Siena – Il 2014 sarà per la Toscana un anno di stagnazione. E’ quanto emerge dalla lettura dei dati economici finora disponibili effettuata dall’Area Research & IR di Banca Monte dei Paschi di Siena, che ha analizzato le peculiarità del territorio e la dimensione economica della Regione.
Secondo gli esperti della banca senese, l’Italia ormai da anni si confronta con criticità quali il rallentamento della produttività e la scarsa competitività sui mercati internazionali; ma se si analizza la quota di mercato italiana calcolata sulla quota di valore aggiunto invece che sul valore nominale delle esportazioni, emergono le potenzialità del Bel Paese, con tale quota che aumenta di una posizione tra il 2000 ed il 2010 rispetto alla Germania che rimane stabile e alla Francia che perde una posizione.
La Toscana – prosegue la nota dell’Mps – in forza di una struttura produttiva simile a quella nazionale ed una marcata propensione all’export (l’incidenza dell’export sul valore aggiunto regionale supera il 30%) affronta problematiche competitive e produttive analoghe a quelle nazionali e mostra una forte correlazione col ciclo economico italiano che ne giustifica prospettive di crescita simili per il futuro.
Ciononostante, la crisi ha accelerato un parziale mutamento del tessuto economico regionale, caratterizzato da un aumento del peso degli addetti nei servizi e da una flessione nell’industria, calo, quest’ultimo, coinciso con una maggiore specializzazione in settori meno dinamici, all’interno dei quali comunque l’andamento è stato migliore di quello del complesso del paese.
In un contesto di difficoltà, la Toscana può sfruttare una migliore efficienza del mercato del lavoro ed una buona qualità del capitale umano (nel 2011 il numero di laureati in discipline tecnico-scientifiche della Toscana è di 17,3 unita contro una media nell’UE27 di 16,8) che incidono sulla tenuta occupazionale (nel II trimestre 2014 la disoccupazione si attesta al 9,7% vs il 12,3% italiano di agosto), oltre ad un crescente nucleo di imprese dinamiche che, pur pesando solo per l’8% sul totale delle aziende manifatturiere toscane, raccoglie quasi il 40% dell’occupazione della regione ed oltre il 67% del fatturato ed il 79% delle esportazioni (indagine Irpet).
Il credito alle imprese toscane continua a contrarsi mostrando però un’evoluzione più favorevole rispetto al contesto nazionale; in particolare costruzioni e commercio beneficiano dell’allentamento della stretta sul credito, anche se non mancano criticità: il rapporto tra sofferenze ed impieghi vivi alle imprese toscane infatti resta superiore alla media nazionale. Ma oltre al finanziamento tradizionale, decisivo risulta il supporto bancario all’internazionalizzazione commerciale e produttiva d’impresa, con l’export vero driver di valore per la Toscana.
La domanda estera ha fornito, infatti, un valido sostegno all’economia toscana durante la crisi, con le esportazioni (incluse le vendite all’estero di metalli preziosi) aumentate di quasi il 24% in valore, dal 2008 al 2013, rispetto al +5,6% nazionale. Tra i mercati di sbocco, l’Europa si mantiene la principale destinazione per il manifatturiero (Francia, Germania, Svizzera, Regno Unito e Spagna insieme assorbono quasi il 37% dell’export in valore), anche se, dal 2007, aumenta l’incidenza del continente asiatico, delle Americhe e dell’Oceania a scapito delle mete europee. Nel confronto internazionale, la propensione all’export della Toscana tra il 2008 e il 2012 risulta simile a quella dei migliori territori della Germania e, soprattutto, registra una forte espansione negli ultimi anni a riprova di un incremento di competitività dell’export regionale.
La Toscana gioca inoltre, un ruolo di primo piano nell’attrazione degli investimenti esteri diretti.. Importante il riconoscimento ricevuto dalla Divisione del Financial Times fDiIntelligence, che nel ranking 2014-2015, pone la Toscana seconda solo alla Lombardia e davanti alla Catalogna per attrattività generale degli investimenti tra i territori del Sud Europa; nella classifica per strategia di attrazione, che valuta le azioni dei governi territoriali per catturare capitali, la regione è addirittura prima tra le location europee del sud. Farmaceutica, pelletteria, lapideo, trasporti, grande distribuzione sono alcuni dei segmenti che hanno interessato recentemente afflussi di investimenti verso la Toscana.
Tra le eccellenze del territorio regionale meritano attenzione il turismo, il settore vitivinicolo e le energie rinnovabili. Dopo un 2012 critico ed un 2013 in stagnazione, nel primo semestre 2014 l’indagine di Bankitalia conferma i segnali di recupero del turismo estero evidenziando un incremento sia del numero dei viaggiatori stranieri a destinazione verso la Toscana sia di spesa. Relativamente alle energie rinnovabili la Toscana è l’unica regione in Italia a produrre energia geotermica e contribuisce per oltre la metà della produzione di energia rinnovabile del centro Italia.
Per quanto riguarda il comparto vitivinicolo la regione è la terza in Italia come volumi produttivi di vino e seconda per quanto riguarda il numero di aziende con le performance di bilancio migliori. Secondo FEDERDOC in Toscana, nel 2011, si sono prodotti 1,6 milioni di ettolitri di vini a denominazione su una superficie denunciata di 33 mila ettari.