Multe annullate a un politico, Draghi (FdI) protesta, a Palazzo Vecchio indagine interna

Firenze – Il capogruppo di Fratelli d’Italia a Palazzo Vecchio Alessandro Draghi si è incatenato di fronte al comando della polizia municipale fiorentina in piazza della Porta a Prato. “Il 19 gennaio ho chiesto i motivi per cui cinque multe fatte a due vetture intestate a un parente di un membro della Giunta Nardella, fossero state archiviate quindi non pagate – ha spiegato Draghi – l’archiviazione implica che o il comando ha compreso di aver commesso un errore oppure che è stato fatto ricorso al Tar. Non avendo ricevuto risposta dopo quattro mesi, ho dovuto incatenarmi al portone dei vigili urbani per avere delle prime parziali risposte”.

La vicenda prende il via, spiega il capogruppo di FdI,  da una segnalazione di cittadini.  “La segnalazione riguardava cinque multe archiviate a due auto utilizzate da una figura importante di palazzo Vecchio. I verbali risalgono al periodo 2020 e 2021 e risultano archiviati”.Da qui la richiesta vanzata dal consigliere, il 19 gennaio, alla Municipale,  di fornire le copie dei verbali e dei pagamenti. Richieste negate, in quanto sbattono contro il diritto alla privacy che tutela i cittadini. Spiega a ncra Draghi: “In altre parole, la motivazione con cui gli atti mi sono stati negati è che il diritto alla privacy del cittadino prevale su quello del consigliere ad avere informazioni”.
Le catene del consigliere però durano pochi minuti, in quanto i vigili lo invitano, per soddisfare le sue richieste, ad entrare al comnado di Porta al Prato . Così, emerge che 4 multe vengono archiviate con motivazioni che verranno mandate in seguito per iscritto, mentre la quinta “Che sappiamo nonè  stata pagata, rimane nel limbo”, dice il capogruppo Draghi all’uscita dall’incontro.

Una nota scritta riguardante la vicenda arriva nel giro di poche ore, da Palazzo Vecchio. ” La Polizia Municipale ha operato correttamente nei confronti delle richieste del consigliere Draghi, nel rispetto di tutte le disposizioni normative – si legge nella nota – Dalle dichiarazioni rilasciate dal consigliere Draghi alla stampa emerge che avrebbe parlato di un politico e di suoi familiari. Non si può essere a conoscenza di chi sia il politico a cui si riferisce il consigliere Draghi nelle sue dichiarazioni, così come lo stesso consigliere non dovrebbe conoscere né veicolare informazioni legate a privati cittadini e protette dalla normativa nazionale sulla privacy. Questi dati non possono essere peraltro oggetto di richiesta di accesso agli atti per finalità istituzionali”.

“Palazzo Vecchio disporrà un’indagine interna al fine di comprendere come sia possibile che un consigliere comunale possa apprendere informazioni sensibili su privati cittadini. In attesa di approfondimenti, si fa notare che nel periodo in questione sono state annullate in autotutela – quindi su azione diretta della Polizia Municipale – le contravvenzioni per transito o sosta in ztl per i permessi scaduti nel periodo di proroga causa Covid: in ragione del Decreto Legge 125/2020, relativo alle misure urgenti connesse allo stato di emergenza sanitaria, è stato prorogato al 3 maggio 2021 il termine dei permessi ztl in scadenza dal 31 gennaio 2020 al gennaio 2021.  Nel periodo considerato risultano 1.213 archiviazioni nei confronti di cittadini erroneamente multati in quanto rientranti in questa casistica”.

Intanto il consigliere Draghi spiega: “Non c’è molta chiarezza dal Comune, dal momento che per almeno due delle cinque multe non si tratta di violazioni dipendenti dalla situazione ambientale, ovvero dalle restrizioni dovute al covid. Devo aggiungere che i fiorentini, i pendolari e tutti i viaggiatori che devono attraversare la nostra città sono letteralmente martoriati dalle multe. Firenze ha il triste primato di avere la spesa media pro capite più alta d’Italia per i verbali stradali. Pensate, per il 2023 la Giunta Nardella ha messo a bilancio 110 milioni di multe. Alla luce di questo, è doveroso che l’amministrazione comunale dia tutte le delucidazioni possibili sulle cinque multe non pagate. I fiorentini devono sapere se c’è qualcuno che fa il furbetto, se qualche dipendente ha voluto fare un piacere al parente del politico oppure se è tutto regolare”.

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