Firenze – Si presenta con forza al tavolo dei proponenti e possibili compratori, il nuovo soggetto toscano che potrebbe acquisire la storica società di produzione e trasformazione del latte. Il nuovo soggetto che si siede al tavolo e Sici sgr, che significa società di gestione del risparmio, partecipata da Fidi Toscana, Gepafin, finanziaria umbra, e dalle maggiori banche toscane. Accanto, ieri, quando è battuta la mezzanotte segnando il termine del tempo per le proposte di interesse, sono spuntati altri due interessanti soggetti, non certo incompatibili con la Sici sgr: una proposta fatta da “Cooperlatte”, “Granducato” e “Atpz”, le tre cooperative di raccolta, trasporto e commercializzazione del latte prodotto nelle stalle toscane a cui fa riferimento la Mukki. La proposta comune fatta alla Centrale del latte di Firenze configurerebbe “l’individuazione di una o più ipotesi di rafforzamento aziendale e di evoluzione possibile del capitale sociale, tutelando il sito produttivo, i livelli occupazionali, la filiera agroalimentare toscana e la salvaguardia del territorio rurale”.
Con un’altra importante nota: “Quanto contenuto nel patto di filiera in prossima scadenza potrebbe essere confermato o rivisto, anche allargandolo a altri soggetti”. Accanto ancora un’altra “forza” che riguarda il territorio e la toscanità del brand, vale a dire la proposta dei lavoratori della Mukki, depositata nella posta certificata aperta dal Cda della Centrale “per formalizzare il nostro collettivo interesse a costituire un soggetto che, in un sistema di alleanze il cui principio di riferimento sia rappresentato dall’aggregazione di più soggetti caratterizzati dall’impegno a tutelare e sviluppare quanto la Centrale del Latte significa per il territorio, possa portare un effettivo valore aggiunto rispetto all’iter avviato dai Soci pubblici”. Un “blocco” toscano che potrebbe forse dire la sua nella complicata vicenda della vendita della Mukki.
Forse. Infatti, altri, agguerriti soggetti sono già in corsa da tempo o si stanno allineando sulla griglia: da un lato, Granarolo e Alival, dall’altro, un fondo di Hong Kong, che avrebbe fatto una proposta industriale. Ma chi davvero potrebbe afferrare il pon pon è la Centrale del Latte di Torino, molto decisa a tradurre il proprio interesse in proposte pratiche, tanto da giungere lunedì prossimo a Firenze con presidente e ad per illustrare un possibile progetto di integrazione industriale delle due società. Non si muove, per ora, Consorzio Latte Maremma, e neppure Il Palagiaccio.