Mps, Mussari dai giudici, interrogatorio rinviato

Dura solo 15 minuti l'incontro fra Giuseppe Mussari, ex presidente di Monte dei Paschi, e i pubblici ministeri della Procura che indagano sulle operazioni compiute dall'Istituto di Credito "capitanato" dall'ex management. Mussari, infatti, ha soltanto formalizzato il rinvio dell'interrogatorio per impossibilità a parteciparvi da parte di uno dei due difensori, l'avvocato Tullio Padovani, impegnato in un'udienza in Cassazione. Mussari però ha riferito ai pubblici ministeri, Antonio Nastasi, Aldo Natalini e Giuseppe Grosso, la propria intenzione di rispondere a tutte le domande e alle contestazioni.

Nel frattempo, in una caserma romana delle Fiamme gialle, Antonio Rizzo, ex funzionario della banca d'affari tedesca Dresdner ribadisce le sue accuse: era stato lui nel 2007, davanti ai magistrati milanesi, a chiamare in causa due ex dirigenti dell'area finanza del Monte dei Paschi di Siena, Gianluca Baldassarri e Matteo Pontone, sostenendo che erano conosciuti come "la banda del 5 per cento".

Polemiche politiche sempre roventi intanto si dipanano intorno alla questione del Monte. E se da un lato l'attuale premier Mario Monti ribadisce che Bersani a suo parere non ha niente a che spartire con la vicenda, ci pensa Silvio Berlusconi a chiamare in causa il maggiore partito del centrosinistra, ribadendo invece che Mps "rappresenta la normalità di ciò che succede nelle cosiddette regioni rosse" e che dietro la vicenda ci sono "scandali che in campagna elettorale la magistratura si guarda bene dal sollevare, non ne hanno messo in galera uno, se si fosse trattato di noi..", "impallinando" due piccioni con una fava, Pd e magistratura appunto.

Intanto piomba in campo anche la faccenda dell''ordinanza che mette fuori i cronisti dal Palazzo di giustizia di Siena, "perchè l'edificio è completamente fuori norma".
Motivazione curiosa, anzi, per l'Odg Toscana e l'Associazione Stampa Toscana una "motivazione stupefacente, inaudita, certamente originale. Cacciare fuori i cronisti dal palazzo di giustizia di Siena con la scusa che l'edificio è completamente fuori norma e' cosa che non si era ancora mai sentita in un Paese del mondo sviluppato". Lo affermano in una nota congiunta il presidente dell'ordine dei giornalisti della Toscana, Carlo Bartoli e il presidente dell'Associazione stampa Toscana, Paolo Ciampi, dopo l'annunciata ordinanza nella quale si stabilisce che i giornalisti e curiosi possono sostare solo al pianoterra e non ai piani superiori del palazzo di giustizia di Siena.
"Per impedire ai cronisti di svolgere la loro attività – si aggiunge nella nota – si arriva a dare un'immagine grottesca e indecorosa della giustizia in Italia descrivendo il Palazzo di giustizia come un edificio che andrebbe immediatamente chiuso al pubblico. Il consiglio dell'Ordine dei giornalisti della Toscana e l'Associazione stampa toscana chiedono al presidente del tribunale Stefano Benini, al procuratore Tito Salerno e al questore Giancarlo Benedetti di ritirare immediatamente il provvedimento, oppure, se quanto dichiarato dal presidente del Tribunale corrisponde a verità, di disporre l'immediata chiusura del Palazzo di giustizia per non mettere a rischio l'incolumità di magistrati, impiegati e pubblico".

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