Siena – MPS pensa di potercela fare senza l’aiuto dello stato. L’istituto senese ha infatti optato per la riapertura della conversione dei bond subordinati, che tra gli investitori ha già fruttato la settimana scorsa, un miliardo, per cercare di concludere l’aumento di capitale di 5 miliardi entro la fine dell’anno, come era inizialmente previsto prima che la BCE gli negasse la proroga di venti giorni chiesta dopo la vittoria del no al referendum. Secondo il nuovo piano, la banca spera , con l’estensione della conversione dei bond anche al retail, di raccogliere un paio di miliardi cui spera di aggiungere un investimento di un miliardo da parte del fondo del Qatar. Il miliardo che mancherebbe all’appello dovrebbe essere sottoscritto dai privati, sostenuto dall’impegno delle banche impegnate nell’operazione che però si occuperebbero solo del collocamento senza fornire più un paracadute.
La nuova tabella di marcia prevede che sia un Cda a fissare mercoledì le modalità della riapertura della conversione, operazione che potrebbe essere lanciata al massimo entro l’inizio della prossima settimana, sempre che la Consob dia il via libera togliendo i paletti che aveva posto nei giorni scorsi a protezione dei detentori privati delle obbligazioni subordinate. Finora le autorità di controllo di borsa, cui la banca ha chiesto in sostanza di allentare le maglie hanno inviato solo una nota informativa.
“E nostro dovere valutare tutte le strade per verificare se è possibile completare un’operazione di mercato” ha fatto sapere l’ad Marco Morelli in una comunicazione ai dipendenti dello stato in cui ha espresso la fiducia che la banca torni a “avere un ruolo importante” superando una situazione che ha definito “molto difficile”. Morelli ha sottolineato che la banca comunque pronta a “ ricorrere a tutte le misure possibili “ per mettere MPS in sicurezza.
Anche al Tesoro, che è azionista al 4%, si esprime fiducia sul successo dell’operazione ma rimane sempre pronto il decreto di ricapitalizzazione preventiva che garantisce il salvataggio della banca anche se il ricorso al mercato non dovesse andare in porto. Il mercato comunque non ha bocciato l’intenzione di MPS di voler andare avanti anche senza l’intervento dello stato, tanto è vero che i titoli hanno chiuso oggi con un più 3,69% a 20,22 euro.