Siena – A Siena sono circa 200, i partecipanti alla manifestazione unitaria indetta da Cgil-Cisl-Uil per protestare contro l’ipotesi sempre più concreta di smembramento del Monte dei Paschi. Accanto ai manifestanti, anche il sindaco di Siena Luigi De Mossi: “E’ necessario far capire a chi di dovere, il governo – ha detto il primo cittadino – che la città non ha abbandonato la volontà di lottare per dipendenti del Monte, per l’indotto, per la tradizione e il marchio”. In occasione dello sciopero questa mattina si sono tenuti presidi anche a Milano, Roma e Bari. Obiettivo dei sindacati, chiedere al governo un confronto sul futuro della banca, che contempli un’alternativa diversa rispetto all’unione con Unicredit.
Le lavoratrici e i lavoratori del Gruppo MPS hanno intanto diffuso una lettera aperta per spiegare la loro situazione.
“Siamo le lavoratrici e i lavoratori del Gruppo Monte dei Paschi di Siena – si legge – in questi anni avete sentito parlare della nostra Banca come di un problema. Invece noi siamo le persone che, nonostante le difficoltà, hanno lavorato con dedizione per rendere alla nostra clientela un servizio competente e rispondente alle esigenze.
Oggi siamo in sciopero perché il nostro futuro è incerto. Non sappiamo per quale azienda lavoreremo, se la nostra professionalità sarà salvaguardata, se lavoreremo nella stessa città, quale mansione saremo chiamati a svolgere. Oppure se saremo considerati esuberi, cioè persone di troppo, che non servono più.
Oggi siamo in sciopero perché abbiamo affrontato la crisi senza nasconderci, mettendoci la faccia e accollandoci la nostra parte di sacrificio economico, per un risanamento promesso e mai arrivato.
La responsabilità non è nostra ma siamo noi, lavoratrici e lavoratori del Gruppo Monte dei Paschi di Siena, a rischiare di pagarne il conto. Un conto salatissimo.
Oggi siamo in sciopero perché meritiamo rispetto e per chiedere di essere coinvolti da subito nel progetto che deve riguardare il complesso dei dipendenti dell’intero Gruppo – e non solo una parte – per contrattare le garanzie di un futuro dignitoso e sostenibile. Per tutte e per tutti noi.
Vi chiediamo lo sforzo di comprendere le nostre ragioni e di essere solidali con la nostra protesta”.
Sullo sciopero di oggi, interviene la segretaria generale della Cgil Toscana, Dalida Angelini, presente al presidio a Siena: “Siamo preoccupati per le scelte che il Governo intende praticare. La Toscana non deve perdere una banca storica e un riferimento importante per cittadini e imprese. Se la testa della banca dovesse andare altrove, ci troveremmo di fronte a perdite di posti di lavoro sia diretti che nell’indotto, non possiamo permetterci questo colpo all’economia e allo sviluppo del territorio. La protesta di oggi serve anche per chiamare alla responsabilità la politica, che deve battere un colpo, non va bene che il sindacato abbia chiesto un incontro al Governo e ancora non sia arrivato”.
Ha aggiunto sempre dal presidio a Siena il segretario generale di Fisac Cgil Toscana Daniele Quiriconi: “Questo sciopero serve a ribadire la richiesta di convocazione del tavolo presso il Ministero del Tesoro con i sindacati: sono cinque mesi che la prima richiesta è stata fatta all’azionista pubblico, senza seguito. Non possiamo assistere a una continua fuoriuscita di notizie di stampa che parlano di migliaia di esuberi o di attività che Unicredit non sarebbe interessata ad acquisire, non possiamo assistere alla destrutturazione della più antica banca del mondo con uno spezzatino in più parti. Senza contare il rischio di progressivo abbandono di interi territori: la Toscana rischia di essere la regione più colpita dagli esuberi e dalla chiusura di attività legate a Mps, mentre per le sue caratteristiche invece ha bisogno assoluto di una banca vicina al territorio”.
“Le lavoratrici e i lavoratori di Mps meritano chiarezza sul loro futuro e su quello della banca – ha sottolineato il segretario generale di First Cisl Riccardo Colombani – è il minimo dopo i sacrifici che hanno sostenuto in questi anni. Senza il loro impegno sarebbe stato impossibile mantenere i rapporti con la clientela e con i territori. Abbiamo chiesto due volte un incontro al ministero dell’Economia e per due volte non abbiamo ricevuto risposta, per questo abbiamo deciso di scioperare e di scendere in piazza. Le decisioni che verranno prese sul Monte dei Paschi avranno un grande impatto sulla configurazione che il settore assumerà nei prossimi anni e il sindacato non può essere tenuto all’oscuro. Mps non è una banca decotta, può e deve essere rilanciata: l’ipotesi di uno spezzatino va invece nella direzione opposta”.