite relazioni tra fogli dei secoli passati, cogliendo tramandi di stili e significati, senza dimenticare il contemporaneo con l’invito ad Omar Galliani. Infine sul disegno nelle sue diverse possibilità di espressione e racconto anche attraverso attività laboratoriali riservate ai ragazzi e anche agli adulti”.
Giulio Zavatta, curatore del volume con Alessandra Bigi Iotti, si è soffermato sulla struttura del volume che include i contributi di Marzia Faietti, di Elisabetta Farioli, dello stesso Zavatta e di Alessandra Bigi Iotti. Zavatta inoltre ha sottolineato il profondo legame che unisce il territorio reggiano alla pratica del disegni come testimonia l’iconografia più nota alla città: il disegno della Madonna della Ghiara custodito al Museo della Ghiara, considerato dai reggiani al pari di una reliquia.
“Nel susseguirsi dei secoli – ha precisato Zavatta – la città ha conosciuto varie personalità di spicco, appassionati di disegno e collezionisti che hanno contribuito con varie donazioni alla costituzione dell’odierno patrimonio dei musei come Giulio Ferrari e Antonio Villani, la cui collezione è stata donata ai Musei nel 2000”.
Prezioso contributo all’iniziativa espositiva è la sezione curata dall’artista Omar Galliani, tra i protagonisti del disegno contemporaneo. Come fece già alcuni anni fa per la Gam di Torino, Galliani in questa occasione ha preso spunto da un foglio di Antonio Fontanesi per realizzare una nuova grande opera che riattualizza i temi del passato, dedicata ad una figura femminile sulla quale sono applicate a collage alcune pagine bianche. Ma l’artista ha affermato anche di aver voluto “mettersi a nudo” disponendo in una sezione della mostra una piccola antologica, dove sono raccolti disegni della sua infanzia fino alle sue produzioni più mature, in costante e serrato dialogo con alcuni disegni antichi.
Galliani ha sottolineato come sia difficile parlare di novità all’interno della storia dell’arte, in virtù della capacità propria dell’arte di rigenerarsi, dando vita a nuove opere. Il legame con il passato per Galliani passa anche attraverso l’utilizzo di materiali e supporti che riflettono le “mode” dei secoli passati.
Infine Alessandra Bigi Iotti ha illustrato le sette sezioni che compongono la mostra all’ultimo piano dei musei, suddivise in Ispirazioni, Modernamente antichi, In posa, Fontanesi e il disegno, Dal Vero, Caratteri e Finzioni. Una bella scoperta risultano i disegni della collezione abbinati alla riproduzione di autentici capolavori che sono custoditi nei principali musei italiani e stranieri.
LA MOSTRA – La linea continua è il concetto che unifica l’esposizione, poiché una caratteristica peculiare del collezionismo e della pratica del disegno a Reggio Emilia è, fin dai secoli trascorsi, quella di ispirarsi alla grande tradizione per creare opere moderne. “Ispirazioni” è il titolo della prima sezione, dove si può osservare la sorprendente rispondenza tra alcuni disegni antichi collezionati da Prospero Minghetti nell’Ottocento – e quindi donati alle raccolte pubbliche – e i suoi fogli di analogo soggetto. In una sezione intitolata “modernamente antichi” vengono presentati i risultati dello studio sui disegni delle collezioni reggiane con opere importanti e inedite a partire dai disegni di Jacopo Palma il Giovane, Carlo Maratta, Ubaldo Gandolfi e Antonio Bellucci per giungere a quelle di Orbetto, Giovanni Maria Morandi e Francesco Solimena. Vengono create inedite relazioni tra fogli dei secoli passati e opere di Mazzacurati, Costetti, Sartorio, Mandelli e altri artisti a noi più vicini, ma con sensibilità spesso sorprendentemente affini a quelle dei disegnatori del passato. Seguendo un filo di trasversalità cronologica, la mostra presenta significativi esempi della ricchezza del fondo grafico dei Musei Civici di Reggio Emilia: in alcune sale della pinacoteca vengono disposte serie di ritratti – ovvero “caratteri” – dal seicentesco Jusepe de Ribera all’artista del Novecento Giovanni Costetti, passando attraverso gli studi ottocenteschi di Alfonso e Gaetano Chierici, Ottorino Davoli e Augusto Mussini; serie di paesaggi “dal vero”, con visioni della natura su fogli antichi – da Baccio del Bianco a Remigio Cantagallina – fino ai taccuini di viaggio dell’Ottocento e alla modernità urbana rappresentata dalle opere su carta di Nello Leonardi ; disegni “in posa” con straordinari nudi accademici, capolavori della nostra Accademia del disegno di Alfonso e Gaetano Chierici, ma anche studi di Adeodato Malatesta e Filippo Pedrini, e una originale serie di fogli con corpi danzanti. Sono presenti anche le “finzioni” dei fogli di scenografia – da Prospero Zanichelli e Francesco Fontanesi fino ad Alessandro Prampolini e Antonio Basoli – straordinario patrimonio delle collezioni reggiane, e testimonianza di una “scuola” di grande successo tra Settecento e Ottocento; non manca un piccolo focus su Antonio Fontanesi e la riscoperta di artisti e collezionisti come Giulio Ferrari, munifico donatore di disegni antichi e al contempo artista capace di creare opere su carta di squisito gusto eclettico.
OMAR GALLIANI – All’interno del ricco corpus di disegni conservati negli archivi del Museo, Omar Galliani, artista reggiano che ha portato la grande tradizione del disegno italiano nel mondo, ha selezionato un foglio a matita su carta di Antonio Fontanesi che presenta due immagini: sul recto un “Paesaggio con albero” con fronde ampiamente dilatate, sul verso un “Ritratto femminile” a braccia conserte.
«Cosa avrà letto – si è chiesto Omar Galliani – la fanciulla seduta con in mano un libro nel piccolo disegno di Antonio Fontanesi? Forse aspettava qualcuno? Lo stesso Antonio che poi l’avrà fatta posare per qualche istante prima di chiudere il cavalletto sul tocco di biacca dell’ultimo paesaggio della sera? Quale era il suo nome? Non lo sapremo mai. Antonio non ha dipinto molte figure preferendo paesaggi, paesaggi dell’anima, direi, più che en plein air. Forse tra le mani stringeva l’album di schizzi di Antonio? Un’amante segreta? Una figlia senza nome? Forse l’avrà dipinta a Tokyo ed è oggi appesa in qualche collezione di quel lontano paese dove la pittura era d’inchiostro e le donne vestivano di sete fiorite e i fiori di pesco si sostituivano ai pioppi della sua grande pianura? I disegni a volte nel tempo restano muti per sempre e nel loro siderale silenzio compiono viaggi straordinari che non riusciremo mai a ricostruire. La rivisitazione dell’opera esige rispetto. Il suo silenzio chiede rispetto. Sta a noi cercare quel piano inclinato tra ieri e oggi che possa rigenerarsi all’interno dell’opera stessa».
A partire dal lavoro di Antonio Fontanesi, l’artista ha realizzato due opere: una matita su tavola di cm. 50×50, che rappresenta una donna in abiti contemporanei con un libro sul volto, ed una matita nera su tavola di cm. 70×50, dedicata ad una figura femminile sulla quale sono applicate a collage alcune pagine bianche, bozzetto di un trittico di grandi dimensioni (cm. 180×360), caratterizzato anche dalla presenza di un albero le cui fronde si “sfogliano” come le pagine di un libro.
Saranno infine esposte dieci tavole di cm. 55×45 tratte dal volume di poesie “Nel vortice delle acque superiori” di Gian Ruggero Manzoni (Raffaelli Editore, Rimini, 2015) ed una selezione di disegni di piccolo formato realizzati negli anni Settanta, durante gli studi all’Accademia di Belle Arti di Bologna, in dialogo con i disegni antichi del Museo.
IL LABORATORIO DEL DISEGNO Una sala dell’esposizione è dedicata al laboratorio del disegno, a cura del Dipartimento educativo dei musei. Un laboratorio attivo non soltanto per le scuole ma soprattutto per gli adulti che, al termine di visite guidate che saranno proposte con regolarità, avranno l’opportunità di confrontarsi con questo mezzo straordinario di espressione artistica riscoprendone gli strumenti, le tecniche, i supporti ma soprattutto cimentandosi in prima persona nell’esercizio della copia o di più libere associazioni evocate dalla visita al museo.
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Disegni antichi dei Musei Civici di Reggio Emilia
A cura di Giulio Zavatta e Alessandra Bigi Iotti
Presentazione del volume ed. Skira
sabato 19 dicembre 2015 ore 11
Aula Magna Pietro Manodori dell’Università di Modena e Reggio Emilia
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Disegni dei Musei Civici di Reggio Emilia
Da Lelio Orsi a Omar Galliani
Musei Civici, Reggio Emilia
a cura di: Alessandra Bigi Iotti, Elisabetta Farioli, Alessandro Gazzotti, Giulio Zavatta,
dal 19 dicembre 2015 al 28 marzo 2016
Inaugurazione sabato 19 dicembre alle ore 17
orari : dal martedì al venerdì dalle 9 alle 12
sabato, domenica e festivi dalle 9 alle 12 e dalle 16 alle 19
( I gennaio 2016 apertura solo al pomeriggio dalle ore 16 alle 19)
ingresso gratuito
Laboratori didattici per le scuole
a cura del Dipartimento di didattica dei Musei Civici
Info: tel. 0522 456805
Visite guidate sabato ore 16.30
a cura della cooperativa Le Macchine Celibi
Info: tel. 0522 – 456816
www.musei.re.it