Siena – Per MPS non vi è pace: la banca senese è scesa oggi ai suoi minimi storici, con il titolo che ha perso il 13,99% a 0,32 centesimi facendo così sprofondare la sua capitalizzazione sotto il miliardo (964,7 milioni). A provocare questo nuovo maremoto è stata una lettera della BCE che impone al disastrato istituto bancario di ridurre di 10 miliardi entro il 2018 i suoi NPL netti (Non Performing Loans, i crediti deteriorati) attualmente attestati a quota 47 miliardi di cui 24 netti.
La richiesta, pervenuta alla banca prima del Brexit ma rivelata solo oggi dal quotidiano “La Repubblica”, riporta drammaticamente alla ribalta la fragilità della terza banca del paese che da anni è nella bufera e che già è dovuta ricorrere a maxi aumenti di capitale per cercare di rimettersi in carreggiata e trovare così un cavaliere bianco interessato a rilanciarla.
MPS, in un comunicato, ha cercato di limitare l’impatto della lettera della BCE, sottolineando come i parametri indicati “ sono in linea con gli obiettivi di un programma di specifiche azioni ….sottoposto alle valutazioni della BCE, finalizzate all’incremento dell’importo delle dismissioni dei NPL già previsto nel piano industriale 2016-18. Ma, come si è già visto nei mesi scorsi, smaltire i crediti deteriorati è un’operazione tutt’altro che semplice, con rischi di forti svendite dei NPL di cui ci si vuole liberare.
Le prossime mosse, scrive il quotidiano romano, la palla è nel campo della politica e si prevedono due possibili passaggi: trovare i capitali per creare il fondo Atlante 2 la cui potenza di fuoco sarebbe destinata a MPS e contrattare con Bruxelles la possibilità di un aiuto di stato senza che scattino le regole del bail in che potrebbero penalizzare le migliaia di piccoli investitori della banca che hanno sottoscritto obbligazioni subordinate.